La magia della fotografia è stata una costante nella vita di Tindaro Pidonti, il fotografo brolese il cui lavoro è diventato testimonianza toccante e sociale della vita e della cultura di questo territorio – Brolo – e delle comunità circostanti. Anche dei pescatori.
Le sue immagini in bianco e nero ci offrono uno sguardo profondo nell’anima di questa comunità e rappresentano un’eredità preziosa della memoria, catturando volti, famiglie, bambini e le sfide del mare.
Durante l’edizione di “L’Alice nel Paese delle Meraviglie,” il fascino delle fotografie di Tindaro Pidonti ha lasciato il segno.
ricordare quei ricordi
Questo fotografo diceva spesso agli amici, e lo rammentava anche quando nel “suo negozio” sfogliava gli appena album composti fatti di ambienti, scuole, matrimoni, incontri e luoghi che: “mi rendo conto che a volte non riesco a cogliere quello che vorrei, allora lascio la macchina fotografica e mi metto a guardare e quindi a ricordare quei ricordi” e lo diceva sorridendo sempre.
Ed è così!
Tindaro ha quindi condiviso, raccolto, catalogato una raccolta di immagini che vanno ben oltre la superficie. Le sue fotografie ci invitano a immergerci nel passato, a ricordare le storie di una comunità che ha vissuto, lottato e spesso vinto.
Pidonti ha trascorso quasi cinquant’anni documentando la vita nella provincia messinese, nei Nebrodi e quella di Brolo in particolare.
Le sue fotografie non si limitano a immortalare momenti fugaci; catturano l’essenza di un’umanità che cercava di adattarsi ai cambiamenti rapidi dei tempi, che viveva epoche di trasformazione epocali.
Nelle sue immagini, vediamo auto in corsa, ciclisti che gareggiano, corse di go-kart in circuiti improbabili, nevicate e mareggiate, ed ancora la raccolta delle olive e le gite alle isole Eolie. Ma soprattutto, vediamo i volti di generazioni di scolari che sono cresciuti per diventare meccanici, operai, madri, maestre o andati all’università o semplicemente diventati adulti accanto al mare.
Il fotografo considerava ogni scatto come una scelta, persino quando si trattava di far foto-tessere o di famiglie in posa.
La sua attenzione al dettaglio e la capacità di stabilire un legame con i suoi soggetti si riflettono nelle storie che emergono dalle sue fotografie, rendendo ogni soggetto e ogni scatto, unico e prezioso.
Un patrimonio corale e collettivo… di tutti.
La passione di Tindaro per la fotografia è nata quando, da studente universitario di chimica, ha voluto imparato il mestiere dal padre. Si è appassionato all’arte di catturare momenti, curando le macchine fotografiche come si farebbe con una persona amata. Ha imparato i trucchi del mestiere, cogliendo gli umori delle macchine, curiosando sui loro “tempi” e soprattutto sull’anima dei soggetti in posa, questo per ottenere il massimo dalle sue immagini. Ma il vero obiettivo di Tindaro Pidonti è stato quello di documentare la bellezza del territorio che amava.
Ha creato un archivio fotografico che ora è custodito e curato dai suoi figli, Flavia Vittoria e Giuseppe. Un patrimonio corale e collettivo… di tutti.
In ogni progetto, Tindaro aveva un partner d’eccezione: sua moglie, condividendo con lei la stessa motivazione etica che ha ispirato le sue storie fotografiche.
Tra le sue opere più significative ci sono gli scatti dedicati alla marineria brolese.
Le immagini testimoniano il duro lavoro di uomini e delle famiglie “del mare”, spesso costretti a lottare per vendere i frutti del loro impegno.
Ogni fotografia cattura gli sguardi e la dignità di coloro che affrontano le sfide del mare.
Ogni scatto è un atto di rispetto e una testimonianza della loro storia.
Le fotografie di Pidonti, in bianco e nero, esaltano il lavoro, un omaggio alla manualità che per secoli è stata il vero valore aggiunto dell’uomo-pescatore. Esse ci ricordano la dignità e la determinazione dei pescatori, che sono stati per decenni il motore dell’economia povera e popolare di intere famiglie.
Le fotografie di Tindaro Pidonti sono state più di semplici immagini; sono diventate testimonianze di un mondo passato e che ora ci invitano a preservare nelle sue essenze.
Pescatori pieni di speranza.
Pidonti ha realizzato le immagini che sono state esposte durante “L’alice nel paese delle meraviglie” ora visibili e acquistabili presso il punto fotografico di via Libertà, insieme a tante altre – usando pellicola fotografica in bianco e nero. Quelle istantanee, con la forza del contrasto utilizzato, riescono a creare un’atmosfera visiva eccezionale con una illuminazione potente e con i soggetti, ognuno a suo modo, immersi totalmente nel loro quotidiano.
Pescatori pieni di speranza. E’ evidente un forte coinvolgimento emotivo con lo stesso fotografo, quasi una partecipazione spirituale sui generis.
Sull’uso del bianco e nero l’artista della fotografia brolese spesso diceva che a differenza di una foto a colori questa è come un’illustrazione parziale della realtà. “Chi la guarda, deve ricostruirla attraverso la propria memoria che è sempre a colori, assimilandola a poco a poco” sono foto che quindi diventano e generano un’interazione molto forte tra l’immagine e chi la guarda. La foto in bianco e nero può essere interiorizzata molto di più di una foto a colori, che è un prodotto praticamente finito.
Non solo. Spesso chi guarda vede nelle foto scatti dettagli che pochi hanno mai visto, se ne impadronisce, le fa proprie.
Questo è forse il grande ” miracolo” che ha rappresentato questa mostra.
Una mostra, veloce, dinamica, senza fronzoli o sceneggiature d’ambiente, senza luci o fari che l’abbiano enfatizzata.
Solo bianco e nero ed il rumore del mare di fondo.
Queste foto, una memoria “pidontesca” ci danno anche un senso di responsabilità: lui scriveva con la macchina fotografica, è la lingua che aveva scelto per esprimersi perchè la fotografia è stata tutta la sua vita. Noi che guardiano, dobbiamo rispettare quel mondo, custodirne le essenze, pensare “alla luce” di quelle composizioni.
Una luce che accendiamo dentro.
La mostra, un cameo all’interno di “L’Alice nel Paese delle Meraviglie”, ha celebrato la straordinaria eredità fotografica di Tindaro Pidonti. Le immagini hanno trasmesso un senso di responsabilità nei confronti del passato, incoraggiandoci a custodire e onorare il mondo che queste fotografie rappresentano.
Tindaro Pidonti ha raccontato la storia di Brolo attraverso il suo obiettivo, e ora è compito nostro far risplendere quella luce che ha immortalato per generazioni a venire.
“L’Alice nel Paese delle Meraviglie” – evento organizzato dalla Pro Loco di Brolo – ha offerto un’occasione straordinaria per farlo.
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