TURRI DI STIDDI – L’ultimo album di Salvo Nigro
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TURRI DI STIDDI – L’ultimo album di Salvo Nigro

Pubblicato a Marzo l’ultimo album di musica popolare di Salvo Nigro, sensibilissimo autore originario di Patti Marina.


Tutto ha un corpo sottile, anche le canzoni.

Le canzoni sono idee che nascono all’unisono: parole e musica,  temi musicali che accompagnano precisi stati d’animo e frammenti d’essere.

La sensibilità artistica che accomuna Salvo Nigro, musicista, e Grazia Capone, autrice dei testi, è fatta di questa aura sottile. Percezioni di un comune sentire, di una vibratile empatia. Queste canzoni sono, più che mai, frutto vivo  di un’anima comune, natura di questo nostro territorio.

Salvo Nigro con la sua anima e la sua essenza nate popolari, fa rivivere la tradizione arcaica nel canto, anche grazie a felici intuizioni sia musicali che nei riporti audio originali come la bella voce orante (nel brano “Rosariu a lu Bambinu”), che ritorna da un antico passato salmodiando  ingenui rosari siciliani, intessuti da un sentire magico e profetico.

L’arte popolare siciliana delle  “Segnature” delle “Benedizioni” dei riti magici che  mischiano sacro e profano si espande su tutto l’album.  Ascoltiamo giaculatorie contadine di menti giocose e sagaci, ricreate nuove di zecca oggi;  passacaglie pensose di guaritori “ciarmavermi”;  eterei madrigali di contenuta e mascolina sensualità; ninne nanne moderne, ma che hanno origine altrove nel tempo e che cantano di lune brillanti ed incanti, di amori consacrati e di angeli che recano doni e benedizioni.

Sembra di essere finiti dentro uno squarcio di salto temporale.Il tutto mentre il territorio dove viviamo espande la propria sottile e pervasiva magia. Sotto Capo Tindari, tra le rocce di Rocca Femmina,  vive ancora l’anima di una Dea – o forse una maga – che, ancora,  nasconde il proprio tesoro in una bocca oscura, nel castello di Brolo vaga l’anima inquieta di Bianca Lancia, prigioniera di Federico II, lo Stupor Mundi che incastonò diamanti in Sicilia e donò acqua agli assetati di bellezza.

Boccaccio ci parla da Messina, facendoci rivivere un antico odio di classe, che mischia l’amore alla morte,  ed infine, dalla sommità del Monte Meliuso in un’immensità di blu e turchini,  nasce un’aura che ci osserva e ci protegge ricordando amori superbi ed antiche battaglie tra i tralci ed i grappoli rigonfi di uva.

Il passato è tra di noi, è vivo e presente e ci osserva con i suoi occhi profondi di dea e magara.

   

“L’atmosfera delle luci disperse guarda il cielo con la sua fine aurea e d’amore mi persi”* (Bianca Lancia).

L’anima non muore.

 

*Traduzione di Elena Grasso di un verso  del brano “Bianca Lancia”, di Grazia Capone


SALVO NIGRO, nato a Patti Marina, front – man e polistrumentista (flauto, chitarra, sassofono, mandolino) è un fertilissimo autore musicale (centinaia le canzoni da lui scritte) e un cantante dalla voce graffiante. Si è diplomato al conservatorio di Pavia in Flauto Traverso nel 1983. Già dall’età di 17 anni ha sempre collaborato con i nomi più illustri della musica siciliana: uno per tutti i Taberna Mylaensis, con cui visse gli anni più importanti per la band. Nel corso degli anni è stato testimone ed accompagnatore musicale dei più grandi nomi della cultura siciliana e limitrofa: da Ignazio Buttitta, a Rosa Balistreri, da Ciccio Busacca ad Otello Profazio.

Salvo Nigro, attualmente sta curando la pubblicazione di altri album riepilogativi del suo lungo e composito percorso artistico, e, contemporaneamente, sta allestendo un’impegnativa pièce musicale in collaborazione con il Coro Lirico Siciliano

Grazia Capone, autrice di testi musicali e scrittrice versatile, si è dedicata a vari campi artistici. Ha pubblicato racconti e libri di vario genere ed argomento. Il suo ultimo libro pubblicato dalla PUNGITOPO, si chiama “Salone Alchemico” e narra  di storie esistenziali viste in un’ottica esoterica.

31 Marzo 2019

Autore:

redazione


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