TEATRO – Parte dal Mandanici il tour di Edoardo Bennato
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TEATRO – Parte dal Mandanici il tour di Edoardo Bennato

40 anni di successi appuntamento sabato 28 ottobre alle ore 21

Parte dal Teatro Mandanici di Barcellona Pozzo di Gotto il tour di Edoardo Bennato: appuntamento sabato 28 ottobre 2017 alle ore 21, unica data siciliana.
Organizzato da Dimensione Eventi e Ventidieci, dopo la data al “Mandanici” il tour proseguirà nei più importanti teatri italiani: all’Arcimboldi di Milano (6 novembre), al Verdi di Firenze (9 novembre) all’Auditorium Conciliazione di Roma (11 novembre), al Celebrazioni di Bologna (16 novembre), al Sociale di Mantova (18 novembre), al Colosseo di Torino (24 novembre), al Politeama di Genova (26 novembre) e all’Augusteo di Napoli (28 novembre), solo per dare alcune date.
Dopo il fulminante sold out di Torino del marzo 2016, insomma ecco finalmente il ritorno a teatro, in tutta Italia, di una delle voci rock più amate. Bennato ha infatti deciso, per la gioia dei fan, di riportare sul palco indoor la sua grinta, la sua poesia, la sua intelligenza. Sarà in scena per oltre due ore di canzoni e di interazione con il pubblico il cantastorie che da quarant’anni immortala con le sue canzoni il mondo odierno fatto di buoni e cattivi, sbeffeggiando i potenti e inneggiando alla forza del popolo, passando per il più classico tra i sentimenti ispiratori dei poeti della canzone, l’amore. In scaletta brani epici tratti dai concept-album “Burattino senza fili” (che quest’anno festeggia i 40 anni), “Sono solo canzonette”, “ Abbi dubbi”, “Le ragazze fanno grandi sogni”, “ La fantastica storia del Pifferaio magico”, fino all’ultimo lavoro, “Pronti a Salpare”, album dell’ottobre 2016, in cui Bennato fotografa con la sua caratteristica ironia politica, famiglia, figli, futuro, senza mai dimenticare le proprie radici.
“Viviamo un’era di grandi trasformazioni, di spostamenti biblici”, spiega Bennato. “Decine di migliaia, centinaia di migliaia di disperati cercano vie di scampo alle guerre, alla fame, alla miseria e si dirigono verso il conclamato benessere del mondo cosiddetto occidentale. Sono disposti a tutto, sono disperati, sono pronti a salpare! Ma tutti quanti noi dovremmo essere pronti a salpare. Il mondo cambia e dovremo entrare in un altro ordine di idee, guardare le cose da un altro punto di vista. Insomma, non solo gli emigranti ma tutti quanti noi in questo momento particolare dovremmo essere pronti a salpare. Ecco, il mio ultimo album si intitola proprio così”.
Il prossimo appuntamento al Teatro Mandanici di Barcellona Pozzo di Gotto è con “Decameron” che porta in scena il mattatore Tullio Solenghi. Prodotto dal Teatro Pubblico Ligure con il patrocinio dell’Ente Nazionale Boccaccio, “Decameron” è in cartellone il 18 novembre 2017 alle ore 21 con la regia di Sergio Maifredi, in collaborazione con Gian Luca Favetto, con Maurizio Fiorilla consulente letterario e Lucia Lombardo direttore di produzione.

EDOARDO BENNATO
Il cortile di Bagnoli, alla periferia di Napoli. E’ il classico cortile di periferia, in un’area, quella dei Campi Flegrei, dotata di immense ricchezze termali, archeologiche e paesaggistiche; tanto verde e persino un’isoletta, Nisida, congiunta alla terraferma attraverso un pontile artificiale. Ma anche con un’aria tossica, un cielo innaturale e il mare malato. La grande fabbrica, l’Italsider, ha inquinato l’ambiente rendendolo insano, desolato ed equivoco come quello di una metropoli disfatta dalle guerre industriali.
Quel cortile fu il primo palcoscenico di Edoardo.

