Fari accesi sulla minaccia di Cosa Nostra nell’area dei Nebrodi trasformato in un’area franca, alla mercè degli interessi criminali di clan mafiosi che sfidano apertamente lo Stato, sparano, ammazzano, intimidiscono e fanno rete tra di loro e forse con pezzi dello stato.
Violenze, intimidazioni e soprusi, caratterizzati da metodi coercitivi tra i più arcaici e cruenti, attraverso i quali le cosche della mafia dei pascoli esercitano un controllo capillare del territorio, soffocando ogni forma di sviluppo economico e sociale.
Un legame antico, quello tra mafia e latifondo, poco conosciuto e per questo considerato marginale, che però rappresenta uno dei principali businness economici per le cosche, grazie anche a una carente e inappropriata gestione dei fondi stanziati dall’Unione europea.
Il Cesas (Centro scientifico per l’ambiente e la sicurezza) ha organizzato questo convegno dal titolo “Messina, nella terra della mafia dei pascoli” proprio per squarciare il velo del silenzio e portare all’attenzione dell’opinione pubblica natura, risvolti e conseguenze, anche sanitarie e ambientali, di una realtà troppo spesso ignorata, ma anche per definire le indagini, le intuizioni di Tiziano Granata, l’agente di polizia morto da pochi mesi, che proprio su questo, con la squadra diretta dal Commissario, Daniele Manganaro, stava indagando.
A relazionare intorno all’inquietante fenomeno, Giuseppe Antoci, ex presidente del parco Nebrodi; Ciro Federico Troiano, criminologo e autore del rapporto zoomafia della Lav (Lega AntiVivisezione); Vincenzo Di Marco Lo Presti, medico veterinario; Salvatore Gurgone, vicepresidente Cesas, e Alessio Micale della fondazione Caponnetto.
Presenzieranno, inoltre, il questore di Messina, Mario Finocchiaro, e il presidente dell’ordine dei medici veterinari, Nicola Maria Barbera.
Quando parliamo di “Cupola del bestiame”, di cosa stiamo parlando, se non di un problema di sicurezza pubblica?
“Abigeato, falso materiale, falso ideologico, percezione illecita di fondi pubblici, traffico di farmaci vietati, associazione per delinquere, traffico di sostanze dopanti, maltrattamento di animali, macellazione clandestina, pascolo abusivo, ricettazione, intestazione fittizia di beni, introduzione di animali in fondo altrui, truffa aggravata, uccisione di animali, commercio alimenti nocivi: sono solo alcuni dei reati accertati nel corso del 2017 tra le illegalità negli allevamenti e nel commercio di alimenti di origine animale.
La penetrazione della criminalità organizzata nel mondo degli allevamenti, della macellazione e della distribuzione della carne trova un’evidente conferma dai provvedimenti adottati dalla magistratura e dai sequestri della polizia giudiziaria: terreni, allevamenti di bovini e ovini, aziende zootecniche. Ogni anno scompaiono nel nulla circa 150.000 animali.”
(da Rapporto zoomafia LAV 2018, a cura di Ciro Troiano)