”Torni a bordo, cazzo!”- Schettino ai domiciliari dopo l’audio sconvolgente
Cronaca Regionale

”Torni a bordo, cazzo!”- Schettino ai domiciliari dopo l’audio sconvolgente

naufraghiUn vero e proprio ammutinamento, con il comandante Francesco Schettino che perde il controllo del suo equipaggio e si rifiuta, nei fatti, di risalire a bordo della Costa Concordia. E con l’equipaggio che decide di mettere in mare le scialuppe un quarto d’ora prima della decisione ufficiale di evacuare la nave.

Queste le telefonate con il comandante Gregorio De Falco della Capitaneria di porto pubblicate oggi da Il Fatto Quotidiano, il giornale diretto da Antonio Padellaro.

La ricostruzione, in esclusiva, è pubblicata con la firma di Emiliano Liuzzi e Diego Pretini.

Qui l’audio della telefonata con Gregorio De Falco della capitaneria di porto pubblicata dal Corriere della Sera.

Nell’inchiesta sta per entrare la Costa Crociere

Ma nell’inchiesta starebbero per rientrare anche i vertici della Costa Crociere.
Schettino, infatti, che non parlva con la capitaneria di porto di Livorno, se non a fatica, fin dal primo momento dell’impatto con lo scoglio del Giglio è stato in contatto con Roberto Ferrarini, capo dell’unità di crisi dell’armatore.

naufraghi_concordiaLe telefonate su Il Fatto Quotidiano

“La nave era ingovernabile, è finita in quella secca solo per un puro caso. Naufragio? È improprio, più corretto parlare di ammutinamento”. Questo perché prima della dichiarazione di abbandono della nave erano già partite da 15 minuti le operazioni di evacuazione. Ma soprattutto perché una volta abbandonata la nave il comandante della nave ha disobbedito a ordini di superiori che gli dicevano di tornare a bordo.
A confermarlo è la stessa Capitaneria di Porto di Livorno che ha registrato le telefonate tra la sala operativa e il comandante della nave che era sceso, praticamente prima ancora che iniziasse la vera e propria evacuazione.

Le comunicazioni via radio

Ilfattoquotidiano.it è riuscito a venire in possesso delle comunicazioni via radio con la nave e le tre telefonate che sono intercorse tra la Capitaneria e il comandante del Concordia Francesco Schettino.
Via radio, poco prima che la nave affondasse, per due volte, la capitaneria si è messa in contatto con la plancia di comando.

“Concordia è tutto ok?” “Positivo”

“Concordia, è tutto ok?”. “Positivo”, rispondono dalla nave, abbiamo solo un piccolo guasto tecnico. Erano le 21.49, e il Concordia era già sulla secca dove si trova adesso. Cinque minuti dopo, la sala operativa di Livorno sollecita ancora una volta il Concordia: lo fanno perché i carabinieri di Prato gli riferiscono il contatto con un passeggero che parla di problemi e pronuncia la parola naufragio.

“Solo un problema tecnico”

“Concordia, chiediamo se da voi è tutto ok”, è ancora la domanda del comandante di turno. “Solo un problema tecnico”. “Ci comunicate la vostra posizione?”. “Abbiamo solo un problema tecnico e non siamo in grado, ma appena risolto vi comunichiamo noi”.

Da quel momento in poi tutte le chiamate verso il Concordia, via radio, resteranno senza risposta, l’equipaggio è sulle scialuppe e non è in grado di rispondere. Alle 0,32 il comandante e già sullo scoglio. “Quante persone ci sono a bordo?”. Risposta: “Due, trecento”.

4.200 persone ancora a bordo alle 0,32

La nave è in realtà piena, sono in 4.200, tra passeggeri e equipaggio. Sono trascorsi 40 minuti dall’ordine di evacuazione. “Torno sul ponte, vado a vedere”.
Alle 0.42 una seconda telefonata, in cui la capitaneria chiede: “Quanta gente deve scendere”. “Ho chiamato l’armatore e mi dicono che mancano una quarantina di persone”.

“La nave appoppa, l’abbiamo abbandonata”

Il comandante dei vigili del fuoco di Grosseto dirà al Procuratore che in quel momento il comandante è sugli scogli insieme ad altri ufficiali. “Com’è possibile così poche persone? Ma lei è a bordo?”.
“No, non sono a bordo perché la nave sta appoppando, l’abbiamo abbandonata”. “Ma come, ha abbandonato la nave?”, chiede la Guardia Costiera. “No, ma che abbandonata, sono qui”.