E’ stata la madre ad assecondare le attitudini musicali di Edoardo, Eugenio e Giorgio mandandoli a lezione da un maestro di fisarmonica un giorno d’estate.
In quel periodo – eravamo nel cuore degli anni sessanta – alla melodia napoletana dei vari Sergio Bruni e Mario Abbate, Edoardo preferiva i suoni della nuova America come un ragazzo di New York, Londra o Milano. Il juke-box eccitava la sua fantasia. Elvis, Paul Anka e Neil Sedaka i suoi idoli.

Era il 1970, l’anno in cui furono pubblicati i primi due quarantacinque giri di Edoardo Marylou e 1941.
Seguì, dopo una decina di mesi, il terzo, Good bye Copenaghen, tutti incisi per la Numero Uno. Nel 1973 pubblicò il suo primo album Non farti cadere le braccia con la produzione di Sandro Colombini; in un primo momento, l’album doveva chiamarsi L’ultimo fiammifero perché la copertina riproduceva una scatola di Minerva con un solo cerino. Alla realizzazione dell’album parteciparono, fra gli altri, Roberto De Simone, il fratello Eugenio e Patrizio Trampetti che in quello stesso periodo stavano lavorando al progetto della Nuova Compagnia di Canto Popolare.

Nel 1974 Edoardo realizzò un altro album, I buoni e i cattivi, perfettamente in sintonia con il clima che si stava instaurando. Il nuovo disco ironizzava beffardamente sulla cultura manichea del perbenismo borghese. Chi sono i buoni? Chi sono i cattivi?
Emblematica la copertina dell’album che raffigura due misteriosi gendarmi, inquadrati di spalle, vicendevolmente ammanettati. Pochi sanno che i due erano Raffaele Cascone e lo stesso Edoardo.

Preceduto dal singolo Meno male che adesso non c’è Nerone, uscì nella tarda primavera del ’75, il terzo l.p. intitolato Io che non sono l’Imperatore, un altro concept-album. Edoardo sbeffeggia i potenti prendendo di mira perfino il Papa Paolo VI a cui dedica un brano Affacciati, affacciati registrato dal vivo alla Bocconi di Milano durante un concerto gratuito organizzato dal movimento studentesco.
Grande interesse suscitò la copertina del disco su cui era riportato il progetto di Edoardo sulla metropolitana napoletana messo a confronto con quello del Piano Regolatore predisposto dal Comune di Napoli.

Sulla copertina dell’omonimo album, pubblicato nel 1976, La Torre di Babele è raffigurata da un’impalcatura composta da un centinaio di soldatini, ognuno appartenente ad un periodo storico, dall’uomo primitivo armato di clava, fino all’astronauta. La Torre, che nella Genesi rappresenta la massima espressione dell’orgoglio umano, diventa, nel certosino disegno di Edoardo, un emblematico monumento alla guerra e alla violenza perpetrata nei secoli dall’uomo contro la natura e i suoi simili. Intorno a questo tema ruotano i nove brani dell’album da Viva la guerra a Franz è il mio nome, da Quante brave persone a Venderò. Ma in quest’album Edoardo ironizzava anche su se stesso nel brano Cantautore.

Sempre nel 1976, Edoardo suonò per la prima volta al Montreux Jazz Festival (ci tornerà nel 1992 con i Blue Stuff sotto le mentite spoglie di Joe Sarnataro). Successivamente fu impegnato nel primo tour europeo che fu preparato dalla diffusione delle versioni in inglese di Cantautore e La torre di Babele, diventate rispettivamente Rock’n’roll hero e Tower of Babel.

