All’Afieri di Naso laboratorio gratuito e prima produzione con Rosetta Sfameni, aiuto regista da Donatella Ingrillì
Laboratorio teatrale gratuito e prima produzione in assoluto al Teatro Alfieri di Naso, una novità voluta dalla coordinatrice artistica Oriana Civile ad arricchire la Stagione 2019/2020 “Il Teatro Siamo Noi – #diversamentegiovani”, perché – ricorda – “un teatro è più vivo nel momento in cui crea, produce, forma nuovi artisti e nuovi spettacoli”.
Per iscriversi al laboratorio c’è tempo fino a giorno 11 gennaio, quando, dalle ore 16 alle ore 18:00 al Teatro Alfieri, si terrà il primo incontro tra gli allievi e i coach. Per informazioni e modulistica basta rivolgersi all’Ufficio Turistico Naso (piazza Lo Sardo, tel 0941960076 e 3898325697).
Il laboratorio è finalizzato alla messa in scena di un estratto di “Elena” di Euripide, opera che, trattando tematiche come la condizione femminile, l’immigrazione, la guerra e l’antimilitarismo, si rivela di piena attualità tanto da essere in programmazione alla Scala di Milano. Lo spettacolo prodotto dal Comune di Naso, per la regia di Rosetta Sfameni e l’organizzazione curata da Oriana Civile, vedrà nel cast tecnico anche Andrea Benedetto, firma dell’adattamento e delle musiche originali, e andrà in scena a chiusura del cartellone, il 28 giugno 2020 alle ore 18:30.
Rivolto a giovani e adulti che intendano mettere alla prova e affinare la propria vocazione artistica, il laboratorio, luogo di apprendimento tecnico, ma anche di confronto con se stessi e con gli altri, avrà una durata di 6 mesi, da gennaio a giugno 2020, tutti i sabato dalle 16:00 alle 18:00. Tra tecniche di rilassamento e di utilizzo della voce, esplorazione spazio-temporale e lavoro sul nome, la fase iniziale del corso è mirata a trasmettere alcuni caposaldi del “mestiere”. “Desidero far conoscere le tavole del palcoscenico, insegnare come si sta sul palco”, afferma Rosetta Sfameni. “Non basta recitare a memoria per essere attori. L’obiettivo principe è far trovare una via autentica di espressione all’amore per il teatro di cui gli allievi sono portatori”. Nella seconda fase si affronteranno i provini per la definizione dei ruoli, lo studio e la messa in scena.
“Elena” di Euripide è stata rappresentata per la prima volta nel 412 a.C. Ricalcando la protagonista della Palinodia (che significa proprio “testo che ne corregge un altro”) di “Elena” del siciliano Stesicoro, l’Elena di Euripide non è mai andata a Troia con Paride, il quale invece è stato seguito dal suo fantasma. La più bella fra le donne greche è invece fuggita in Egitto, trovando riparo alla corte di Proteo e Teoclimeno. Su di lei pende la colpa più grande per un sovrano: aver causato la guerra che ha devastato il suo popolo. Quindi la donna chiede di poter tornare in patria a dimostrare la sua innocenza. Ordisce un piano di fuga e rovescia il cliché della sua colpevolezza: la “nuova” Elena, come sarebbe stata ricordata da Aristofane, è esente da colpe, determinata ed eroica. E il suo coraggio riscatta tutte le vittime di una falsa credenza. L’opera dice a chiare lettere che la guerra è inutile, basata su falsità, apparenze e illusioni. E dice anche che spesso le “categorie” in cui vengono racchiuse le figure femminili, sono modellate strumentalmente, non rispondono al vero e servono a giustificare atti, come appunto la guerra, che non hanno alcuna ragione di essere. Senza mai dimenticare la legge del mare, racchiusa nell’affermazione secondo cui “i naufraghi sono cosa sacra”.
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