Torrenova – Tra ripicche e dispettucci costa caro al comune un depliant turistico mai stampato
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Torrenova – Tra ripicche e dispettucci costa caro al comune un depliant turistico mai stampato

torrenova depliant 1

Più di 14 milioni delle vecchie lire. Per un depliant che al tempo ne sarebbe costato poco meno di 6. Meno della metà. Parliamo di un progetto grafico e fotografico, della realizzazione di un piantina turistica, della segnaletica di poster e del logo turistico del paese. Parliamo del 1998. Era il tempo delle grandi fiere ed degli eventi di promozione turistica, come la Bit di Milano le fiere a Berlino e Parigi. Non c’era ancora neanche la Costa Saracena ma già si guarda all’esplorazione dei mercati dell’ex cortina di ferro. Una vicenda per certi versi grottesca, al limite del mancato rispetto di chi aveva dedicato tempo al progetto, che dipinge anche i tratti della guerra politica tra i Castrovinci e i Russo, che mortifica la dignità di chi aveva lavorato, che certifica come il “potere” spesso occulta verità, cela e non ritrova documenti. Racconta mezze verità che divento falsità. Ed a pagare oggi sono solo i cittadini e le casse de comune. Nessun altro. Che peccato.

torrenova depliant 11

Raccontiamo una storia perchè sì sappia e per dire grazie al dottor Marcello Russo.

Ma andiamo ai fatti.

Aprile del 1998, Tiziana Scolaro che allora era assessore alla cultura ed al turismo decide di far realizzare un depliant turistico completo, complesso, d’impatto. Un progetto che prevedeva anche  poster, segnaletica, cartine ….

Prima della stampa bisogna andare a far un lavoro propedeutico, il servizio fotografico, la stesura dei testi, e poi realizzare un cartina topografica\turistica coinvolgendo tutte le allora attività presenti sul territorio.

Ci lavorano professionisti, fotografi, grafici.

Il lavoro va avanti.

L’estate è alle porte, ci sono le scadenze contrattuali.

Si realizzano gli  impianti litografici, ancora dovevano venire i tempi dei file computerizzati.

Sono rotoloni di “lucidi”, c’è il “cromalin” una sorta di prova stampa, che una volta consegnato fa il giro del Comune, ognuno deve dir la sua, aggiunte al già detto quando era stata presentata la parte creativa, l’ampio servizio fotografico, c’era stato il tempo per l’approvazione dei testi.

Il depliant, nella sua interezza, consta di 16 facciate. Tante foto, alcuni scorci e tagli inediti. Torrenova, con la sua storia, i suoi monumenti, è in bella mostra.

comune torrenova foto

Si indice la gara, si invitano le tipografie che possono già vedere, si legge nel bando, i manufatti  esecutivi.

Ma arrivano le elezioni.

L’allora sindaco Basilio Castrovinci viene sconfitto, nella conta dei voti, dal rivale di sempre il dottor Marcello Russo.

Tutto si ferma. Anche un mandato di pagamento per quanto concerneva il pagamento del già fatto.

La nuova amministrazione ha un obiettivo: tabula rasa su quanto fatto dal perdente.

Ma il lavoro è sacro e dovrebbe andar pagato.

Ma qui inizia il bello e il ballo delle responsabilità.

Si consumano le piccole vendette politiche, si  dileggia l’avversario sconfitto, si tritura – in questo caso – il lavoro della Scolaro.

Alcuni documenti grafici poi  non si trovano; si mette in dubbio che il lavoro sia stato fatto, mentre la gara per la stampa , in maniera lapalissiana diceva esattamente il contrario.

Di certo si omette tanto.

torrenova piantina

Ma lo studio grafico, che è di Brolo, non ci sta – prima è disponibile per un eventuale correzione delle parti contestate, sotto il profilo dei testi venendo incontro alle richieste di uffici e funzionari del tempo, silenti prima e che mal tolleravano quanto fatto dalla Scolaro, poi vendendo ergersi muri, sollevare risibili contestazioni – avvia, dopo aver richiesto copie e atti, la procedura legale.

Ci vuol dignità e rispetto.

E passano anni.

Il comune torrenovese si oppone, affida la sua tutela a avvocati, li paga, ma non si presenta mai in giudizio.

Mai ha presenziato una seduta in tribunale.

Insomma fatto il classico dispetto politico, che in concreto serve solo a umiliare le aspettative di chi credeva in quel lavoro, quelle degli operatori turistici che lo aspettavano.

Poco importava il resto.

Il 28 febbraio del 2014 il tribunale di Patti conclude la vicenda.

Lo studio grafico aveva ragione a dispetto di quanto asseriva Marcello Russo e i suoi funzionari.

Il comune deve pagare.

Il conto lievita tra interessi e spese legali, ed a questo bisogna ancor mettere anche quanto si dovrà dare ai legali scelti dal comune e i costi dovuti al Tribunale.

Il comune – aspetto grave sotto il profilo della responsabilità – viene condannato in contumacia. Ha, si legge nella sentenza, avuto un condotta illegittima, ed è stato inadempiente. Nessuno – si legge negli atti – ha visto il progetto esecutivo, nessuno sapeva nulla, anche se questo è stato regolarmente consegnato il 18 maggio del 1998 al protocollo del comune torrenovese.

Si legge ancora negli atti che “il comune nell’udienza del 2007 è rimasto contumace perché non aveva validi argomenti da portare a confutazioni  di quanto sempre asserito”.

E pagherà per questo oltre 4.ooo euro di aggravi.

Costi che diventano debiti fuori bilancio, il parere favorevole è espresso dal nuovo ragioniere dell’ente ed anche dalla responsabile dell’area amministrativa, quasi una memesi storica, infatti all’epoca dei fatti la stessa disse di non aver mai visto quel progetto grafico

Peccato.

Forse altro potrebbe  costellare questa vicenda, ma la prescrizione, il tempo, cancella tutto.

Nessuno pagherà per un dispetto, tranne i cittadini di Torrenova.

Pagheranno caramente per qualcosa che non avranno mai.

Peccato.

 

 

20 Ottobre 2015

Autore:

redazione


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