Ed eccoci al 1977, l’anno di Burattino senza fili, un lavoro discografico che costituisce la sintesi di tutto quanto maturato negli anni precedenti. La favola (di Pinocchio) diventa un mezzo assai efficace per parlare alla gente semplificando i discorsi, rendendoli didascalici, senza apparire saccenti come il grillo parlante. In questa chiave Mangiafuoco è il potere, che appena nasci ti lega ai suoi fili e ti governa a suo piacimento. Il gatto e la volpe sono i suoi consapevoli o inconsapevoli servi.

In una mattinata di metà marzo del 1980 un colossale TIR con targa belga si fermò davanti allo stabilimento milanese della Ricordi e tra lo stupore generale furono scaricati quintali di casse contenenti le duecentomila copie di Uffà, Uffà, il nuovo album di Edoardo Bennato.
I Supercritici si scatenarono: considerata la lunga assenza dal mercato, durata circa tre anni, il nuovo disco sembrava povero-povero, senza contenuti, quasi raffazzonato.
Brano come Li belli gladioli, una specie di salmo cantato in un allucinante stile chiesastico o come Sei come un juke-boxe provocarono disorientamento. Altri sembravano assolutamente ermetici come Avete capito o no, un blues in cui Edoardo cantava anche: “Ma dove sta scritto? Ma chi l’ha deciso’ E’ una regola, è una convenzione. Si era sempre fatto uno per volta… ah … e invece a me piace due per volta…”.
I giornali, intanto, annunciavo la notizia secondo la quale Edoardo avrebbe presentato l’ultimo album nel corso del programma televisivo Variety. E così fu.
Ad un certo punto della seguitissima trasmissione, viene annunciata la presentazione dell’ultimo disco di Bennato. All’annuncio, Edoardo e la sua band attaccarono: “Ciurma!… Questo silenzio cos’è? Sveglia!… Tutti a rapporto da me… Spugna! Pendaglio da forca…possibile che nessuno si muove. Sono o non sono il comandante di questa lurida nave…Sono o non sono Capitan Uncino…”

Sbigottimento generale, confusione generale. Edoardo stava effettivamente presentando il suo ultimo disco che non era Uffà, Uffà bensì Sono solo canzonette.
Con Uffà, Uffà e Sono solo canzonette, Edoardo riuscì a vendere quasi un milione di copie, rimanendo al primo posto delle classifiche per molte settimane.

L’immensa popolarità di Edoardo fu misurata durante una tourneè trionfale che, primo fra gli italiani, lo vide approdare allo stadio S.Siro di Milano per un memorabile concerto davanti a 70.000 persone e che successivamente lo portò di nuovo in Europa, con gli entusiasmanti concerti all’Hallenstadium di Zurigo e al Prater di Vienna.

Nel 1983 arriva l’accoppiata l.p. + mix di E’ arrivato un bastimento, album questa volta ispirato alla favola del Pifferaio magico e prodotto da Garland Geffreys che missa l’album al Power Station di New York.
Un anno dopo viene pubblicato il primo live intitolato E’ goal come l’omonimo pezzo che diventa la sigla della popolare trasmissione televisiva “La domenica sportiva”.
L’anno successivo, siamo ormai nel 1985, porta la pubblicazione di Kaiwanna che segna una svolta nella carriera di Edoardo, che si spinge decisamente verso l’elettronica.

O.K. Italia è il titolo dell’album pubblicato nel 1987, un disco che racconta una realtà nazionale in apparente espansione economica, ma in forte crisi di valori. Nell’album è contenuto il brano La città obliqua che ancora porta Edoardo, laureatosi in architettura, a parlare della sua Napoli.
Dal c.d. sono tratti due videoclips; segue una lunga stagione di concerti che propiziano l’uscita del secondo disco live dal titolo Edoardo ed un longform video che ne immortala il successo.
A chiusura di quest’anno particolarmente proficuo, Edoardo suona all’Apollo Theater nel cuore di Harlem a New York.

