Recensione di Rita Bompadre
“Quando la poesia incontra l’arte…” di Cesare Verlucca e Michela Mirici Cappa (Hever Edizioni, 2024 pp. 88 € 18.00) accorda, con meravigliosa corrispondenza artistica, la vivace e brillante complicità degli autori, nella relazione fortunata di rappresentare e interpretare l’evocazione poetica, nell’intensità delle parole e nell’incantevole scenario dei dipinti. Il libro racchiude poesie molto significative, dettate dalla fervida e appassionata personalità di Cesare Verlucca, animate da un sentire autentico, assiduo, consolidate dalla qualità della gratitudine e della pienezza presente della vita, ancorate all’eco sentimentale dei ricordi e alla libertà irrinunciabile dei desideri. L’incontro felice e propizio tra Cesare e Michela è la solida e luminosa dimostrazione di un percorso favorevole, tratteggiato dalla speciale e accogliente espressione di un’unica mano e un unico pensiero, nella combinazione positiva dell’attività creativa, nel nobile ed esclusivo panorama idilliaco. Cesare Verlucca elogia la preziosa e coinvolgente affinità esistente tra poesia e pittura, abbracciando la natura intimamente connessa delle immagini che rinnovano la scrittura, propone il disegno di una poesia commemorativa, capace di spiegare la raffigurazione dinamica e inquieta dell’anima, di trasmettere l’equilibrio commovente degli affetti, la percezione smarrita e apprensiva della realtà. La poesia di Cesare Verlucca evolve sempre la sua finalità letteraria nello sviluppo stilistico di una colloquiale e familiare confidenza, in cui il verso è sintesi originaria del movimento interiore, intonazione introspettiva, tensione esatta delle corde romantiche. Descrive lo svolgimento della persuasione emotiva, il passaggio esistenziale della conoscenza, adotta la sensazione esplicita della comprensione, suggerisce il dettaglio delle suggestioni, completando l’identità inscindibile tra l’estetica della fantasticheria e la verità delle riflessioni. I dipinti di Michela Mirici Cappa rivestono la poesia silenziosa delle emozioni, traducono l’indelebile capacità celebrativa degli elementi spirituali, arredano, con i colori ricchi di riflesso inconscio e di contenuti delicati e toccanti, la rivelazione della nostalgia, effige dell’impronta malinconica di ogni indugio del cuore. Trasferiscono, con ogni superba pennellata, l’osservazione e fanno emergere la complessità della condizione umana, immedesimando il lettore nello spirito segreto e crepuscolare delle cose, nella dimensione lirica che tinge la sfumatura degli stati d’animo. Cesare Verlucca utilizza ogni metafora elegiaca per comunicare la vocazione di una identità saggia e lungimirante, caratterizzata dal valore dell’esperienza e dei sentimenti, testimonia l’alleanza personale e riservata con l’avventura eccitante della vita, nell’intreccio intimo, privato, autobiografico del proprio attento e meditato pensiero. La poesia di Cesare Verlucca offre un’indagine umanistica del vissuto, contempla la struggente espressione dell’istinto e della passione, si fa portavoce di un sensibile miracolo, nella volontà di andare oltre e superare il confine della speranza. Cesare Verlucca e Michela Mirici Cappa condividono il valore oraziano nella locuzione latina “Ut pictura poesis” (Come nella pittura così nella poesia) nell’essenza divinatrice della sovrapposizione delle arti sorelle, nella loro energia eloquente.
Rita Bompadre – Centro di Lettura “Arturo Piatti” https://www.facebook.com/centroletturaarturopiatti/