TRISTI EMOZIONI -“Gigi è in noi come il pigmento di tutti i colori possibili…”
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TRISTI EMOZIONI -“Gigi è in noi come il pigmento di tutti i colori possibili…”

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Gli amici ricordano Gigi Martorelli. Scoperta, sabato scorso, nel pomeriggio, la lapide al cimitero orlandino. E forse tra le tante frasi, parole, commenti, sentite, ascoltate, sussurrate, durante il sentissimo evento, è quella riportata nel titolo, ben detto da Felicia Lo Cicero, che ne fa la summa, la sintesi, li comprenda tutti. Appunto partiamo da qui. 

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Un mazzo di fiori, gialli, rossi e azzurri. I colori “primari” che il pittore –  ormai orlandino d’adozione, anche se era nato a Palermo e vissuto a, lungo a Milano – amava moltissimo, la base di tutti i suoi quadri, scoperta la lapide, si staglia sul marmo… sembra un quadro.

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Quello di Gigi Martorelli regala agli amici che, con il passa parola, in tanto sono arrivati alla spicciolata, prima sulla spianata del cimitero, poi percorrendo i vialetti sotto la sua tomba, per dargli ancora un saluto.

Lui guarda, dall’alto.

La foto lo ritrae, in una sua tipica espressione, quando, pur già dall’espressione matura ma ancora intimamente giovane, e iniziava a frequentare Capo d’Orlando.

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Un amore a prima vista che lo convinse a rimanerci per sempre.

Gigi Martorelli infatti amava Capo d’Orlando, ed è proprio riferita ai tramonti orlandini la citazione fatta incidere sul marmo che ora definisce la tomba.

“L’orizzonte screziato di rosa e arancio segno che il sole sta per affondare”

Quindi sabato, 8 ottobre, al cimitero di Capo d’Orlando gli amici del pittore si sono ritrovati in un gesto che va oltre ai simboli.

Tra amicizia e rispetto, affetto e ricordi di percorsi vissuti insieme, ma sopratutto stima e conforto per i familiari, le figlie, la moglie presenti a questa cerimonia che triste nei ricordi è rimasta calda di emozioni come appunto erano i quadri di Gigi.
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A dare il tempo del “rito” ci ha pensato Massimo Scaffidi.

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Lui ha conosciuto il pittore nell’ultima fase della sua vita ma parlandoci a lungo, entrando nella sua “sfera” artistica sembra conoscerlo da sempre.

Nel parla semplicemente e poi chiama i presenti a dar testimonianze.

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Cosi si susseguono gli interventi di Giacomo Miracola, dell’assessore comunale  Massimo Gierotto, del critico d’arte Felicia Lo Cicero, quindi i ricordi di Riccardo Damiano che so sofferma – mentre scatta l’applauso – su “Martorelli: Uomo Onesto” e di Carlo Nunzio Rinaudo e Roberto Santoro della Pathos che hanno fortemente voluto questo omaggio.

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Chi non è potuto esserci ha mandato sms, un messaggi, segnali.

Ci pensa ancora Roberto a nominare tutti coloro che hanno partecipato ai costi ( Mario Giardina, la famiglia Ferrarolo Marco e i figli Angelo, Adriano e Tindaro, Aldo Parla, Enzo Costantino, Francesca Pietropaolo e il suo Staff UnipolSai, la Galleria La Rocchetta di Aldo Fiocco, le professoresse Anna e Caterina Ruta, la Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella, la Fondazione Damiano) e poi cita anche chi ha dato il lavoro, partecipando con umiltà, in un gesto umanissimo, all’omaggio.

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Ci sono pittori, vecchie conoscenti, grafici.

C’è la gente comune, i compagni di strada, i vicini di casa, che Martorelli amava e con li quali, parlando, condivideva pensieri e stati d’animo.

Alla fine si sfila via in silenzio.

L’assenza di Gigi è palpabile.

Lui guarda da lassu’.

Si accende la sigarette e sicuramente sorride.

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Pittore di notevole creatività, Gigi Martorelli si è legato profondamente a Capo d’Orlando e, qui, come accade oggi possiamo e potremo godere di parlargli, ognuno a nostro modo, quando vorremo e per quanto lo desideriamo. 

Ci permette, questo gesto amichevole e affettuoso, l’aver contribuito a rendere più visibile il suo luogo, di poter ricordare come ogni parola dalle sue labbra proferita sia insegnamento e ora anche indimenticabile.
La vita e la sua evoluzione, gli oggetti, le luci e i colori del Mediterraneo sono stati altra fonte di idee e ispirazione. Affermava Gigi, le cose più semplici mi accompagnano e io le narro naturalmente.
Il continuo contatto con i pennelli e i colori costituiscono la mia quotidianità, continua il Maestro, traduzione poetica di tutti quei simboli, segni e ricordi del mondo primordiale, sono protagonisti della mia filosofia e del mio modo di raccontarle. 
E l’amicizia, fedele, coerente, generosa offerta da Gigi potevamo non comprenderla e quindi non apprezzarla?
Ecco allora che al solo risentire il nome dell’amico e artista vero, Gigi, che qui ci ritroviamo ad abbellire, una volta noi, il suo mondo esterno.
Potremo fare ancora meglio non dimenticandoci mai di Lui.
gigi e massimo martorelli e scaffidi
abbiamo scritto
leggi-larticolo-martorelli
11 Ottobre 2016

Autore:

redazione


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