L’amore per il rock’n’roll impregna l’album pubblicato nel 1989 Abbi dubbi, in cui W la mamma è il brano più noto, essendo rimasto in classifica per quattordici settimane, ma in cui spiccano per contenuto e forma brani come ZEN, Vendo Bagnoli, La chitarra e Abbi dubbi.
L’anno successivo è quello dei mondiali di calcio ed Edoardo, da sempre calciatore praticante, vive l’evento da protagonista incidendo con Gianna Nannini la sigla del campionato Un’estate italiana, il cui 45 giri rimane in testa alle classifiche per quattro mesi oltre a fare il giro del mondo.

Nello stesso anno viene pubblicata la raccolta Rinnegato, un album in cui Edoardo ripropone molti brani del suo ormai consistente repertorio in chiave rigorosamente unplugged e precorrendo ancora una volta le tendenze future.

A dodici anni di distanza Edoardo pubblica ancora una volta due album nello stesso anno. Questa volta però la sorpresa sta nel fatto che il primo dei due c.d. viene pubblicato sotto lo pseudonimo di Joe Sarnataro. Esce così E’ asciuto pazzo ‘o padrone in cui Edoardo è accompagnato dai Blue Stuff, poderosa blues band napoletana. I brani, tutti cantati in napoletano, parlano ancora di Napoli, dei suoi problemi, della sua lasciva classe dirigente e della rassegnazione della sua gente. Quando l’album viene pubblicato nessuno pensa che brani come Sotto viale Augusto, ‘Obilloco l’acqua e Vutammo pe’ te di li a poco diventeranno di stringente attualità a seguito della Tangentopoli napoletana.

Dopo poche settimane viene pubblicato anche Il paese dei balocchi in cui spiccano brani come Se non ci fosse lei e Tutto sbagliato baby e presenze musicali di peso come quella di Bo Diddley, un altro grande bluesman americano che ha suonato con Edoardo, così come avevano fatto B.B. King e Jeff Healey.

Nel 1993 viene pubblicato il video-album antologico Persone Pulite, dal titolo ironico che ben si ricollega all’attualità della tangentopoli italiana.
L’anno dopo arriva Se son rose fioriranno una grande produzione discografica che vede la collaborazione di Guido Elmi, in qualità di produttore artistico, e di due grandi musicisti come Kenny Aronoff e Steve Farris che conferiscono all’album una gradevole atmosfera dove le ballate acustiche come Milano e La fiera dei buoni sentimenti si fondono con il blues di brani come Meglio Topolino.

Nel 1995 esce Le ragazze fanno grandi sogni. L’album più sofferto di Edoardo, sicuramente uno dei più belli.
Dieci canzoni scritte di getto che sono un omaggio al mondo femminile, canzoni che ripercorrono territori onirici come Afferrare una stella o la title-track Le ragazze fanno grandi sogni e che esplorano i meandri oscuri della pazzia come Elogio alla follia o Cerco il mio amore. Un disco che esprime il più classico fra i sentimenti ispiratori delle canzoni di tutti i tempi: l’amore.

Dopo due anni di intensa attività dal vivo con il quartetto d’archi Solis String Quartet, nasce, nel 1996, Quartetto d’Archi: una raccolta di sedici brani registrati e riarrangiati che evidenziano la particolare adattabilità del repertorio dell’artista in chiave classica.

