Ancora interesse e partecipazione alle manifestazioni della Terrazza d’Autore. Parole e pensieri controvento che si stanno svolgendo alla guardiola di Piraino in queste settimane. Sabato 22 luglio è toccato a Giacomo Di Girolamo, giornalista di Repubblica e il Sole 24 Ore, esperto di criminalità organizzata e corruzione, che ha presentato il monologo Dove sei Matteo? Storie e tarocchi del latitante Messina Denaro. Baricentro della riflessione di Di Girolamo è stato, infatti, l’invisibile, il pupillo di Totò Riina, amante di Diabolik e videogiochi, donne e belle auto: Matteo Messina Denaro.
L’autore, che sul personaggio ha scritto un libro edito da Il Saggiatore, ha ricostruito minuziosamente, anche con l’ausilio di immagini-chiave, la storia di questo criminale, le sue origini, la sua ascesa, tracciando le direttrici di una Cosa Nostra ancora silente e potente, i cui tentacoli si snodano a partire dalle terre di Trapani, Castelvetrano e Marsala.
“Ti devo confessare una cosa, Matteo. Ormai so tante cose di te, e voglio dirti che, in verità, non susciti più in me né scandalo né meraviglia. Mi sorprendo piuttosto di un altro fattore: racconto fatti gravi, oggettivamente gravi, sotto gli occhi di tutti. Eppure sembrano irrilevanti. Non producono alcuna conseguenza tra le persone. Noi siciliani oggi siamo depotenziati”.
Un’amara verità, “un grido sofferto”, quella che si legge ne l’Invisibile, che l’autore “urla” quasi rassegnato come tutti quei siciliani che se da un lato hanno beneficiato di una terra paradisiaca, dall’altro vivono da tempo, da troppo tempo e sulla loro pelle, mattanze e torti che per certi aspetti non indignano più. Ma bisogna continuare a parlarne. E Giacomo Di Girolamo, per la sua amata terra, continua a farlo, instancabilmente, nella convinzione che il coraggio della parola possa contribuire a salvare un’isola che spesso pare “irredimibile”. Conoscere la storia del boss Matteo Messina Denaro, gli intrecci di mafia, politica, imprenditoria, funge da goccia, forse, nella desertificazione delle coscienze. Ma le gocce, alla lunga, come nel Medioevo, “aprono” le teste, tormentano le coscienze e, puntellano, le speranze di un rinnovamento “spirituale” nella terra dell’omertà e della rassegnazione.
Dopo Nino Amadore e Giacomo Di Girolamo, a concludere, sabato 29 luglio, questa brillante iniziativa voluta fortemente dalle associazioni Cesas Onlus e Sakbe di Brolo, Network e Annibale Lo Bianco di Galati Mamertino, e patrocinata dal Comune di Piraino, sarà lo scrittore, esperto di criminalità nebroidea, Luciano Armeli Iapichino, con la storia Attilio Manca? Adesso drogateci tutti. Pensieri parole opere di una morte surreale, sul caso dell’urologo barcellonese morto in circostanze misteriose a Viterbo, vicenda sulla quale aleggerebbe lo spettro della latitanza e dell’operazione alla prostata di Bernardo Provenzano. Una morte sulla quale, a quanto pare, anche la Procura Antimafia di Roma vorrebbe porre i sigilli dell’archiviazione. La cantautrice Oriana Civile leggerà alcuni passi de Le vene violate. Dialogo con l’urologo siciliano ucciso non solo dalla mafia, Armenio Ed. Introdurrà Nino Amadore, saluti di Carlo Amato, vicesindaco di Piraino.
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