Il Tindari Festival 2022 è stato dedicato al tema dell’Accoglienza.
Lo spettacolo di chiusura di questa prima stagione, diretta da Tindaro Granata, sarà una dedica importante alla Madonna Nera, perché uno dei progetti speciali di questa direzione è proprio pensato per la nostra Signora del Tindari.
“La devozione alla Madonna Nera non è una questione solo religiosa, ma un fatto, un’appartenenza culturale che determina l’identità di questo luogo e le persone che se ne avvicinano (sia credenti che non credenti) hanno il desiderio di ritrovare qualcosa di antico che risiede nella loro coscienza culturale emotiva.
Per il triennio di questa Direzione Artistica, riconosciuta dal Ministero della Cultura di interesse culturale, creeremo un ponte artistico tra il mondo della Fede e il mondo del Teatro, dedicando uno spettacolo/evento alla figura della Madonna Nera. Quest’anno lo spettacolo dedicato alla nostra signora di Tindari è: VERGINE MADRE di e con Lucilla Giagnoni”.
Gli spettatori e le spettatrici assisteranno ad una magica visione, sul piazzale della Basilica del Tindari, con l’attrice Giagnoni sul sagrato della chiesa.
Lucilla Giagnoni
Lucilla Giagnoni presenta così Vergine Madre: Sei canti della Divina Commedia, probabilmente i più noti. Sei tappe di un pellegrinaggio nel mezzo del cammin di nostra vita: Il viaggio (Il primo canto dell’inferno), La Donna (Francesca, il V), l’Uomo (Ulisse, il XXVI), il Padre (Ugolino, il XXXIII), la Bambina (Piccarda, il III del Paradiso), la Madre (Vergine madre, il XXXIII del paradiso). È la Commedia Umana di Dante, una strada che si rivela costeggiata da figure “parentali”: quello che si compone, guarda caso, è il disegno di una famiglia.
Sono parole incantatorie, quelle della Divina Commedia, parole taumaturgiche, rituali. Eternamente ripetute come le preghiere.
I canti non vengono spiegati e, per quanto, ad essere sinceri, talvolta possano sembrare incomprensibili all’ascolto, sono loro a spiegarci quello che ci sta accadendo.
Dalla lettura dei canti scaturiscono storie. Il lato oscuro dell’uomo, l’aspetto meraviglioso e terribile del padre, la santità dei bambini, la prigione della donna, la grandezza della madre che ci indica l’unica strada possibile: la conciliazione degli opposti, l’armonia dei contrari. Un percorso ricco, sorprendente e, soprattutto, confortante. Come la preghiera.
A cantare e raccontare storie è una donna. Perché più spesso sono le donne a pronunciare, senza mediazioni, il desiderio di pace. E perché sicuramente l’anima ha una voce femminile.
Una donna isolata dal mondo, nel suo giardino, in una notte oscura crea per sé stessa un‘isola di pace. Le abbiamo conosciute anche noi certe isole di pace, mentre eravamo turbati per quello che succedeva, là fuori: se ora ci pensiamo bene, spesso erano momenti di poesia, lo strumento migliore per comprendere il mondo rapidamente e in profondità. Forse per stare al passo con le complesse trasformazioni che stiamo vivendo, sarà bene fare tutti una bella scorta di poesia.
Io l’ho fatto, quando la profezia della donna isolata nel giardino è diventata realtà, e dai canti di Vergine madre ho interpretato tutta la Divina Commedia: è stato come vivere più vite e mi sono regalata un po’ di paradiso.
VERGINE MADRE
1 settembre ore 21 – Piazza del Santuario S.S Maria Del Tindari