Edoardo ha realizzato un duetto speciale per i brani Troppo Troppo e Tutti insieme lo denunciam con Katia Ricciarelli, la straordinaria voce della lirica italiana. Un disco intenso che regala piacevoli sensazioni ai cultori della musica classica e rock.
Si chiama Sbandato, il nuovo CD di Edoardo Bennato.
Dopo una lunga fase di preproduzione tra Napoli e Dublino è stato definitivamente elaborato e registrato tra dicembre 97 e Aprile 98 negli studi Megaride di via S. Lucia (nel cuore di Napoli ).
Dodici brani più la traccia interattiva CD-ROM, (in cui figurano le varie fasi dell’evoluzione creativa, con divertenti filmati in studio durante le registrazioni e nelle strade di Napoli e d’Irlanda).
Dalla fusione delle chitarre acustiche ed elettriche e dalla solida ritmica di basso e batteria nasce il suono dell’album.
Niente tastiere, solo l’appoggio sonoro degli archi dell’orchestra Scarlatti di Napoli.
Testualmente “Sbandato” si presenta come un concept album, un disco che è come un musical: nel loro succedersi le canzoni diventano tasselli che sviluppano due temi: Il primo tema è quello della verità. Ci sono due verità, quella che ci rassicura e che fa comodo a tutti e l’altra, più difficile da accettare.
Il secondo tema è l’energia, il buon senso e l’istinto femminile come unico punto di riferimento nella confusione e nello sbandamento generale.

29 settembre 2000– Viene pubblicata SEMBRA IERI, la prima vera raccolta dei più grandi successi di EDOARDO BENNATO. Anticipato dal singolo SI TRATTA DELL’AMORE, SEMBRA IERI, contiene tre brani inediti (Si Tratta dell’Amore, Sembra Ieri, Taraunta Tatà) e quindici canzoni riviste e riarrangiate, che raccontano la carriera di un grande artista.
‘Un Giorno Credi’ (1973), ‘Meno Male Che Adesso Non C’è Nerone’ (1975), ‘Cantautore’ (1976), ‘Mangiafuoco’, e ‘Il Gatto E La Volpe’ (1977), ‘Il Rock di Capitan Uncino’, ‘ L’Isola Che Non C’è’, e ‘Sono Solo Canzonette’ (1980), ‘Una Settimana Un Giorno’ (1984), ‘Tu Vuoi L’America’ e ‘OK Italia’ (1987), ‘Viva La Mamma’ e ‘Abbi Dubbi’ (1989), ‘Le Ragazze Fanno Grandi Sogni’ (1995), ‘Roma’ (1998). I brani che compongono questo CD, ripercorrono le più importanti tappe artistiche di Edoardo Bennato: sono tutti successi che fanno rivivere le emozioni ed i ricordi, come se fossero la colonna sonora degli ultimi trent’anni.

Nel giugno 2001, visto il successo di ‘SEMBRA IERI’, è stata pubblicata “AFFERRARE UNA STELLA”, un’altra raccolta che integra la precedente con altri 34 brani, tutti bellissimi e sicuramente i migliori, scritti da uno dei più importanti cantautori italiani.
‘Afferrare una stella’ è stato uno dei successi dell’estate 2001, per diverse settimane ai primi posti della classifica dei dischi più venduti. Nell’album sono contenute tutte le canzoni degli spot TIM, “Le ragazze fanno grandi sogni”, “L’isola che non c’è”, “Fantasia”, “Ogni favola è un gioco” fino all’ultimo, in ordine di tempo, “Afferrare una stella”. Un viaggio musicale splendido ed emozionante corredato da un libretto di ben 32 pagine con uno stupendo fumetto disegnato da Loredana Nicosia.

Il 2001 si rivela un anno particolarmente impegnato per Edoardo Bennato infatti nell’inverno pubblica la colonna sonora del film “Il Principe e il Pirata” di Leonardo Pieraccioni che come sempre ha voluto accanto a se nella realizzazione delle musiche un artista importante e famoso. Nella colonna sonora “Il Principe e il Pirata”, oltre a «Puramente Casuale», brano portante nella parte finale del film, altre canzoni rivestono un ruolo importante nel film stesso, tra queste ricordiamo: “E’ stata tua la colpa”, “Tema di Gimondi” (un brano suonato col kazoo vero tormentone nel film) e “Every Morning”.

