Fotonotizie

UCRAINA – “Stop the war now” con la partecipazione di Antonio Mazzeo

Da Leopoli iniziato il rientro della carovana.

La super carovana in missione umanitaria, composta da 50 mezzi con una delegazione di 200 persone, dopo la consegna di generi di prima necessità, l’incontro tra le associazioni e le autorità, e una marcia per la pace, ieri ha iniziato il rientro verso l’Italia. Stamattina un gruppo ha atteso l’arrivo dei profughi da Mariupol da portare con sé a destinazione. Particolarmente delicata, l’operazione in aiuto a tanti bambini con problemi di salute. Tra i partecipanti alla missione, il giornalista – attivista messinese Antonio Mazzeo, che oggi farà tappa in Polonia, a Cracovia, dal quale questa redazione raccoglierà un’importante testimonianza proveniente da questa intensa esperienza vissuta tra i profughi della guerra che sta martoriando la popolazione Ucraina.

La partenza per il rientro è avvenuta nel freddo, sotto una neve intensa. La sfiancante convivenza con la guerra è stata segnata stanotte alle 3,30 con il suono dell’allarme che avvisava di possibili bombardamenti, che non si sono verificati. Tuttavia, ciò non ha impedito che si vivessero momenti di paura, con le persone costrette a precipitarsi nei bunker. Probabilmente si è trattato di un avviso per mantenere alta l’attenzione riguardo alla sicurezza della popolazione, costretta in questo modo, suo malgrado, a vivere momenti di tensione e preoccupazione.

Con Stop the war now verrà raccontata una storia di aiuti e solidarietà sul campo, che contribuirà a scrivere “la storia”, sicuramente da un punto di osservazione forte e obiettivo. E a tal proposito faranno la differenza le spiccate sensibilità di persone dotate d’esperienza in campo sociale e umanitario. Tra questi, Antonio Mazzeo, giornalista e saggista messinese, attivista ecopacifista e antimilitarista, con importanti trascorsi di cooperazione internazionale e di progetti in varie parti del mondo. Mazzeo, autore nell’arco di un trentennio di vari di libri di inchiesta e di saggi, tra l’altro nel 2020 è stato insignito del Premio giornalistico Colombe d’Oro per la Pace, promosso dall’Archivio Disarmo sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.

Questa redazione oggi si metterà in contatto con i giornalista – attivista messinese, al fine di raccogliere la sua significativa testimonianza.

Missione a Leopoli.

La carovana era partita all’alba del 1° aprile da Gorizia, affrontando lungo il percorso problematiche condizioni climatiche. Ieri nella città ucraina a confine con la Polonia, è stata consegnata alle organizzazioni e ai volontari del luogo un’ingente quantità di generi di prima necessità, tra cui attrezzature mediche e farmaci, provenienti dall’Italia. Dopodiché, le associazioni e le organizzazioni dei volontari si sono riunite alla presenza di autorità civili e religiose per confrontarsi su questo drammatico momento. Pomeriggio, una marcia silenziosa e nonviolenta si è sviluppata intorno alla stazione centrale, portando con sé sentimenti di fratellanza, insieme a parole, pensieri e speranze di pace.

Il luogo in cui svolgere la manifestazione è stato scelto per il suo potente significato simbolico: in questo momento la stazione principale di Leopoli è il punto strategico, di snodo per centinaia di migliaia di persone che tentano di fuggire dall’orrore della guerra per raggiungere l’Europa occidentale. Si tratta del più grosso campo profughi d’Europa.

In questo contesto, la fase più delicata e toccante: i volontari del progetto Stop the war now hanno preso in consegna tante persone fragili, tra cui numerosi bambini con grossi problemi di salute, molti dei quali con patologie oncologiche, ai quali è stata già assegnata una sistemazione sicura in alcune famiglie italiane.

La partenza per il rientro è avvenuta nel freddo, sotto una neve intensa. La sfiancante convivenza con la guerra è stata segnata stanotte alle 3,30 con il suono dell’allarme che avvisava di possibili bombardamenti, che non si sono verificati. Tuttavia, ciò non ha impedito che si vivessero momenti di paura, con le persone costrette a precipitarsi nei bunker. Probabilmente si è trattato di un avviso per mantenere alta l’attenzione riguardo alla sicurezza della popolazione, costretta in questo modo, suo malgrado, a vivere momenti di tensione e preoccupazione.

Stamattina un gruppo ha atteso l’arrivo dei profughi da Mariupol, affinché questi, a conclusione degli oltre mille chilometri di distanza che separano le due città, abbiano potuto intraprendere nuovamente il viaggio, stavolta con destinazione Italia.

Corrado Speziale

 

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Redazione Scomunicando.it

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