Era partita, su proposta della CNA Alimentare della Sicilia e di quella provinciale di Ancona, nel mese di agosto, la battaglia nazionale contro il registro informatico dell’olio grazie ad un’azione della Cna messa in campo a tutela dei frantoi artigiani. E’ di questi giorni la risposta del Consiglio di Stato al ricorso presentato da Cna Alimentare nazionale su richiesta di Cna Alimentare Sicilia per la modifica del Sian.
Il Sian, ovvero sistema informatico dell’agricoltura nazionale, dal 1 luglio scorso obbliga le imprese che producono e quelle che confezionano olio a trasmettere per via telematica i flussi in entrata e in uscita e quindi i dati relativi a tali movimentazioni entro un tempo massimo di sei giorni.
“Grandi le problematicità sollevate da questo obbligo – spiega il Segretario regionale Cna Alimentare Tindaro Germanelli – a partire dalla scarsa tutela riservata a dati cosiddetti sensibili: il trasferimento in via telematica di tutta l’anagrafica clienti e fornitori andrebbe trattato con estrema cautela dato il suo valore strategico per la singola impresa.
Non solo: sul piano pratico, l’obbligo di trasmettere i dati al Sian entro sei giorni dà origine ad una mole di lavoro che mette in difficoltà i piccoli frantoi dove il personale spesso consta di soli componenti del nucleo familiare.
Infine, la necessità di revisionare le procedure per permettere di evitare errori è un altro punto critico per l’evidente complessità del sistema informatico da gestire, visto anche che in alcune zone vi sono problemi di connessione e/o assenza di adsl”.
Tenendo conto di queste difficoltà, che di fatto rischiano di portare al collasso l’attività dei frantoi artigiani, la Cna Alimentare ha preparato un documento di modifica del Sian, sottoscritto da numerose aziende olivicole nazionali, inviato poi all’Agea (agenzia per le erogazioni in agricoltura, ente che gestisce il Sian), ed ha presentato ricorso al Consiglio di Stato.
Il 16 settembre scorso il Consiglio di Stato ha stabilito, pur non potendo procedere ad una sospensione del Sian, di riaprire la questione sollevata in appello perché meritevole di approfondimento, avendo affermato che le contestazioni mosse sono particolarmente significative.
“Si apre quindi uno spiraglio di concreta speranza – conclude Germanelli – per un possibile esito positivo del giudizio, che terminerà con una sentenza che speriamo accolga le richieste dei frantoi artigiani”.
Il Segretario
Tindaro Germanelli