In un aristocratico salotto anni Trenta, la musica del pianoforte e del violino, accompagna l’incontro tra la splendida contessa Pizzardini Ba, e il suo amico (amante?) Aldo (Palazzeschi).
L’aristocratica dama è tediata dalla vita, lo spleen e il baratro senza uscita dell’abitudine alla quotidianità, le impediscono di provare emozioni. I due discutono con una certa ironia malinconica sulla noia da cui la nobildonna è ossessivamente afflitta – “se il cielo è sempre azzurro perché mai aprire le finestre?”-, trascinando lo spettatore in un vortice di riflessioni sul tema della vita e dell’amore.
Quattordici testi letterari, coadiuvati dalle musiche del maestro Paolo Coletta, con cui i due attori aprono un confronto sulle diverse coloriture dell’amore, sentimento complesso, e che più condiziona l’esistenza; da secoli sviscerato dalla letteratura e dall’arte, eppure, perennemente incompreso.
Si prova un sussulto di gioia ascoltando l’interpretazione della lirica struggente di Montale, e si sogna ascoltando i versi amorosi di Prèvert. Nel presente troppo spesso la poesia è dimenticata, o peggio, banalizzata in asserzioni prive di senso.
In questo caso, ha avuto due grandi interpreti, due attori magistrali e soprattutto preparatissimi (come pochi se ne vedono in giro): Mariano Rigillo, decisamente all’altezza della complessità dei testi, e Anna Teresa Rossini, un’attrice affascinante e coinvolgente.
I brani dialogano tra loro, con Il mare di Garcia Lorca, e ‘O Mare di Eduardo De Filippo, si parla anche del tema del viaggio e del mare, in cui trova spazio la grandiosità dei versi di Dante nel canto XXVI – l’Ulisse.
Il mare perché da sempre metafora della vita, che con il suo moto perpetuo culla e accompagna l’esistenza, rendendola meno amara.