TEMI CALDI A MESSINA – Il Movimento 5 Stelle rincara il proprio “NO” alla Variante “Salvacolline”
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TEMI CALDI A MESSINA – Il Movimento 5 Stelle rincara il proprio “NO” alla Variante “Salvacolline”

– di Corrado Speziale

 

Dopo l’exploit elettorale di domenica scorsa che ha visto il M5S trionfare anche a Messina, in vista delle prossime amministrative, si riaccende il dibattito politico sulle tanto discusse scelte urbanistiche dell’Amministrazione Accorinti. Da Francesco D’Uva e dagli altri neo deputati è arrivato l’invito alla Giunta a ritirare la Variante di salvaguardia, adesso all’esame del Consiglio comunale. Tutta la deputazione e gli attivisti pentastellati hanno da sempre avversato la cosiddetta “Salvacolline”, criticandone aspramente il trasferimento dei volumi, sollecitando, piuttosto, il nuovo PRG come strumento di sviluppo.
Anche le due neo elette al Senato nel Movimento 5 Stelle, Grazia D’Angelo e Barbara Floridia, tra le loro attività politiche in ambito locale, ancor prima della campagna elettorale, avevano trattato il tema “PRG a volumi zero”, legato inevitabilmente alla contestata Variante di salvaguardia ambientale e al PIAU. Le due attuali neo parlamentari, allora, da semplici attiviste, si erano rese protagoniste in un interessante dibattito cittadino tenutosi al Comune lo scorso dicembre, nel corso del quale, in linea con il proprio movimento, avevano criticato le scelte dell’Amministrazione in materia urbanistica.
Aveva detto Grazia D’Angelo: “Di strumento di salvaguardia alla fine non si può parlare…Con la Salvacolline si verificherebbe una situazione abbastanza anomala con l’istituzione della banca delle volumetrie. E’ un cosa che non può essere accolta”.
Il quesito posto da Barbara Floridia “La Variante ‘salva’ solo le colline? Perché una Variante e non un nuovo PRG?”.

