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Note biografiche
La formazione
Nicola Piovani nasce a Roma, nel quartiere Trionfale. Suo padre Alberico, originario di Corchiano (VT), è un musicista dilettante, suona la tromba nella banda del paese. Sua zia Pina Piovani è un’attrice che ha lavorato nelle maggiori compagnie teatrali romane: Ettore Petrolini, Aldo Fabrizi, Romolo Balzani. Da bambino comincia a studiare inizialmente la fisarmonica, poi il pianoforte, prendendo lezioni private mentre studia al liceo Classico.
Dopo la maturità al liceo ginnasio statale Terenzio Mamiani, si iscrive all’università La Sapienza nella facoltà di Lettere e Filosofia. Nel 1967 si diploma in pianoforte da privatista al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano.
Sono gli anni della “contestazione”, e all’università. Piovani, entra in un collettivo di cui fa parte fra gli altri il regista Silvano Agosti. Nel 1968 il gruppo produce una serie di cinegiornali che documentano il movimento studentesco, a Piovani viene affidato l’incarico di realizzare il commento musicale: sarà la sua prima colonna sonora.
Gli esordi
L’esordio in un lungometraggio arriva l’anno successivo. Silvano Agosti gli chiede di lavorare a N. P. Il segreto, protagonista Irene Papas.
Nel frattempo Piovani continua a studiare e a fare diverse esperienze professionali. Per guadagnarsi da vivere suona in un locale di cabaret, dove una sera ha l’occasione di accompagnare Vittorio De Sica che canta Parlami d’amore Mariù. Incontra il grande compositore greco Manos Hadjidakis, per il quale si offre di lavorare come “negro” (cioè come orchestratore anonimo) allo scopo di carpire i segreti della composizione e della scrittura orchestrale.
Fa l’arrangiatore per la casa discografica Produttori Associati, e viene coinvolto da Fabrizio De André come co-autore di due album: Non al denaro, non all’amore né al cielo e il successivo Storia di un impiegato. Gira l’Italia con la compagnia teatrale di Carlo Cecchi, scrivendo le musiche di scena e talvolta partecipando in prima persona agli spettacoli come pianista e batterista.
La carriera cinematografica.
Nel 1970 ha scritto le musiche del lungometraggio La ragazza di latta di Marcello Aliprandi
Il regista Marco Bellocchio, dopo aver visto N. P. Il segreto, si rivolge a Piovani per la colonna sonora del suo film Nel nome del padre (1971) La collaborazione con Bellocchio (che durerà più di un decennio) dà l’inizio a una carriera che porta il compositore a incontrare quasi tutti i maggiori autori del cinema italiano degli anni Settanta e Ottanta: fra gli altri i fratelli Taviani, Nanni Moretti, Mario Monicelli, Giuseppe Tornatore, Federico Fellini. Per il grande regista riminese Piovani scrive le colonne sonore degli ultimi tre film, prendendo di fatto il posto dello scomparso Nino Rota.
Il sodalizio con Roberto Benigni ha inizio con La vita è bella, premiato con l’Oscar per la migliore colonna sonora di film drammatico. A Los Angeles, subito dopo aver ritirato la statuetta, Piovani approfitta dell’occasione per far sapere alla stampa statunitense di non essere uno pseudonimo di Ennio Morricone (così aveva erroneamente scritto anni prima un’enciclopedia americana).
Piovani ha sempre lavorato molto anche all’estero, soprattutto in Europa. In particolare negli ultimi anni la maggior parte della sua attività per il cinema è al servizio di registi francesi come Danièle Thompson, Philippe Lioret, Éric-Emmanuel Schmitt. Il 21 maggio 2008 al festival di Cannes il ministro della Cultura francese gli ha consegnato il titolo di Cavaliere dell’Ordre des Arts et des Lettres della Repubblica francese.
Il teatro musicale
Accanto al lavoro per il cinema, Piovani ha sempre continuato a dedicarsi alle musiche di scena. Ha firmato spettacoli per Carlo Cecchi, Luca De Filippo, Maurizio Scaparro, Vittorio Gassman, e tanti altri registi del teatro italiano. Con Luigi Magni e Pietro Garinei ha creato per il Teatro Sistina la commedia musicale I sette re di Roma, protagonista Gigi Proietti.
Nel 1991, insieme con lo scrittore Vincenzo Cerami, decide di dare vita a una nuova forma di teatro musicale, che fino a quel momento non trovava spazio sui palcoscenici italiani. Un teatro dove musica e parola abbiano pari dignità e si sostengano a vicenda. Nasce la Compagnia della luna, che dà vita a spettacoli come La cantata del Fiore e del Buffo (1991), Il signor Novecento (1992), Canti di scena (1993), Romanzo musicale (1998).
Nel 2000 debutta Concerto fotogramma: un allestimento in cui Piovani compendia e traveste in forma teatrale trent’anni di creazioni per il cinema.
Nel 2002 riceve dal Théâtre national de Chaillot di Parigi la commissione per Concha Bonita, spettacolo che si colloca a metà strada fra l’opera e la commedia musicale, composta su libretto di René de Ceccatty e Alfredo Arias.
Nel 2003 si dedica al recupero della canzone tradizionale romana con il fortunato Semo o nun semo.
La musica da concerto
Nicola Piovani è autore di molte composizioni cameristiche (fra le altre si può citare Reflex, piccola suite per due pianoforti composta per le sorelle Labèque). È invece concepita per un organico ampio La Pietà, uno stabat mater contemporaneo per voce recitante, due cantanti e un’orchestra di ventitré elementi eseguito per la prima volta a Orvieto nel 1998. Nel 2004 La Pietà viene proposta in Medio Oriente in una doppia rappresentazione, nel territorio palestinese di Betlemme e in quello israeliano di Tel Aviv. L’opera, composta su versi di Cerami, presenta fra l’altro una particolare novità timbrica: un soprano di coloratura e una voce soul cantano insieme in un’inedita formazione vocale.
Sullo stesso tracciato si collocano altre successive partiture che si distinguono per la loro scrittura orchestrale molto complessa e al tempo stesso di impatto immediato sul pubblico: nel 2003 L’isola della luce (su testi di Omero, Sicilo, Byron, Einstein, Giorgos Seferis, l’Ecclesiaste, Mesomede da Creta e Vincenzo Cerami); nel 2006 La cantata dei cent’anni, sempre con Cerami, dedicata al centenario del sindacato Cgil.
Nel 2008 presenta Epta, suite strumentale in sette movimenti per sette esecutori, ispirata al fascino del numero sette.
Le canzoni
Oltre ai due album con Fabrizio De André già menzionati, la produzione di Piovani comprende diverse decine di canzoni, composte perlopiù per spettacoli teatrali. Con Cerami e Benigni, prima ancora della collaborazione cinematografica, ha scritto per il tour dal vivo Tuttobenigni tre canzoni, fra cui la celebre Quanto t’ho amato. Dal tema principale di La vita è bella è stata tratta Beautiful that way, con le parole della cantante israeliana Noa.
Ha composto inoltre Il camorrista, sigla iniziale del programma AnnoZero in onda su Rai Due.
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