TINDARI – Oggi i media ci rilanciano un’immagine del suo abbandono. Giuseppe Pettina: Una denuncia che facciamo da tempo
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TINDARI – Oggi i media ci rilanciano un’immagine del suo abbandono. Giuseppe Pettina: Una denuncia che facciamo da tempo

Ora,  quando la stagione per molti potrebbe essere finita, ma a Tindari è sempre “estate” visto il costante afflusso turistico (culturale e religioso) che detiene è tempo di riflessione, di analisi, di provvedimenti e di agire.

A parlare è Giuseppe Pettina, advisor del consorzio Cassiopea, che ha attivato, anche tramite la Pro loco tindarita, – oggi molto attiva e partecipe –  nei mesi passati una serie di azioni per tutelare e arginare il degrado urbano di questo, ma anche proposto idee alternative – valide – per migliorarne la qualità della vita e dell’accoglienza a partite dell’ipotesi progettuale di una viabilità green e di un parcheggio eco-compatibile.

Pettina ora evidenzia: “stamani Tindari rimbalza sui media per la denuncia di un giovane residente che punta il dito sulle condizioni di abbandono e degrado in cui versa quel territorio; un’analisi attenta, non polemica, che va fatta. Quando in passato, l’abbiamo fatto noi, ci è valsa l’accusa di detrattori, di essere contro. Ma non era così, volevano essere – con il nostro dire – da pungolo, ma anche “sporcarci le mani” e fare la nostra parte.

 La Mappa del Degrado di una Frazione Turistica

Giuseppe Pettina, che di fatto  vive a Tindari, evidenzia che dietro l’immagine idilliaca di una frazione turistica si cela una mappa del degrado.

“Concordo con la denuncia fatta stamani – dice – c’è un lato oscuro che minaccia la bellezza di Tindari. Questa realtà nascosta è stata messa in luce da un giovane residente, che ha creato una dettagliata mappa del degrado. Mentre le cartoline turistiche ritraggono Tindari come un angolo di paradiso incantato, sospeso tra pendii verdi e il mare profondo che lo separa dalle Eolie, sono solo cartoline, la realtà è molto diversa.

L’estate, con tutto il suo potenziale turistico, ha lasciato dietro di sé i segni dell’inciviltà di molti visitatori, ma messo alla corde una macchina organizzativa, deputata al mantenimento pulito e decorso dei luoghi, inefficiente. Quest’azione – mantenere il decoro dei luoghi – passa anche attraverso la pulizia, lo spazzamento, lo svuotamento dei cestini. Un’azione fatta in più passaggi giornalieri. Un’azione spesso latitante per non dire a tratti assente.

E Pettina aggiunge “lo stato dei servizi igienici è da cancellare, meglio dire che sono chiusi, che mantenerli allo stato di luride latrine” (riferendosi ai servizi sottostanti il Santuario). Questa incuria determina – ma non ne giustifica le modalità – di “inventarsi” bagni pubblici improvvisati, come quello a “cielo aperto” del parcheggio degli Ulivi che si trasforma in un tappeto di feci e fazzoletti. Anche lungo la strada che porta dal Santuario al teatro greco, le auto parcheggiate in divieto di sosta sono diventate una soluzione per chi ha bisogno di un luogo per i bisogni impellenti. La situazione si ripete lungo la strada che conduce a Roccafemmina, dove alcune piante di ficodindia – come evidenzia sui media il giovane denunciante nella sua impietosa analisi – sono diventate la cornice per un’altra “area attrezzata”. Poi – dice Pettina –  c’è il fenomeno delle discariche abusive. Qui c’è di tutto. Nessuno vigilia, reprime, ma soprattutto pulisce e ripulisce. E conclude: “Tindari, fuori dalle immagini patinate, dallo sforzo di far calendari di eventi attrattivi, spesso si veste in maniera meno lusinghiera. e non sempre le si può perdonare tutto. Questa denuncia – l’ennesima che faccio a vari livelli – nasce per l’amore di un luogo così speciale che è oggetto dell’inciviltà di molti visitatori e dell’indifferenza delle istituzioni. È un grido di allarme per preservare la bellezza di Tindari e per chiedere un maggiore rispetto per questo angolo di paradiso che merita di essere preservato per le future generazioni. E’ una richiesta di vigilanza, programmazione, rispetto da parte di chi è deputato a fare questo”.

Ultima nota: Ila rete non perdona, ricorda, archivia, mantiene in memoria, quindio ho scelto di non pubblicare – dice sempre Pettina – nessuna immagine di una Tindari sporca.

3 Settembre 2023

Autore:

redazione


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