Le prime due giornate di “Tindari TeatroGiovani – Rosario Parasiliti”, sono state variegate, tra spettacoli di autori classici e scrittori locali. Il Sindaco, avvocato Mauro Aquino e il Dirigente del Liceo “Vittorio Emanuele III” di Patti, prof.ssa Grazia Gullotti Scalisi, hanno auspicato che questa XIV edizione rappresenti un momento significativo sia per le scuole che hanno aderito alla rassegna-concorso, sia per gli studenti del liceo e degli istituti comprensivi che assisteranno agli spettacoli dal 25 al 28 maggio.
La rassegna si è aperta con l’Istituto Comprensivo San Piero Patti,“I ricordi e i biddizzi da nostra Terra”, adattamento dell’opera “E’ bedda la Sicilia” di Francesco Paolo Catanzaro. Gli alunni sono riusciti a ricreare quadretti di realtà locali che valorizzavano natura e tradizioni.
L’Istituto Superiore “I. Conti E. Vainicher” di Lipari ha presentato,“Amore e Psiche ”, tratto dalle Metamorfosi di Apuleio. La regista eoliana Tindara Falanga ha saputo “transcodificata” in una commedia mitologico-sentimentale di forte impatto emotivo il testo classico, modernizzandone aspetti e messaggi.
Operazione complessa e degna di rilievo quella del Liceo Statale “Ainis” di Messina con “Mare profondo”, liberamente tratto da Horcynus Orca di Stefano D’Arrigo e dall’Odissea. Il regista Sasà Neri con l’elaborazione complessa che ha catturato l’uditorio ha operato una rilettura intrecciata delle due opere, per raccontare una storia di viaggio, un nostos, che il protagonista, Ndrja Cambrì compie fino a rivedere la sua Messina insieme a mitiche sirene, che prendono corpo nelle “femminote”, e a grandi amicizie.
Martedì i primi ad esibirsi sono stati gli alunni dell’Istituto Comprensivo di San Piero Patti con “L’alunno ha sempre ragione” di Nerina Buemi
“Il lavoro, ambientato in una scuola non al passo con le innovazioni didattiche e povera di stimoli educativi e culturali significativi, racconta con fine sarcasmo i riflessi negativi che il lassismo educativo e una didattica permissiva e poco rigorosa, possono avere sul funzionamento della scuola e sull’interazione scuola – società”.
Con grande attenzione alla drammaticità della guerra, in linea con il centenario della Prima Guerra Mondiale, gli alunni della Scuola secondaria di primo grado “Alighieri – Tanzi” di Mola di Bari ( Ba) hanno rappresentato “La Pace” di Aristofane. Gli alunni sono stati interpreti capaci del valore della pace, bene irrinunciabile da perseguire quotidianamente per consegnare un mondo migliore alle generazioni future.
Il lavoro si è fatto apprezzare anche per i costumi e per il mantenimento di inflessioni linguistiche regionali, così come avveniva all’epoca di Aristofane
La mattinata di martedì si è conclusa con il pregevole lavoro del prof. Sergio Foscarini, docente a autore del dramma “Clitennestra. Ritorno in Aulide”, la storia tragica delle donne di Agamennone, Ifigenia, Clitennestra ed Elettra, osservata dal punto di vista dei rapporti interfamiliari ( madre – figlia maggiore, madre- figlia minore, sorella maggiore – sorella minore, sorella minore – padre, moglie – marito ). Il testo è una sintesi originale dell’Ifigenia in Aulide di Euripide e dell’Agamennone di Eschilo, non senza un tributo a Franca Rame, della quale è inserito il famodo monologo. “ Si contamina così il mito antico con l’attualissimo tema della vio- lenza di genere e del femminicidio. Compare, inoltre, nelle battute della protagonista una dura critica alla retorica machista e militarista di Agamennone e del suo esploratore. Il Coro è rappresentato dalle Erinni, che Artemide invierà ad Argo per vendicare la morte di Ifigenia. Nell’esecuzione teatrale il Coro sarà suddiviso in attri- ci deputate alla recitazione e musicisti ( strumentisti e cantanti) che accompagneranno i momenti salienti della tragedia con i pezzi musicali O Fortuna e Fortunae plango vulnera dai Carmina Burana di Carl Orff. Come ha sottolineato la Prof.ssa Nuccia Scarcella, che ha curato la direzione musicale, strumentisti e cantanti sono gli ex allievi della scuola media: una buona pratica che lega i due istituti e che mira a valorizzare in continuità i talenti degli studenti.
Durante le rappresentazioni non sono mancati momenti di commozione sul palco, come quando il regista Sasà Neri ha ricordato il prof. Rosario Parasiliti, cui è dedicata la rassegna, e la cui vedova prof.ssa Clelia Favazzo, oltre a presenziare alle rappresentazioni, è custode devota del valore culturale che il marito attribuiva al teatro.
Maria Lucia Lo Presti
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