TUTTO LIBRI – “LA TRAVERSATA. Tra maschere e silenzio” di Aurora Amico
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TUTTO LIBRI – “LA TRAVERSATA. Tra maschere e silenzio” di Aurora Amico

Il romanzo d’esordio della giovane scrittrice messinese sarà presentato domani, venerdì 20 aprile, alle ore 18, nei locali dell’UniPegaso di Messina, su Corso Cavour 79.

 

Un’opera densa di contenuti, che fugge dalla retorica e dagli stereotipi, in cui concorrono e si intrecciano stati d’animo, sentimenti, conflitti interiori in un “viaggio insolito e confuso”, dove il lettore sensibile si accosta alla protagonista. Il testo apre a pensieri profondi e introspezioni forti, al cospetto di una società soggetta all’omologazione e all’appiattimento, dove si rileva la condizione dei personaggi “imbrigliati”, tra l’altro, nell’incapacità di comunicare. Non si è se stessi, si è “maschera”, parvenza. L’obiettivo è sfuggire al vuoto, prendere coscienza, dare senso, anima e contenuti all’esistenza, significato al silenzio. Dal disagio, alle inquietudini, alla catarsi: “Naufragio verso l’immobilità che paradossalmente si farà libertà”. Il contesto è una Sicilia, “terra stanca e bellissima”, col suo fascino, i suoi travagli e le sue contraddizioni. Un po’ come l’autrice, giovane messinese, classe 1989, schietta e curiosa, schiva e solare, amante della cultura e del jazz, meno delle etichette.

“La traversata. Tra maschere e silenzio” è edito da Algra Editore, sul cui sito internet è possibile acquistare il libro.

“La traversata, tra maschere e silenzio è un romanzo fortemente emotivo e intenso che, per opera di suggestioni e trepidazioni, fa riemergere quell’individualità e quell’identità che la civiltà capovolta nega all’uomo moderno sottoponendolo a un intervento di omologazione e appiattimento, e quindi di smarrimento di sé verso un agire finalizzato.
Evocativo già dal titolo, il romanzo rimanda all’idea di un percorso faticoso e intricato, reso con potenza attraverso un flusso di coscienza appassionato e tormentato dal conflitto interiore, dalle emozioni, dagli stati d’animo e dai sentimenti della protagonista, e che da subito diventano quelli del lettore, immediatamente coinvolto dal narratore in un viaggio insolito e confuso. Ecco allora che la traversata simboleggia anche il percorso di vita di ciascuno, fatto di mondi, di incontri e di pensieri, fatto di dubbi, di immaginazione e di follia, fatto di maschere e di silenzio, tra la desolazione e la solitudine; e le maschere tutto quello che resta dell’uomo.
Ha inizio così un naufragio verso l’immobilità che paradossalmente si farà libertà, avviando il riscatto di sé. Di quel sé inghiottito nell’eterno conflitto tra lettera e spirito, tra essere e dover essere e che, però, nelle crisi politico-istituzionale, economica, sociale e, soprattutto, esistenziale, trova una spinta per reagire.
Con un pizzico di ironia e aneddoti tratti dalla quotidianità che si svolgono con tono discorsivo e un linguaggio colloquiale, solo a tratti provocatoriamente interrotti da una lettura critica della società, l’autrice inizia il lettore a una serie di incontri solo apparentemente sconclusionati fino a catapultarlo nei pensieri furfanti di un’esistenza in affitto, veri protagonisti indiscussi del romanzo, muovendosi sullo sfondo di paesaggi tipicamente siciliani, in quella terra stanca e bellissima, dove le contraddizioni sanno coesistere in totale armonia.
Per questi elementi e per i temi affrontati, La traversata, tra maschere e silenzio, è un romanzo quanto mai attuale e diretto a tutti”.