2004_15gen2012_Costa_corOre 1,46: “Torni a bordo”

All’1,46 la terza telefonata, quella più concitata. In un crescendo di toni. “Parlo con il comandante?”, dice l’ufficiale della Capitaneria. Dopo qualche secondo di pausa. “Sì, sono il comandante. Si sono Schettino”.
“Allora, lei adesso torna a bordo, risale la bigaccina (scaletta, ndr.) e torna a prua e coordina i lavori”.
Lui sta in silenzio. L’ufficiale insiste. “Lei mi deve dire quante persone ci sono, quanti passeggeri, donne e bambini e lì coordina i soccorsi”. Lui: “Sono a bordo…. ma sono qui”.

“Comandante è un ordine…”

“Comandante questo è un ordine, adesso comando io, lei ha dichiarato l’abbandono della nave e va a coordinare i soccorsi a prua. Ci sono già dei cadaveri”, dice l’ufficiale da Livorno Schettino alla parola cadaveri chiede: “Quanti?”.
Dall’altro capo: “Dovrebbe dirmelo lei. Cosa vuole fare, vuole andare a casa? Lei ora torna sopra e mi dice cosa si può fare, quante persone ci sono, e di cosa hanno bisogno”. “Va bene, sto andando”.

Oggi risponderà al Gip

Fin qui la ricostruzione de Il Fatto Quotidiano. Oggi Schettino dovrà spiegare al Gip che cosa è successo e perché si è comprtato in un modo che appare incredibile, vista anche la lunga esperienza del comandante.

Schettino è stato fermato sabato sera con accuse gravissime: omicidio colposo plurimo, disastro, e l’accusa forse più infamante che si possa muovere contro chi naviga in mare: abbandono della nave. Ora è sorvegliato a vista.
Si teme infatti che il comandante della Costa Concordia Francesco Schettino possa farsi del male con gesti autolestionistici.
Schettino è diventato infatti l’accusato numero uno  della tragedia all’isola del Giglio.

lo_scoglioneDal carcere: “Sono affranto”

“Affranto, costernato, addolorato per le perdite umane e fortemente turbato per l’accaduto”: così il difensore del comandante Schettino, l’avvocato Bruno Leporatti, ha trovato il comandante della nave in carcere.
“Tuttavia – ha proseguito il difensore – è confortato dalla consapevolezza di aver mantenuto, in quei frangenti, la lucidità necessaria per attuare una difficile manovra di emergenza che, conducendo la nave su un basso fondale, ha di fatto salvato la vita di tante persone”.
Poi l’avvocato Leporatti ha aggiunto: ”Il comandante Schettino ha manifestato il proposito di rispondere alle domande che, domani, gli saranno formulate dal giudice e quindi di contribuire lealmente a chiarire la propria posizione”.

“Scaricato” da Costa Crociere

“Il comandante ha commesso degli errori”: ha detto a chiare lettere stamattina l’amministratore delagato di Costa Crociere Pier Luigi Foschi nella prima conferenza stampa dopo la tragedia all’isola del Giglio.
Spiegando che la deviazione della rotta per l’“inchino” all’isola (l’avvicinarsi alla costa per salutare gli abitanti e, soprattutto, l’ex ammiraglio Mario Palombo) è stata un’iniziativa e una manovra “non autorizzata” e di cui “Costa Crociere non era a conoscenza”.

Costa si dissocia dal comandante

Di più. Nel commentare la manovra, Foschi spiega che “Costa Crociere non prende solo le distanze…si dissocia totalmente dalla condotta del comandante”.
La compagnia si allinea quindi alla tesi accusatoria della procura di Grosseto, differenziandosi solo nella seconda fase, quella del salvataggio.
Dice infatti Foschi: “Da testimonianza interne – che reputiamo affidabili ma che comunque andranno verificate – il comandante ha fatto tutto ciò che doveva” (ndr: quindi non avrebbe abbandonato la nave).

naufragio-concordia-passeggeri-145329Gli interrogativi (al momento) senza risposta

Ma possibile che l'”errore umano” (queste le parole di Costa Crociere) di un’unica persona sia in grado di causare un disastro simile? Perché non sono intervenuti il primo o il secondo ufficiale?
E ancora: com’è possibile che un comandante con un’esperienza di 10 anni nella compagnia – entrato in Costa Crociere nel 2002 come ufficiale responsabile della sicurezza e promosso comandante nel 2006 – possa commettere uno sbaglio così clamoroso?
L’amministratore delegato Foschi sembra mettere le mani avanti durante l’incontro con i giornalisti. “Come tutti i comandanti della flotta – spiega – ha partecipato ad un continuo programma di aggiornamento e addestramento, sia obbligatorio che spontaneo, ed ha superato positivamente tutte le verifiche di idoneità previste, provando in ogni momento la sua idoneità al comando”.

