Intervista realizzata da Giulia Quaranta Provenzano
Oggi la blogger Giulia Quaranta Provenzano ci propone l’intervista a Lorenzo Braccialini. L’amministratore delegato e cofondatore di AmazonLife s.r.l. si è un po’ raccontato, parlando di +Three°°°
Buongiorno! Vorrei domandarvi subito quando e mossi da quale cosiddetto motore interiore ha avuto origine il vostro viaggio nella realizzazione delle borse e zaini +Three°°° – e, questo, anche in relazione al nome che avete scelto per il vostro marchio [clicca qui https://www.plus3.eco/negozio/ per accedere al sito Internet del brand]. “Buongiorno Giulia! +Three°°° è fondato sui principi dello sviluppo etico e sostenibile. Il nostro obiettivo è infatti quello di produrre borse e accessori combinando etica, sostenibilità e innovazione. Ciò che abbiamo a cuore non è solo creare un prodotto dal design curato e durevole nel tempo, ma anche di farlo rispettando l’utilizzo delle risorse di cui necessitiamo e le persone coinvolte nella fase di produzione. Vogliamo dare luogo a prodotti di qualità, la cui realizzazione non abbia alcun impatto negativo su alcuno e alcunché e che siano, invece, un esempio di cambiamento in positivo. Il nome +Three°°° deriva da un’allarmante analisi dei ricercatori UNEP (United Nation Environment Program) secondo cui, entro il 2050, si assisterà a uno scenario nel quale il riscaldamento globale supererà i tre gradi centigradi – innescando alterazioni irreversibili dell’ecosistema globale quali la desertificazione di alcune aree e gravi eventi atmosferici, oltre a colossali migrazioni. Il nostro nome, +Three°°°, nasce dunque proprio da questa sopracitata analisi che vuole ricordarci quanto le nostre scelte di oggi possano condizionare il domani di tutti”.
Cosa rappresenta per voi di +Three°°° la bellezza, la moda, l’arte più in generale e quale ritenete che sia il loro principale pregio e potere? “+Three°°° non è moda, non è bellezza e non è arte bensì è sentimento, è volontà, è circolarità, è rispetto, è funzionalità ed è ricerca. Il suo pregio consiste nella sua coerenza, anche a discapito della sua stessa sopravvivenza. +Three°°° è difatti un progetto etico in cui il profitto non è al centro del business”.
Quale ruolo vi pare che giochi e quale vi piacerebbe avesse l’immagine visiva nella società e nel veicolare significati nei più differenti ambiti della vita? “Etica sociale, sostenibilità ambientale con una filiera tracciabile e innovazione tecnologica sono i valori che alimentano +Three°°° ed è, questa, l’immagine che vorremmo che il pubblico avesse di noi”.
Voi ritenete che i capi d’abbigliamento e gli accessori abbiano o non abbiano un genere ossia, quando date alla luce le vostre creazioni +Three°°°, avete in mente oppure invece non seguite mai talune categorizzazione appunto del genere in base al sesso di nascita? “L’80% del mercato mondiale degli accessori è dedicato alla donna e il mio personale percorso professionale deriva da un’azienda le cui collezioni sono appunto al femminile… pertanto, la maggior parte delle collezioni +Three°°° sono anch’esse al femminile. Abbiamo, tuttavia, anche capi “gender neutral” o unisex come gli zaini o le pouch bag dove l’uso sovrasta il genere”.
Avete affermato che la sostenibilità è la vostra mission, la finalità di +Three°°°, la quale viene perseguita in ogni fase di creazione (dal reperimento dei materiali all’assemblaggio e alla distribuzione) e che – citandovi – vi differenziate infatti dalla fast fashion per i capi artigianali progettati per resistere nel tempo così da ridurre l’impatto ambientale. Ebbene tutto ciò, compreso quindi il minor consumo di acqua e di energia e il controllo delle emissioni di anidride carbonica, in quale rapporto sta con l’esigenza che un imprenditore e un’azienda hanno di fatturare? “La nostra mission spesso è in contraddizione con l’esigenza di fatturare, in quanto i prodotti +Three°°° hanno fasi di lavorazione i cui costi poco si confanno rispetto a ciò che il mercato è disposto a spendere per prodotti veramente “circolari” o sostenibili. Nel nostro Paese, in alcuni segmenti della moda (accessori e calzature) la sostenibilità e la naturalità sono associati a un costo minore rispetto ad altri ambiti (quali, ad esempio, l’alimentazione)”.
La vostra etica sociale – citando quanto è stato da voi affermato – prevedeva la necessità di garantire condizioni di benessere alla forza lavoro: sicurezza, salute, parità di trattamento, inclusione, accesso ai congedi parentali e salari adeguati per ogni dipendente. In base a quali criteri selezionavate quelli che ipotizzavate fossero i migliori lavorati e collaboratori per +Three°°°? “La società AmazonLife s.r.l., che detiene il brand +Three°°°, attualmente si avvale unicamente del mio lavoro ossia soltanto del lavoro del suo cofondatore Lorenzo Braccialini. Inizialmente ho collaborato con due risorse, delle quali una esterna, ma – in un secondo momento – purtroppo le vendite non hanno permesso il proseguo della collaborazione. La società si avvale dei servizi dell’azienda di pelletteria (certificata) PELFIM, Pelletteria Fiorentina Montecristo s.r.l.”.
Ortica, canapa, bamboo, alga, tencel, treetap sono alcune delle fibre naturali vegetali che vi siete prefissi e progettate di utilizzare per dare origine ai vostri prodotti +Three°°° che possono vantare altresì l’uso della cellulosa riciclata al 100% con colori metal free. Proprio per quello che concerne i colori, quali sono quelli che prediligete e per quale ragione nello specifico? “Al momento solo una piccola parte dei citati materiali è stata utilizzata. Oltre al caucciù dell’Amazzonia (treetap), dall’unico e inconfondibile colore testa di moro, ad oggi abbiamo usato anche un filato di poliestere riciclato post-consumo al 100% di alta qualità (contenente Upcycled Marine Plastic) e di colore nero, rosa e a stampa fiorita esclusiva. Abbiamo adoperato altresì le divise dismesse dall’esercito olandese e importato, dai laboratori etici di Ethical Fashion Initiative (ONU & WTO), il tessuto Bogolan di Mali e del Burkina Faso – lavorato secondo antiche tecniche tradizionali. I coloranti di base vengono creati immergendo il tessuto in un decotto di foglie di betulla africana, successivamente lasciato asciugare al sole. I disegni sono realizzati a mano”.
Infine, prima di salutarci, volete anticiparci quali sono i vostri prossimi progetti? “La società non sarà, purtroppo, in grado di programmare il proprio futuro da ora in avanti”.