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TORRE FARO – Manifestazione record contro il Ponte sullo Stretto. Fotogallery

di Corrado Speziale

Tanta gente sfilare per le vie di Torre Faro non si era mai vista.
E’ stato infatti un vero e proprio successo, andato anche al di là delle aspettative degli organizzatori, la marcia No Ponte svoltasi ieri sera all’interno dell’abitato di Capo Peloro.Oltre 3000 persone, intorno alle 18,00, si sono radunate in via Circuito, a Torre Faro, nei pressi del cantiere in cui hanno sede le trivelle che stanno perforando il terreno per eseguire i sondaggi geognostici finalizzati alla redazione del progetto definitivo del Ponte sullo Stretto, ed hanno dato vita ad un imponente corteo, conclusosi nello stesso luogo dopo le 21,00. Le migliaia di partecipanti hanno seguito un percorso a ferro di cavallo che ha fatto “boa” al Pilone, attraversando tutto l’abitato del villaggio all’estremo nord della città, formando un lunghissimo e colorato serpentone che, considerate le limitate dimensioni delle strade, ha suscitato stupore tra gli abitanti, stavolta come non mai presenti in massa sia lungo il corteo che fuori dai loro balconi, in molti dei quali sventolavano le bandiere “No Ponte”. Ed è stata proprio la partecipazione degli abitanti del villaggio a fare stavolta la differenza, segno che il lavoro di informazione e sensibilizzazione svolto nella zona dai comitati che si oppongono alla realizzazione della mega opera, ha sortito buoni frutti. Ed in questa direzione, lo slogan sicuramente più pertinente e significativo gridato alla partenza ed all’arrivo dai manifestanti è stato: “In questo posto ci va un pilastro, il Ponte sullo Stretto è solo un disastro!”. Si notava tanta indignazione e voglia di non rassegnarsi alla realizzazione dell’opera che soltanto in fase di progettazione, e quindi ancor prima dell’apertura dei cantieri per la sua realizzazione, ha già recato ingenti danni e disagi alla popolazione del luogo. Questa, infatti, da un paio di mesi, si ritrova accanto casa trivelle in continuo movimento, fumanti d’azoto iniettato in profondità per l’indurimento del materiale da estrarre, altrimenti assimilabile a semplice fanghiglia. Alla riuscita della manifestazione hanno contribuito anche partecipanti provenienti da Palermo, che non hanno così fatto mancare il loro appoggio, uniti nella condivisione di una lotta che non conosce più soste, a causa dell’azione prorompente del Governo centrale e delle imprese aggiudicatarie dell’appalto nel perseguire, a tutti i costi, lo scopo di posare la prima pietra di una mega opera che appare sempre più destinata ad essere issata, con arroganza, sulla dignità dei messinesi.
Alla partenza del corteo ha fatto da cornice la satira di “Gastone”, commedia del teatro comico popolare degli anni ‘20, inscenata brevemente, con buona ironia trasposta nell’attualità, dai ragazzi della compagnia “Luna Obliqua”, impegnati nella rassegna artistica “Le 5 Giornate di Messina”, in corso in questi giorni nelle piazze della città, alla quale partecipa anche il gruppo teatrale “Peppino Impastato”.  
Il prossimo appuntamento per i NoPontisti è adesso fissato per il 2 ottobre prossimo, giorno successivo all’anniversario del disastro avvenuto nelle zone sud della città ed a Scaletta Zanclea, in cui persero la vita decine di persone innocenti, a causa del cedimento di un territorio fragile che vede interessata la città di Messina e la sua provincia, ambito che necessita di interventi, risorse e soprattutto di tanto, tantissimo rispetto, proprio ciò che manca nella previsione del Ponte. La manifestazione, prevista stavolta in città, coinciderà, purtroppo, con la seconda edizione del “No Berlusconi day”, organizzata dal “Popolo viola”, in programma a Roma, dove interverranno centinaia di migliaia di persone. La concomitanza farà sicuramente ridimensionare la portata del corteo messinese, dove sarebbero potute affluire numerose delegazioni provenienti da ogni parte d’Italia, che probabilmente devieranno, così, verso la Capitale. A questo punto sarebbe opportuno valutare se confermare la manifestazione con l’effigie “No Ponte” a carattere nazionale o trasformarla in un corteo in ricordo delle vittime dell’alluvione con chiari segni di indignazione verso quella classe politica inadempiente in materia di messa in sicurezza dei territori. In tal caso ne conseguirebbe la posticipazione del corteo contro la mega opera nelle settimane successive, con una maggiore partecipazione di manifestanti. In ogni caso è certo che il prossimo 2 ottobre un “ponte” di fratellanza, solidarietà e protesta, unirà Roma e Messina in un’unica grande prospettiva di cambiamento: destituire l’attuale classe di Governo, e ripartire secondo nuovi piani confacenti alle esigenze di un Paese per troppi versi stanco di assistere, nella realtà, a commedie come “Gastone”.

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