Verso il summit dei ministri alla Reggia di Venaria: tutti i timori per la marcia del 30 dalle Vallette a Venaria, ed intanto il centro città si militarizza
«Mentre il nostro Paese crolla, i responsabili di ciò si chiudono nella Reggia di Venaria prendendo decisioni senza minimamente considerare chi da anni scende nelle strade ribadendo un’idea alternativa di scuola, lavoro e società. Torino è una città che rappresenta a pieno queste malsane politiche europee avendo un tasso di disoccupazione che supera il 10% e quello di disoccupazione giovanile che va oltre il 40%. Il 29 diciamoglielo in faccia che ci fa schifo essere sfruttati».
Basta leggere i proclami diffusi dagli organizzatori di Reset G7, la rete antagonista che si prepara a dare battaglia, per capire che il primo momento di contestazione forte al summit dei ministri di Francia, Germania, Stati Uniti, Canada, Giappone e Regno Unito, sarà la mattina di venerdì 29 settembre.
Dalla stazione di Porta Susa sfileranno gli studenti, e non solo, chiamati a una giornata di mobilitazione nazionale dopo l’appuntamento No Tav dell’8 settembre a Venaus. Lo slogan è sempre lo stesso: «Verso il G7 di Torino e un autunno di lotte».
Lotte che, proprio il 29, sono state distribuite a macchia di leopardo in diverse zone della città. L’appuntamento in piazza XVIII dicembre è stato fissato per le 9.
Alle 12,30 ci sarà un presidio davanti agli stabilimenti Fiat di corso Vigevano e ancora, alle 15,30, davanti all’International Labour Organization di viale Maestri del Lavoro. Scompare, almeno per ora, la marcia contro gli sfratti prevista tra Aurora e Barriera di Milano, forse sostituita dall’assemblea, alle 18, all’ex stazione Ceres di Porta Palazzo. Lì interverranno gli occupanti di Spazio popolare Neruda sul tema del «caro affitti».
Ora, però, polizia e carabinieri sono concentrati su quello che potrebbe succedere il giorno successivo.
Sabato 30, infatti, è in programma il «corteo unitario».
Forse l’unico evento che sarà capace di radunare tutte le voci della contestazione, dai centri sociali agli anarchici, torinesi e non.
L’appuntamento è alle 14 tra le strade del quartiere Vallette (partenza con ogni probabilità da piazza Montale), per una marcia che ha l’obiettivo di raggiungere, facendo più baccano possibile, la Reggia di Venaria. E secondo le prime informazioni raccolte dagli investigatori, potrebbero prendervi parte oltre 1500 persone.
L’obiettivo dei contestatori, quel giorno, è raggiungere la Reggia di Venaria dove saranno riuniti i ministri dei Sette.
Anche a costo di violare la «zona rossa», il cuscinetto che per tutta la durata del summit isolerà la Reggia. I lavori cominceranno il 26 settembre con la due giorni dedicata all’industria.
Il 27 e 28 i temi all’ordine del giorno saranno la scienza e la ricerca; infine il 29 e 30, le ultime due giornate, saranno monopolizzate dalle sessioni dedicate al lavoro.
Fino al 28 settembre dovrebbero anche tenersi i lavori dell’I-7, in cui si parlerà di sicurezza informatica e intelligenza artificiale, e il Carnegie meeting, l’incontro informale in cui i Paesi rappresentati saliranno quattordici. Per ora, a parte la ripartizione delle sei giornate tra industria, scienza e lavoro, si tratta di un programma indicativo che i funzionari del ministero dello Sviluppo e l’agenzia Triumph, cui è stata affidata l’organizzazione del vertice, stanno ancora definendo nei dettagli.
Che succederà a Venaria nei giorni del G7?
Dove sarà la zona rossa?
Ci saranno cortei non autorizzati e flash mob?
Si rischieranno incidenti?
Belle domande.
Ma sono questi gli interrogativi che, davvero, stanno assillando i venariesi e hanno scatenato il dibattito sui social coinvolgendo pure il sindaco pentastellato della Reale, Roberto Falcone. «Francamente non so rispondere, per conoscere i dettagli definitivi occorreranno ancora pochi giorni – avverte Falcone -. Io ho chiesto e continuerò a pretendere la salvaguardia della città, poi credo sarà anche possibile si formino cortei spontanei, vedremo. Per me la vera domanda è: quali saranno i contenuti del G7 e i suoi risultati concreti?».
Di sicuro c’è che il complesso sabaudo dove, dal 24 e fino al 30 settembre (la palazzina resterà chiusa dal 19 settembre al 1° ottobre), si terranno i seminari tra i ministri verrà isolato dal mondo esterno. Circondata da un cordone di forze dell’ordine (solo per quanto riguarda i carabinieri, nei giorni del G7-Economia, sono attesi a Venaria almeno 500 militari) con una sala operativa che controllerà, già giorni prima, la settantina di telecamere sistemate in diverse vie e piazze della città più altre piazzate subito prima del meeting dei ministri europei.
«Con il G7 partiranno anche i lavori di installazione dei varchi elettronici su tutte le vie di accesso alla città, a cominciare da corso Garibaldi» – dice Luca Vivalda, il capo della polizia municipale della Reale. In pratica non ci dovranno essere falle, nonostante il territorio da monitorare, giorno e notte, sia immenso e non uniforme. Perché, se da una parte ci sono i venariesi che temono l’invasione dei gruppi dell’ala antagonista più intransigente, dall’altra c’è l’ampia area dei Giardini che confina con il Parco La Mandria.
Una zona annegata in mezzo al verde, molto più appetibile per incursioni dimostrative verso la Reggia che potrebbero ottenere l’attenzione dei media di mezzo mondo. Anche per questo, domani pomeriggio, l’avvocato Luigi Chiappero, il presidente del Parco, incontrerà il prefetto di Torino Renato Saccone e il questore Angelo Sanna.
Fonte – La Stampa
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