La presentazione del primo romanzo della giovane scrittrice messinese offre un quadro esaustivo, preparatorio alla lettura, con spiegazione del senso dell’opera e della complessità che la caratterizza in tutte le sue articolazioni.
La scrittrice ha “promosso” la lettura del suo testo attraverso la pubblicazione, in “pillole”, di alcune parti del romanzo che fanno riflettere e stimolano la curiosità dei lettori.
Nel rapporto tra silenzio e solitudine, essa trova la ragione e gli stimoli per non sentirsi sola. La ricerca è profonda. “E se dentro di me non c’è silenzio, allora non c’è solitudine: come può esserci solitudine in questo strepitare, in questa sete di libertà dal tempo, dalle finzioni, in questa fame di vivere la verità, in questo tumulto inquieto di pensieri? Io ci sono! Non sono sola!”. Aurora ha anche associato le sensazioni interiori a elementi naturali che l’hanno ispirata. In Sicilia e a Messina, in particolare, non poteva mancare il contesto più significativo: “Il tormento mi legava a quel mare in tempesta e la tempesta di quel mare si legava al mio tormento […] forse era per questo che amavo il mare in tempesta”. Comprensione e disponibilità all’ascolto: saper cogliere la loro differenza, un problema, specchio dei nostri tempi. La superficialità dei rapporti umani. Con un dettaglio: la nobile considerazione del silenzio e dello sguardo come veicoli di comunicazione. La distanza siderale tra sentire e ascoltare. Riflette ancora Aurora: “E tu, tu che mi senti, ma non mi ascolti. Che mi guardi, ma non mi vedi. Che parli, ma non mi dici. Che non ascolti il mio silenzio, che guardi il mio volto ai tuoi occhi inespressivo, tanto non mi vedi. Per te, sì, non sarò mai un cristallo, mi vedrai sempre come un vetro e scambierai per inettitudine il mio stato da inerme. Non è la comprensione, è la disponibilità all’ascolto che manca”.
La realtà non si ascolta, non si comprende, per cui non si vede e non si affronta per quella che è. Si è distratti, svogliati, non comunicativi. Aridi. Così, finisce per prevalere il vuoto, il silenzio dell’anima. “Noi carichiamo di aspettative persino le nostre domande – scrive l’autrice – imperiti di guardare la realtà e vederla per quella che è. No! Non sappiamo ascoltarla, ecco perché guardiamo senza vedere, ascoltiamo senza sentire, parliamo senza comunicare: siamo aridi dentro e l’aridità conduce al vuoto e il vuoto al silenzio, quello vano, dell’anima”. Etichetta, contenuto, parvenza, travestimento. La condizione della donna. L’autrice “incontra” Pirandello. Il risultato, rigoroso, che al tempo stesso è un caro prezzo che si paga, è la “superdonna”. Siamo nel fenomeno della mercificazione, dell’apparenza, della carenza di contenuti a vantaggio di sterili esteriorità. “In definitiva – analizza la giovane scrittrice – quello che resta di questa donna autonoma e indipendente sono soltanto delle etichette senza per forza la necessità di alcun contenuto, ma che comunque creano un’apprezzabile e ragguardevole parvenza: la gabbia dorata in cui vivono la moglie, la madre, la lavoratrice dentro e fuori casa e l’amica, tutto in un unico pesante travestimento pirandelliano. Una nessuna e centomila è oggi la nostra superdonna”.

“La Traversata. Tra maschere e silenzio”, edito da Algra Editore, è il romanzo d’esordio di Aurora Amico, giovane scrittrice messinese, classe 1989.
Il suo profilo è ristretto in poche parole, quelle essenziali che bastano a presentarla.
Aurora è una ferma sostenitrice della bellezza, dell’etica e delle buone maniere, non ama parlare di sé, preferisce la sostanza alla forma, ma è schietta e curiosa, schiva e solare, piena di contraddizioni, così come la sua adorata Sicilia. E’ amante della lettura e del jazz, meno delle etichette.
Sarà la sua prima opera, contenuta in 172 pagine, a farla conoscere meglio ai sui lettori.
Il libro sarà presentato domani, venerdì 20 aprile, alle ore 18, nei locali dell’Università telematica Pegaso di Messina, su Corso Cavour 79.

Corrado Speziale

19 Aprile 2018

Autore:

redazione


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