Tra memoria e futuro, domenica 29 aprile, a Brolo si ricorderà il lungo cammino dell’Ac. Il programma.
Custodire, generare, abitare. Sono i tre verbi del futuro per un’Ac che anche a Brolo ha sempre avuto voglia di mettersi al servizio del paese e della chiesa e qualche volta, tra alterne vicende principalmente dal 1948 al 1970, della politica.
Una lunga storia che si intreccia con i volti e le attività anche dei sacerdoti che in questi decenni hanno “lavorato” per costruire storia, immagine, fede, nella parrocchia brolese e con i volti degli allora giovani – ora adulti – che hanno lasciato il testimone ai nuovi ragazzi del terzo millennio che animano il salone parrocchiale, che ne determinano le attività, con passioni e sorriso, nell’impegno pastorale e sociale sempre alla ricerca personale di spiritualità e nuove consapevolezze religiose.
Un’azione cattolica, quella brolese, che ha avuto ed ha volti ben definiti, difficili da dimenticare.
Oltre a quelli dei sacerdoti, in ultimo don Enzo Caruso, e prima ancora quelli di padre Antonino Lo Presti, di Domenico Marino, di don Pietro Randazzo, affiancati dagli allora “pretini” che avevano l’importante ruolo di raccogliere i ragazzi, magari intorno ad un pallone o ai primi esempi di cineforum del paese.
Ricordiamo della lunga lista i vari padre Pippo Cavallaro, padre Tindaro Lembo, Nunzio Sciacca, che poi fece altre scelte, padre Maurizio, padre Antonio Cipriano, i giovani padri Caputo e Gino, ed ancora Don Enzo Fulgensi di Castell’Umberto e padre “Pippo”, che poi divenne il compagno Alibrandi, che a Brolo, in una tonaca che già gli andava stretta, insegnò e scrisse libri sui braccianti e le donne, in lotta, dei Nebrodi.
Anche quello aiutava a costruire nuove coscienze.
Per anni l’Azione Cattolica di Brolo era legata all’attività del catechismo, la domenica pomeriggio, alla Pasquetta – quando incolonnati nelle lunghe file di bambini, si arrivava in marcia alla “cuba” – ai raduni pastorali di Castell’Umberto e San Marco, alle partite nel campetto dei Salesiani di Sant’Agata o ai tornei di calcio nel campetto asimmetrico di Piana, con la “Tarcisiana” che batteva sempre la “Nuova Inter”.
Ed ancora l’Azione Cattolica era il volto buone delle “monache” – tra queste una mai dimentica Suor Concetta che faceva da cont’altare alla burbera “Superiora”, negli anni settanta – e poi alle nuove suore che andarono ad occupare l’oratorio – quello costruito sulla terra lasciata da Rosina Gembillo – , con “Suor C” a tessere le fila di nuove solidarietà e a portar i giovani sui percorsi dei progetti europei con il nascente Eurodesk, lo sportello “europeo” del Comune.
Azione cattolica a Brolo è stata anche il volto di Totò Confaloni, poi Fra Felice, di Nerina e Rosetta, di Matteo De Simone, e ora dei tanti giovani che tra Coro e attività – non solo ricreative – rendono l’Oratorio punto di incontro e confronto.
Un’attività che a Brolo fa anche i conti con l’integrazione, le altre religioni, che parla sui social e si affaccia sulla rete, trovando platee attente e critiche, diverse e più numerose da quelle del “giornalino” – sgnappete – che fu tra le prime “voci” mediatiche di questa realtà.
L’Azione cattolica nella vita del Paese, fu anche un’importante componente politica.
Già al tempo del referendum tra Monarchia e Repubblica, poi, con padre Randazzo, fonte di consensi per la Democrazia Cristiana, al tempo in cui i “comunisti mangiavano i bambini”.
Fortunatamente qui tempi sono molto lontani.
Un giornata quindi per celebrarsi, raccontarsi, confrontarsi – tornado al presente – quella del prossimo 29 aprile.
Un domenica di festa.
Il programma:
Alle 16,00 da piazza Annunziatella la processione verso l’Oratorio.
Testimonianze e dibattito con la presenza dell’avvocato Pippo Nobile, ex presidente diocesano dell’azione cattolica.
Alle 19,00 la santa messa.
Alle 20,00 un Momento di fratrenità all’Oratorio.
Sarà bello esserci.
Anche perchè da queste iniziative, creando un dialogo fecondo, anche con quel mondo che osserva, che non è coinvolto nelle storie e nelle vicende dell’Azione Cattolica locale, si possono sviluppare altre iniziative sociali, economiche, culturali, anche senza connotazioni spirituali, senza rinunciare all’impegno sociale a favore delle classi meno fortunate di un paese dove famiglie, giovani, nuovi residenti, spesso di diverse etnie, hanno bisogno di attenzione e di ascolto.
Sono le nuove periferie.
Quindi riscoprire la storia di questo movimento, in un confronto, aiuterà a capire
L’Ac – come ha detto recentemente Matteo Truffelli, Laureato in Filosofia all’Università Cattolica di Milano ai vertici dell’Isacem – l’Istituto che ha il compito di raccogliere, conservare, ordinare e rendere disponibile per la ricerca storica il materiale documentario relativo all’Azione cattolica italiana – deve «porsi in ascolto della vita della propria realtà particolare per capire quali priorità assumere in futuro, e attraverso quali modalità e quali scelte concrete lavorare per esse».
E Brolo si può ri-partire (termine carissimo a Don Enzo Caruso) già da domenica prossima.. perchè come ha ribadito sempre Truffelli “per cercare di spingere l’associazione occorre sporgersi in avanti, per farsi sempre più prossima alla vita delle persone».
Se si vuole leggere altro:
http://scomunicando.hopto.org/notizie/brolesi-qreverendiq/