Nel 2003, a distanza di quasi cinque anni dall’ultimo album in studio, Edoardo Bennato ha pubblicato un nuovo lavoro di canzoni inedite intitolato “L’Uomo Occidentale”.
Nell’album sono contenute 14 canzoni, tra cui “Stop America”, “A cosa serve la guerra” scritta ed eseguita insieme al fratello Eugenio, “Si scrive Bagnoli” arrangiata e suonata dai Velvet, “Ritorna l’estate” successo dell’estate 2003 e due tributi: il primo a Renato Carosone/Bob Marley, cioè “’O SARRACINO”, il secondo ad Elvis Presley “LOVE ME”.

Nel dicembre 2003 è uscito il film animato “Totò Sapore e la magica storia della pizza”, prodotto e distribuito da Medusa Film, per il quale Edoardo, insieme al fratello Eugenio, ha realizzato la colonna sonora.

Nell’ottobre 2005 viene pubblicato l’album “La Fantastica Storia del Pifferaio Magico”. Uscito per Warner Music, rappresenta il terzo episodio di un’ipotetica trilogia di favole-rock che hanno fatto di Edoardo uno degli artisti italiani piu’ amati di sempre. Il Pifferaio de “La Fantastica Storia del Pifferaio Magico” segue a distanza di anni il Pinocchio di “Burattino senza Fili” ed il Peter Pan di “Sono solo Canzonette”.
Questo nuovo disco ha però, a differenza degli altri due , una sua caratteristica UNICA: per la prima volta IN ASSOLUTO in Italia, Edoardo e’ riuscito con l’aiuto di 18 grandi artisti che hanno collaborato con lui al progetto a realizzare la PRIMA OPERA ROCK italiana. “La Fantastica Storia del Pifferaio Magico” non è, infatti, un album di duetti ma una vera opera rock nella quale gli artisti hanno partecipato al progetto interpretando alla loro “maniera” e con il loro personale stile i brani di Edoardo, realizzando un progetto di grande spessore artistico non solo musicale ma anche culturale.
“La Fantastica Storia Del Pifferaio Magico” contiene oltre al cd anche un DVD (senza aumento di prezzo) con la favola del pifferaio in chiave moderna, raccontata da Maurizio Trombini (voce ufficiale della trasmissione cult di Italia Uno “Lucignolo”) e un off-stage delle registrazioni del disco con interventi di Edoardo e di tutti gli artisti coinvolti.
Questa la track list de “LA FANTASTICA STORIA DEL PIFFERAIO MAGICO” e gli interpreti: “La fantastica storia” (EDOARDO BENNATO), “Sono nata in una grande città” (IRENE GRANDI), “La televisione che felicità” (MAX PEZZALI), “Ogni favola è un gioco” (RAF e alla chitarra ALEX BRITTI), “La città trema” (PIERO PELÙ), “Detto tra noi” (JOVANOTTI), “T’amo” (SUGARFREE), “Addosso al gatto” (NEFFA), “Assuefazione” (ROY PACI), “Il gatto mangia il topo” (SUD SOUND SYSTEM), “Sarà falso sarà vero” (ZEROPOSITIVO), “Troppo troppo” (MARIA C.CHIZZONI & QUARTETTO FLEGREO), “Eccoli i prestigiatori” (AFRICA UNITE), “Una ragazza” (DANIELE GROFF), “Non è amore” (NICCOLÒ FABI), “É arrivato un bastimento” (NEGRITA), “C’era una volta” (MAURIZIO CAPONE & BUNGT BANGT), “Allora chi” (VELVET), “Lo show finisce qua” (MORGAN).

DAL CD-DVD AL LIBRO ILLUSTRATO IL PASSO E’ BREVE!
LA RILETTURA DELLA FAVOLA OPERATA DA BENNATO DIVENTA UN LIBRO CHE TRATTA ARGOMENTI DI SCOTTANTE ATTUALITA’. EDITO DA TULLIO PIRONTI, IL LIBRO CONTIENE UNA POSTFAZIONE DI Francesco Durante.