Competenza dimostrata dopo lo scontro

E la sua idoneità – dicono alcuni esperti – è stata ben dimostrata nella manovra successiva allo scontro con la roccia di granito che ha squarciato la nave.
“A questo punto Schettino – scrive La Stampa – ha eseguito una manovra che, gli va riconosciuto, ha impedito che il bilancio del disastro diventasse ancora più grave: ha gettato l’ancora puntando verso la vicina secca a destra dell’imboccatura del porto, in maniera tale da far compiere alla nave una rotazione di 180 gradi.
Se avesse puntato al largo la Concordia sarebbe sicuramente colata a picco con conseguenze inimmaginabili in termini di vite umane”.
Parole che certo non sembrano descrivere un incompetente. Eppure le accuse – al momento – sono tutte contro di lui.

Sostegno su Facebook

A difendere il comandante ci prova qualcuno su Facebook. Il gruppo “A sostegno di Francesco Schettino, com.te Costa Concordia” – circa 1.500 fan – invita a non colpevolizzare il comandante senza alcuna prova ed elogia la manovra del comandante successiva all’impatto con la roccia.
“I vecchi marinai del Giglio – scrive l’amministratore – l’hanno detto fin da subito: la manovra ha del miracoloso. Dopo l’urto che ha aperto lo squarcio nello scafo dell’enorme imbarcazione, infatti, Schettino si è avvicinato all’ingresso del porto, permettendo così un soccorso più facile per le oltre 4.200 persone a bordo”.
Poi la testimonianza di Katia Keyvanian, una hostess di Costa Crociere imbarcatasi sulla Concordia il 13 gennaio. “Non è vero che il Comandante è sceso per primo”: dice. “Io ero sull’ultima lancia e lui rimasto attaccato alla ringhiera al ponte 3, mentre la nave affondava”.
È stato arrestato Francesco Schettino, il comandante della Costa Concordia, in servizio alla Costa Crociere da 11 anni, che era stato fermato ieri sera. Per lui gravi accuse, tra cui l’abbandono della nave molte ore prima che l’evacuazione fosse terminata.
A cui se ne è aggiunta un’altra. Schettino è stato arrestato perché, secondo la Procura di Grosseto, “voleva fuggire dall’Italia”.

nave_affondata_2Rifiutò di risalire a bordo

Emergono, nel pomeriggio, altri particolari a suo carico. La Guardia costiera, a quanto si sa, venerdì, nel corso della notte del naufragio invitò più volte Schettino a risaliere a bordo per guidare le operazioni di salvataggio, ma il comandante – dopo aver risposto che l’avrebbe fatto – in realtà non tornò sulla nave.
C’è da tener presente, però, che il capitano poteva essere sotto choc e questa potrebbe essere una delle spiegazioni del suo rifiuto a risalire sulla Costa Concordia.

Che cosa è successo sulla nave?

Che cosa è successo sulla Costa Concordia? Perchè la nave, che doveva stare a 5 miglia dalla costa dalla costa, si è avvicinata a 3 miglia, al punto da finire nelle secche e da impattare contro uno scoglio che le ha aperto due squarci su entrambe le fiancate? È quello che stanno cercando di capire gli inquirenti, che presto esamineranno le scatole nere messe sotto sequestro assieme all’intera nave. Gli investigatori stanno anche valutando le responsabilità di altri membri dell’equipaggio.

Le ipotesi di reato

Naufragio, omicidio e disastro colposi tra le ipotesi di reato nel fascicolo aperto dal Procuratore generale di Grosseto, Francesco Verusio, che – dopo ore di interrogatorio – ha deciso di fermare il comandante della nave, Francesco Schettino, 52 anni, originario di Meta di Sorrento (nella foto il capitano al momento del fermo).

TITANICLe accuse del Procuratore Verusio

Il Procuratore Verusio, collegato ieri sera intorno alle 22 con uno Speciale del Tg de La7 condotto da Enrico Mentana, ha parlato di “gravi responsabilità del capitano”.
“Il comandante della nave – ha detto il Procuratore – ha deviato dalla rotta e si è accostato troppo all’isola del Giglio, accostandosi a uno scoglio che era segnalato dalle carte nautiche”.
Secondo il Procuratore potrebbe essere accaduto che la nave si è accostata tanto al Giglio “per salutare qualcuno in particolare”.
E il nome del vecchio comandante è spuntato dalla corrispondenza tra il sindaco del Giglio e Massimo Garbarino, un altro capitano della Costa Crociere.

