Belle cose! Oggi tutti i dettagli saranno resi noti nel corso di un incontro al quale prenderanno parte il sindaco Luigi Miceli e l’assessore (ex sindaco) Angelo Tudisca.
Adesso è ufficiale. A Tusa esiste davvero, nell’area archeologica di Halaesa, un teatro antico di epoca greca ed una nuova zona archeologica.
“Mission Archéologique Française d’Halaesa – MAFHA” la pagina del gruppo di studiosi che da mesi ha avviato una campagna di scavi infatti si infarcisce di foto e notizie.
“Siamo molto felici e molto orgogliosi di annunciarvi che la Sicilia conta un teatro antico in più… è qui… a Halaesa / Tusa e l’abbiamo finalmente trovato!”
Così scrivo aggiungendo: “Partiti di indici topografici e naturali, seguiti da diversi prospezioni (lidar, tomografia elettrica, sorvolo con telecamera termica…), oggi abbiamo le conferme archeologiche: una grande trincea di oltre 50 m di lunghezza su 2 M Di ampia scavata con una pala meccanica che fa apparire un profilo regolare con gli spalti tagliati, un sedile in pietra a cavet superato da una fascia destra, e tutto in basso, lo spazio orizzontale dell’orchestra fasciame da un pavimento! E la foto aerea di Eugenio Donato (Università di Messina) che pubblichiamo è chiarissima.
Le altre foto sono tratte dalla pagina facebook degli studiosi francese.
Complimenti a tutti !
Oggi tutti i dettagli saranno resi noti nel corso di un incontro al quale prenderanno parte il sindaco Luigi Miceli e l’assessore (ex sindaco) Angelo Tudisca.
I lavori erano stati più volte sospesi, ma poi lo scorso anno era ripresi poi lo scorso marzo quando, con l’ausilio di un drone dotato di termo camera per rilevare possibili anomalie legate alla variazione termica del suolo, fu avviato un nuovo studio atto ad individuare strutture sepolte nel terreno.
Allora la professoressa Michela Costanzi, dell’Università di Amiens e i geo-archeologi dell’Università dì Camerino, Fabio Pallotta, Matteo Pompei, Fabrizio Pesci e Marco Materazzi, studiarono, con maggior precisione l’estensione delle aree degli scavi, effettuando anche la tomografia elettrica nel sito archeologico: una tecnica che permette d’indagare su strutture sepolte dal terreno mettendo in evidenza contrasti di resistività elettrica connesse con la natura dello stesso terreno.
L’equipe francese era composta da 7 professori e 13 studenti, guidata dal Prof. Vincent Michel. Ora gli ultimi ritrovamente danno ragione all’ex sindaco alesino, Angelo Tudisca, da sempre fermamente convinto dell’esistenza del “Teatro sepolto” risalente all’epoca romana. Convinzione, quella del primo cittadino di Tusa, dove anche ll’esperienza, l’intuito e le conoscenze di studiosi tusani: l’architetto Antonino Bono e del professore Antonino Ragonese ne hanno radicato la convinzione. Proprio Ragonese, sindaco di Tusa dal 1961 al 1964, pretese e ottenne l’istituzione dell’ area archeologica d’ Halesa Arconidea, diventata, oggi, oggetto d’interesse archeologico mondiale.