Nel maggio 2006 è stato pubblicato il singolo NOTTE DI MEZZA ESTATE scritto a quattro mani insieme ad Alex Britti. Il singolo ed il tour che ne è seguito hanno ottenuto un grande consenso da parte di pubblico e critica. Il brano NOTTE DI MEZZA ESTATE è diventato in pochissimo tempo uno dei maggiori successi dell’estate 2006.

Nel novembre 2006, dopo i successi di Buenos Aires, Madrid, Londra e New York per la prima volta in Italia arriva Peter Pan Il Musical, tratto dal capolavoro di James Matthew Barrie; una produzione totalmente italiana che vedrà in scena un cast d’eccezione di 25 artisti, per la regia di Maurizio Colombi.
Le musiche dell’opera non potevano che essere affidate all’estro e all’energia di Edoardo Bennato, che già si ispirò a Peter Pan per il suo celebre concept-album “Sono solo canzonette”. Per l’occasione lo stesso album è stato arrangiato in versione musical ed integrato con un brano inedito del cantautore, “Che paura che fa Capitan Uncino”. Una colonna sonora magica e coinvolgente.

Dal 2007 al 2009 Edoardo è impegnatissimo nella produzione del nuovo disco, il primo prodotto insieme a un produttore del calibro di Fabrizio Barbacci. Il disco, in uscita il 5 marzo 2010, si intitola LE VIE DEL ROCK SONO INFINITE e vede Edoardo ritornare su sonorità tipiche al suo stile, spontaneo rock e cantautorale. Il disco inoltre è il primo dato alle stampe per Universal Music.
Il primo singolo estratto dal nuovo cd s’intitola E’ LEI, premiato con il Premio Mogol, ed ha raccolto un’ottima accoglienza da parte di tutti i network radiofonici. Questo incoraggiante successo di ascolti porta l’organizzazione del Festival di Sanremo ad invitare Edoardo come superospite sul palcoscenico della 60esima edizione del festival, dove il nostro eroe si esibisce in una toccante versione rock del brano di Luigi Tenco CIAO AMORE seguito da un medley dei alcuni suoi grandi successi.

Nel 2010 pubblica il live “MTV Classic Storytellers” (CD+DVD), registrazione del concerto tenuto presso le Officine Meccaniche di Milano, con la partecipazione di ospiti come i Finley, Roy Paci, Giuliano Palma & The Bluebeaters e Morgan.
Nel 2011 esce il singolo “La mia città”, dedicato alla sua Napoli, un progetto indipendente nato dall’incontro del cantautore partenopeo con Lorenzo Suraci, presidente di RTL 102.5.
Nello stesso anno presenta con grande successo la canzone “Italiani” durante il Concerto del I maggio di piazza San Giovanni a Roma. L’esibizione dell’artista iniziata con L’Isola che non c’è, è proseguita appunto con il suo inedito sul 150º dell’Unità d’Italia e si è chiusa con Rinnegato.
Nello corso del tour di quell’anno vengono poi registrati alcuni concerti che porteranno alla realizzazione di un CD più DVD dal titolo “Canzoni tour”.
Nel 2012 scrive “Ma quale musica leggera” per Loredana Bertè, brano nel quale Bennato suona anche l’armonica, e reinterpreta uno dei suoi successi “Meno male che adesso non c’è Nerone” insieme al rocker Pino Scotto.
Nel 2013, oltre all’attività live che lo ha anche riportato in tour in Austria, Svizzera e Germania, inizia a lavorare all’allestimento del nuovo musical “Pinocchio il paese dei balocchi”, sulla scia del successo del precedente “Peter Pan – il musical”.
Nel 2014 proporrà una nuova veste per i suoi concerti, che comprenderanno anche alcuni eventi tra cui la partecipazione al “Festival dei 2 mondi” di Spoleto, in cui sarà accompagnato dalla band e dal quartetto d’archi “Quartetto Flegreo”, unendo così strumenti classici a quelli ritmici ed elettrici per un sound memorabile.

 

 

 

10 Ottobre 2017

Autore:

redazione


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