Giornata di buon livello la sesta di Tindari TeatroGiovani con i laboratori dell’ Istituto di Istruzione Superiore “E. Basile” di Monreale ( PA), che ha messo in scena “Le Antigoni” da Sofocle – Brecht – Weil e del Liceo “Regina Elena” di Acireale ( CT ) con “La dodicesima notte” di William Shakespeare.
Nel primo spettacolo, in effetti, come ha spiegato il regista Maurizio Carlo Luigi Vitale la contaminatio è lieve, perché si è rispettato per la maggior parte del lavoro il testo di Sofocle trasponendo però la vicenda ai nostri giorni. Sulla proiezione del Sunset Boulevard, un’importante e famosa arteria stradale che si snoda nella parte Ovest della Contea di Los Angeles, inizia la tragedia: due bande giovanili si sono scontrate per il controllo di un territorio, entrambi i capi sono rimasti sul terreno, ma il poliziotto – Creonte incaricato di riportare l’ordine, ora che nessuna banda prevale, ha fatto seppellire uno dei due e, pur essendo entrambi suoi nipoti, lascia per strada l’altro, come monito affinché ciò che è accaduto non si ripeta. Nessuna scenografia, scena spoglia, a rappresentare la solitudine di Antigone, che si oppone al despota.
Ottimo il lavoro fatto dal regista sui corpi e sui movimenti scenici di grande suggestione, come la sciarpa – cappio rossa che avvolge ora il collo di Antigone, ora quello di Creonte in una sorta di danza di morte.
Efficaci le musiche da Billy Holliday a Jim Morrison, alcune suonate dal vivo, così come il gioco delle percussioni realizzate sul palco con le mazze da baseball e fuori scena con oggetti di latta. I costumi hanno alternato quelli classici di Antigone e della Corifea (Cassenti Martina e Alfano Gloria), le più convincenti dal punto di vista recitativo, con le calzamaglie nere e con abbigliamenti moderni.
Anche la “Dodicesima notte” ha entusiasmato il pubblico per la coralità, visto che è una commedia
giocosa, complessa e ricca di sfumature, che, alternando momenti farseschi ad altri appassionati e malinconici, mette in gioco il tema dello scambio e della ricerca dell’identità. L’autore si diverte a
contaminare e a mescolare i generi, offrendoci una carrellata molto vivace di caratteri unici: nobili innamorati dell’amore e della musica, cavalieri gran bevitori e gaudenti, dame malinconiche e
innamorate, puritani ipocriti e beffati, buffoni irriverenti e amari.
Su tutti naturalmente giganteggia il personaggio di Viola, davvero brava anche nel balletto iniziale, soavemente femminile anche negli ambigui panni maschili. L’ adattamento ha forse risentito dei tagli che probabilmente, con i continui cambiamenti di scena, di cui assoluto protagonista è stato il divano, hanno determinato una caduta del ritmo. Pregevole è stato il lavoro di traduzione del laboratorio per rendere la lingua adatta alla esigenze sceniche e più vicina alla sensibilità dei giovani di oggi.
Perfetta la sinergia tra personaggi protagonisti e secondari; su tutti spiccavano lo zio Tobia (Paolo Schiavo); molto curati i costumi.
Le rappresentazioni proseguiranno lunedì con il Liceo Classico “La Farina” di Messina che rappresenterà le “Troades” da Euripide e Seneca, spettacolo atteso perché la regista Donatella Venuti in questi anni ha regalato agli spettatori spettacoli di alto rilievo artistico, e con l’ITG “Mario Rutelli” di Palermo con “Non ti pago “ di Eduardo De Filippo.
Prof.ssa Maria Lucia Lo Presti
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