La prua della nave verso Sud

La prua della nave è rivolta verso Sud, perché – evidentemente – la Costa Concordia, dopo aver toccato lo scoglio, ha “sterzato” di brutto e questo avrebbe aggravato la situazione dell’imbarcazione.

“Manovra maldestra”, indagato anche il primo ufficiale

I reati contestati a Schettino, e al primo ufficiale in plancia Ciro Ambrosio, sono omicidio colposo plurimo, naufragio e abbandono della nave mentre c’erano ancora molti passeggeri da trarre in salvo.
L’impatto, secondo il P, sarebbe avvenuto in conseguenza di una “manovra maldestra”:
Schettino da 11 anni alla Costa Crociere

Le domande che si pongono tutti sono state poste, negli uffici della Capitaneria di porto dell’Isola del Giglio, a Francesco Schettino, comandante della Costa Concordia, la nave naufragata ieri sera al largo dell’Isola del Giglio. Schettino, si è appreso in serata, è in stato di fermo e il suo interrogatorio prosegue.
Schettino, 52 anni, campano, lavora da 11 anni alla Costa Crociere – come ha detto il direttore generale della compagna Onorato – e da 6 è comandante delle navi dell’armatore.

Il comandante: “La roccia non era segnalata sulla carta nautica”

Il comandante Schettino avrebbe detto che la nave viaggiava “su una rotta turistica consentita e che lo scoglio contro cui ha impattato la nave da crociera non era segnalato sulla carta nautica Secondo la carta doveva esserci acqua a sufficienza sotto di noi”. 
Si è poi appreso che il comandante ha telefonato alla madre Rosa questa mattina all’alba comunicandole che era “accaduta una tragedia” ma che aveva fatto tutto quello che era necessario per salvare i passeggeri.

vauro_concordia_thumb307_Il direttore generale di Costa Crociere: “Il comandante era al timone”

“Il comandante della Costa Concordia è con noi da 11 anni – ha detto Gianni Onorato – Al momento della collisione con lo scoglio era al timone e dopo aver valutato i primi danni ha deciso di mettere in sicurezza la nave, cioè di mettere in sicurezza gli ospiti e l’equipaggio, e poi ha dato l’ordine di evacuazione” e di abbandono della nave.
Il dg di Costa Crociere ha anche fatto osservare che “purtroppo c’è stata una inclinazione repentina, troppo veloce della nave, che ha fatto interrompere il normale programma di evacuazione, che si stava svolgendo correttamente.
Da questo momento in poi – ha continuato a spiegare Onorato – sono dovute intervenire le autorità italiane, la guardia costiera e le Capitanerie di porto a cui sono passate in mano le operazioni di salvataggio e di soccorso”.

Il varo senza… champagne

SkyTg24 ha anche mostrato un video del varo della nave nel 2005: la tradizionale bottiglia di champagne non si ruppe contro la fiancata, come vuole la tradizione beneaugurante, tra gli “oooh” di disappunto dei presenti.
Ma poi il Tg ha – giustamente – aggiunto che si tratta solo di una curiosità.

nave_affondata_costa_1Perchè la nave è finita fuori rotta?

Il comandante deve ricostruire le fasi dell’incidente e spiegare come mai si fosse avvicinato così tanto all’isola. Secondo i programmi, infatti, la Concordia avrebbe dovuto attraversare il canale tra l’Argentario e l’Isola del Giglio a 5 miglia dalla costa italiana, e quindi a 3 dall’isola e dalla secca sulla quale si è incagliata.
Il Giglio dista, infatti, dalla terraferma 16 km, cioè 8,6 miglia nautiche.

Manca ancora la lista degli imbarcati 

Nella tarda mattinata di oggi, secondo i vigili del fuoco, non era ancora stato reso disponibile un elenco ufficiale delle persone presenti sulla Concordia, e di conseguenza non era possibile avere un conteggio certo del numero di dispersi.

I soccoritori, a bordo dell’imbarcazione ormai sdraiata su un fianco, stanno ancora ispezionando tutti i locali alla ricerca di altre persone eventualmente rimaste all’interno.

di Martina Aureli fonte http://www.ilsalvagente.it

18 Gennaio 2012

Autore:

admin


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