TERZA SERATA – Il Festival: altro giro altra corsa, o meglio, stessa spiaggia stesso mare
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TERZA SERATA – Il Festival: altro giro altra corsa, o meglio, stessa spiaggia stesso mare

Il festival visto da Italo Zeus

Il festival della noia procede dritto come un treno, nella speranza che niente possa andare fuori binario.

Conti si affanna verso questa velocità “dai, dai, andiamo” che dice a chiare lettere, “prima finisce meglio è”.

Le tre co-conduttrici di ieri sera sono state letteralmente zittite. Katia Folesa era partita con un semplice “due palle”, Conti è salito di corsa sulla scala per fermarla e riportare la comicità al trito e ritrito, Miriam Leone e Elettra Lamborghini sono bellissime tu Katia sei intelligente e spiritosa. Io credo che se ti comporti così con le donne, poi non serve a niente che dici” se una donna dice no è no, sempre” perchè svuoti di senso quest’importantissimo messaggio. Io credo che per quanto riguarda la lotta contro la violenza di genere si debba partire non dall’uomo per bene, educato, progressista, ma da queste cose. Michela Murgia ci ha lasciato un mondo nel quale la violenza parte dal comportamento di base: “stai zitta a me non me lo dici”. Punto.

L’inquadratura di Conti terrorizzato che sbuffa, quando Elettra Lamborghini gli sfugge quasi come fosse una bambina per andare nel pubblico e salutare “il pezzo d’uomo del mio fidanzato” e la madre. Letteralmente presa e riportata sul palco a farsi i fatti suoi. Per le tre. “Prendi i soldi e scappa” direbbe il grande Woody Allen.

La bellissima Miriam Leone, dichiara senza dirlo, che lei è li per promuovere la fiction su Oriana Fallaci di cui lei è protagonista che per la destra al governo è importantissima, visto che non si sa quando è perchè la Fallaci è stata incasellata come donna di destra. Evidentemente hanno letto, così di sfuggita i suoi ultimi libri anti-islam o meglio anti-crudeltà dell’attentato alle torri gemelle e a quella parte di gente che “piscia sui monumenti di Firenze”, perchè la Fallaci è quella che ha lottato come una pazza per l’aborto, per dire, oggi reato universale vorrebbe la nostra bionda G.M.

Poi c’è il trend di Conti:”40 anni fa” detto una ventina di volte per presentare i soporiferi Duran Duran svegliati dalla nostra vitale e splendida Victoria dei Maneskin che fa brillare il suo basso nel cupo remembering dei vecchietti Wild Boys.

“60 anni, 60 anni, 60 anni” per Iva Zanicchi, anche lei sbrigativamente zittita dal Tribunale della Verità direbbe Orwel in 1984, il cui esponente in questo momento è Conti.

Stai attento vecchia volpe della tv, perchè il corpo non mente, e quando lo reprimi i sintomi si mostrano. Il “sintomo” è Lucio Corsi, che di questo tentativo sfrontato di “normalizzazioni”, citando la Lucarelli, se ne sbatte, anzi sembra neanche rendersi conto quanto potente sia la sua presenza con il brano “Volevo essere un duro” che dice l’esatto contrario. Lui non è un duro, non è lo stereotipo maschilista, il contrario. Conti, la tua educazione e il tuo festival silenzioso non reggono.

I cantanti:

Vince tra le nuove proposte Settembre con il brano “Vertebre” (dal quale è scomparso isiegabilmente Mogol tra gli autori). Vince anche il premio della critica Mia Martini e il premio sala Sala stampa. Molto contento ma non la smetto con Martina Attili, per me vincitrice assoluta dell’intero festival forse.

top five di ieri sera, nomi sparsi:

Irama

Coma_Cose

Brunori Sas

Olly

Francesco Gabbani

Il televoto comincia a farsi sentire, anche se ancora il peso della stampa si sente nella figura di Brunori Sas.

Ieri nei 5 è entrato Fedez.

Olly  ha fatto un’interpretazione molto sofferta ma l’ha portata a casa. Lo stress a cui è sottoposto questo ragazzo è notevole “ma non sei deluso di non essere più in alto?” un continuo e la macchina infernale a cui gli artisti sono sottoposti a Sanremo è delirante e faticosa. I veterani sanno come mediare, le new entry molto meno. Anche lo stesso Cattelan ha detto apertamente che si sente distrutto proprio fisicamente.

I Coma-Cose prendono il volo con i cuoricini, Irama smonta un pezzo che sarebbe stato una hit se non l’avesse cantata lui, Brunori Sas trasmette rilassamento di un artista risolto, si dice in questi tempi, Gabbani mostra il mestiere e una bella canzone, come le altre del suo repertorio, sempre vincenti.

Non capisco perchè il bellissimo brano di Noemi venga così ignorato.

I Modà annoiano più della pubblicità. Sarah Toscano finita nel tritacarne dei critici si riscatterà in radio e quando magari la smetteranno di sottolineare la sua età (Conti non la smette mai, oh e fissato con i numeri) con quei vestiti da adolescente. Gaia brava, meno il brano. Clara ne carne ne pesce, Massimo Ranieri sempre più fuori tema, Shalblo e la gang spingono sulla frase “street song” che piace e rimbomba in mente, Joane Thiele assolutamente la più elegante musicalmente ma l’ultimo posto la segue passo passo.

Non può mancare un pò di veleno su lui, Tony F, “er monezzaro” avrebbe detto il suo amato Califano, che come al solito stiamo santificando dopo che è morto perchè prima era scomodo di brutto. Dice Tony F che voleva essere divisivo, e su questo la “paraculata” manageriale ha fatto segno. Questa supposta sperimentazione Sanremese però, credetemi non la sentiremo più. Non c’è nessun progetto e come un cane bastonato non vede l’ora di tornare nella sua cuccia sessista.

La boccata d’aria di ieri sera è stata il bambino tuttologo sanremese ai limiti dell’ossessione, che avrebbe presentato molto, molto, molto meglio di Conti e non solo.

La sua presenza ha urlato dal palco ”ou rega ve date na svejata!!!”

Stasera i duetti, che anche se i voti non vengono conteggiati e si avrà una gara a se stante, avranno sicuramente peso.

A domani

Italo Zeus

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14 Febbraio 2025

Autore:

redazione


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