In vista delle prossime amministrative, i temi caldi che tengono banco in città assumono toni diversi e vedono variare il loro peso secondo chi li tratta. E’ una questione di legittimità politica: il Movimento 5 Stelle è vincente in modo schiacciante dappertutto, anche a Messina.
Così, la partita sulle future scelte urbanistiche è più che mai aperta e combattuta. Perché chi in città ha vinto le recenti elezioni politiche, ritiene, a buona ragione, di poter alzare i toni su scelte amministrative di importanza strategica, come la Variante al PRG, a pochi mesi dalla conclusione del mandato e dunque in clima di avviata campagna elettorale per le amministrative.
Da Francesco D’Uva e dagli altri neo deputati è arrivato l’invito alla Giunta a ritirare la delibera sulla Variante, adesso all’esame del Consiglio comunale. Tutta la deputazione e gli attivisti pentastellati hanno da sempre avversato la cosiddetta “Salvacolline”, criticandone aspramente il trasferimento dei volumi, sollecitando, piuttosto, il nuovo PRG come strumento di sviluppo.
Nel corso del tempo, i 5 Stelle si erano in più occasioni espressi contro questa Variante.
Tra i vari momenti, lo scorso 16 dicembre, erano emersi dei segnali significativi: al Comune di Messina, al dibattito sul PRG a volumi zero, organizzato da Energia Messinese, a causa di impegni istituzionali, non avevano potuto partecipare i deputati messinesi del M5S. Non a caso si è verificato che questi venissero sostituiti da due “semplici” attiviste che da lì a poco si sarebbero rese protagoniste dell’ultima, vincente, campagna elettorale: Grazia D’Angelo e Barbara Floridia, adesso neo senatrici del movimento 5 Stelle.
Perché al Comune si è pensato alla Variante e non direttamente a un nuovo PRG? Una Variante che prevede il trasferimento delle cubature può essere parte integrante di un PRG a volumi zero, così come enunciato nel programma di Accorinti? Considerato l’iter che ha scontentato tutti, sono state rispettate le regole sulla trasparenza?
“Da oltre 5 anni Messina è in attesa del nuovo PRG volumi zero, diventato oggetto misterioso e della cui fine nulla è concesso di sapere. Intanto l’ultimo PRG, vecchio, superato, sovradimensionato, continua ad essere in vigore sebbene elaborato nei primi anni ’90 con le previsioni demografiche del tempo e l’immensa espansione edilizia conseguente”. Questo era il testo con il quale Energia Messinese aveva sollevato la questione.
Barbara Floridia aveva introdotto e coordinato il dibattito: “Parlare di PRG a volumi zero è necessario e urgente. Una discussione del genere non poteva più farsi attendere. In primo luogo dobbiamo mettere la salvaguardia dell’ambiente, la sicurezza, la bellezza, il riuso, il poter riqualificare. E’ importante che la civiltà intera vada verso una diversa e nuova realtà del nostro vivere. L’ambiente è il luogo dove ci incontriamo, dove stiamo insieme, perché senza la nostra terra saremmo nulla”. E sul tema specifico, la sua domanda introduttiva conteneva in sé tante risposte: “La Variante ‘salva’ solo le colline? Perché una Variante e non un nuovo PRG?
Grazia D’Angelo: “Il PRG è come una tela su cui bisogna realizzare un’opera d’arte ma deve essere in grado di esprimere le potenzialità che l’artista deve tirar fuori. Messina è legata a un piano regolatore vecchio e sovradimensionato e non più confacente alle esigenze dei messinesi. In questa situazione già critica si va a innestare questo strumento di salvaguardia, ‘Salvacolline’, che i nostri deputati hanno visto con occhio critico e sul quale sono stati mossi dei rilievi oggetto oggi i argomento da parte di soggetti qualificati che vanno confrontati con i nostri. Di strumento di salvaguardia – aveva proseguito la futura senatrice – alla fine non si può parlare perché si tratta di zone già sottoposte a dei vincoli ben precisi, di diversa natura, che in ogni caso non danno la possibilità di edificare. Con la Variante Salvacolline si verificherebbe una situazione abbastanza anomala con l’istituzione della banca delle volumetrie con cui si dà la possibilità di spostare il 50 per cento dei volumi dalle zone collinari alle zone con affaccio a mare. Questa è una cosa che non può assolutamente essere accolta”. Dopodiché aveva toccato il tasto della partecipazione: “Queste criticità – aveva sottolineato ancora Grazia D’Angelo – sono state accentuate dalla poca conoscenza del piano. Non c’è stato scambio di informazioni fra gli organi istituzionali e i professionisti. Si è generata una sorta di “malafede” nei confronti del piano stesso. Sembra assurdo che una cosa che va a ricadere sulla vita di tutti i cittadini non possa essere conosciuta in maniera preventiva e se è il caso modificata dai cittadini stessi”. La proposta: “Noi sposiamo un piano regolatore a volumi zero, perché sappiamo che il nostro territorio non necessita di nuovi volumi, ma di riqualificare quelli già esistenti. Esiste una quantità innumerevole di immobili in stato d’abbandono che avrebbero necessità di essere riqualificati. Ciò potrebbe portare quel lavoro compensando la mancanza di nuove costruzioni. Questi sono due obiettivi che ci poniamo. Dobbiamo remare tutti nella stessa direzione per far sì che si possa creare un nuovo piano regolatore che dia una visione della città a 360 gradi, con senso di progettualità”. Già allora era partita la richiesta reiterata adesso da Francesco D’Uva e dagli altri deputati: “Nostro auspicio – aveva ancora detto Grazia D’Angelo – è che l’Amministrazione possa rivedere questo provvedimento di salvaguardia e vada, piuttosto, a incidere in maniera condivisa e congiunta con gli operatori del settore e la cittadinanza”.
La Variante di salvaguardia trae origine ed è regolamentato dalla Delibera 74/C del 25.10.2012. Promotore Giuseppe Corvaja, assessore della Giunta Buzzanca. Il fine: “Abbattimento totale o parziale degli indici di edificabilità delle zone a bassa suscettività edificatoria – Facoltà di rinuncia/trasferimento dei volumi edificabili”. Nel provvedimento è previsto che i volumi edificatori, transitando attraverso un apposito Registro, per legge regionale, vengano allocati nelle zone industriali ex Zir e Zis, già di competenza dell’Asi. La stessa delibera estende la facoltà di sfruttare e trasferire i diritti edificatori a tutti i proprietari di terreni edificabili, non ancora edificati, anche in zone non a rischio, ricadenti in qualsiasi altra località del territorio comunale. In ogni caso tale previsione dovrà essere predisposta nel nuovo PRG.
La Variante è adesso in Consiglio comunale e a causa di varie lungaggini che si stanno verificando la Giunta ha richiesto alla Regione la nomina di un commissario che assuma i poteri per l’adozione, in tempi brevi, dello strumento urbanistico.

9 Marzo 2018

Autore:

redazione


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