C’era una volta… una montagna …. era lo stesso titolo che nel novembre 2010 abbiamo voluto dare all’articolo, anzi alla seguenza fotografica che sottolineava lo scempio ambientale.
Oggi, provocatoriamente, ripubblichiamo foto e testi, come tre anni fa… e scegliamo gli ultimi giorni di una campagna elettorale che coinvolge anche Torrenova… un monito, un pensiero, una scelta.
Oggi rifotografiamo quella montagna, quel costone “sventrato”.
Ecco la nostra storia, legale, perfetta anche sotto il profilo amministrativo, tutte le autorizzazioni ci sono, l’imprenditoria che vi opera, agisce in regola, ma certamente senza nè onori per la politica che l’ha permesso, nè per il buon senso.
E’ una storia che si consuma, giorno dopo giorno, sotto lo sguardo di centinaia di pendolari, di pubblici amministratori, di benpensanti e progressisti, che neanche guardano, transitando, come la montagna sparisca… Che miopia, che pena…
Quanta responsabilità avete.
E’ la morte di una montagna, bella, figlia unica nel nostro paesaggio per caratteristiche e conformità.
E’ la violenza senza estetica, nè etica, di un territorio, di chi lo governa, di chi lo amministra che si fa forte di licenze e prebende.
E’ la morte della natura mentre a pochi chilometri si liberano, con fanfare e marce trionfali, rapaci e tartarughe, si domano incendi, si arginano frane, si promuove il Parco e le sue oasi, si punta sul turismo, anche quello alternativo.
E’ la radiografia di una classe politica rozza e clientelare… la nostra.
E’ la morte della politica che guarda al futuro di una regione dove ha ucciso la cultura, il senso del bello, l’estetica; di una regione deprivata della sua storia, ormai geneticamente sorda.
Tutto regolare, tutto in regola, nessun pregiudizio per la legge, con le concessioni minerarie, estrattive, e le licenze in regola.. come tante altre mille miniere e cave … solo la logica ci dice – piccolo grillo parlante – che qualcosa non va.
Tanto a chi importa?
Ve ne eravate mai accorti?
Cosa si può fare?
Intanto basta pensarci, rifletterne, parlare, indignarsi, semplicemente dire No.
In Islanda ricavano tanto dalla lava, frantumata è pietrisco, la usano in mille modi, ma lì è un’altra storia, la capitale, come potrebbe essere Catania, è riscaldata, alimentata, energizzata con i vapori del vulcano… ecologicamente perfetti… che menti.
Ma questo davvero sarebbe una sogno, una favola, e non saremmo in Sicilia.
Le foto in collage sono tratte dagli articoli del 2009 e 2010, le altre sono di ieri.
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