UGL & AUTOSTRADA – Dal sito del sindacato l’appello: Dove sono spariti sindaci e sindacati andati in Commissione Regionale?
Cronaca Regionale

UGL & AUTOSTRADA – Dal sito del sindacato l’appello: Dove sono spariti sindaci e sindacati andati in Commissione Regionale?

autostrada_2Interessante rassegna stampa sul sito del Sindacato Messinese.

ugl_logo_400_x_169_thumb307_L’indice di attenzione sul caso “sicurezza in autostrada” si avverte in vari modi.

Spulciando sulla “rete” ecco che si può trovare un interessante rassegna stampa sul sito dell’UGL – Trasporti. Anche qui si inizia proiprio con l’inquietante quesito sulla “sparizione” della delegazione dei sindaci e sindacati dal verbale della IV Commissione, dopo l’audizione di fronte al presidente Mancuso. C’erano onorevoli, vice presidenti, deputati, una fitta delegazione di politici messinesi, e poi due sindaci, Venuto e Sindoni, sindacalisti, stampa.. ma di tutto ciò, ed era un incontro ufficiale, nulla c’è nei verbali della commissione regionale, redatti dopo qualche ora dall’incontro.

Si era pensato ad un refuso… Macchè, nessuna integrazione, nessuna rettifica… Missing. Ultime tracce , un bar, per il caffè, a piazza Politeama… le famiglie ora sono preoccupate.

Ma a parte l’ironia ecco la rassegna stampa documentata dall’UGL.

Rivediamo quella su web e sul cartaceo.

giovedì 10 marzo 2011

AUTOSTRADA – Dal verbale della IV Commissione , spariscono Sindaci e Forze Sociali, peccato che i morti restano.
Commissione sull’incontro di ieri. Non c’è traccia nè della rappresentanza di Sindaci e Forze Sociali, che di fatto, avevano richiesto l’incontro, nè delle loro proteste. Leggendo i verbali, in un politichese, spesso incomprensibile ai più, è evidente che “c’è un problema” ma non si scopre quale potrebbe “essere la soluzione”, a parte “chiudere l’autostrada” e “limitare la velocità”.
link all’articolo su scomunicando.hopto.org

martedì 8 marzo 2011

nino_german_5GERMANA’: ATTACCHI A 360° ALLA GESTIONE DEL CAS

Oggi, 8 marzo 2011, l’On. del Pdl Nino Germanà, durante l’audizione svoltasi presso l’VIII Commissione Lavori Pubblici della Camera dei Deputati, alla presenza del Vice Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Roberto Castelli, ha rivestito nuovamente e per l’ennesima volta i panni di sostenitore della lotta contro la fallimentare gestione del Consorzio per le Autostrade Siciliane, per dare voce ad intere comunità sconvolte dalle decine di vittime silenti delle “strade della morte”, affinchè queste morti non siano avvenute invano ma siano un monito e il principio di una rinnovata sensibilità per restituire dignità e garantire il diritto alla Vita. Adducendo dati numerici e fatti circostanziati, è emerso l’abisso di sprechi, distorsione e dispersione di risorse che hanno sempre caratterizzato l’operato del CAS che era già stato Commissariato proprio dal 2000 al 2007, cioè negli anni nei quali si sono verificate tutte le irregolarità che hanno determinato la revoca della concessione da parte dell’ANAS, a causa delle mancate manutenzioni dal 2000 al 2005 per un importo di circa 50 milioni di euro, che se si considerano anche il 2006 ed il 2007 superano gli 80 milioni di euro. Il lungo elenco dei tratti distintivi della disastrosa attività del CAS è tempestato da errori grossolani, alterazioni e contraffazioni che vanno dall’elevato indebitamento del Consorzio nei riguardi di terzi, al mancato rinnovo delle concessioni per le aree di servizio che ha causato considerevoli perdite di introiti, ma soprattutto è aberrante constatare non solo l’assoluta mancanza sia di investimenti relativi all’incremento dell’innovazione tecnologica, sia di collaborazione tra le strutture esistenti, ma anche il consueto, irregolare affidamento senza procedura di evidenza pubblica della progettazione e della direzione lavori di tutte le autostrade gestite dal CAS con, tra l’altro, gravi ripercussioni economiche sul bilancio dell’Ente, e infine il deputato messinese ha espressamente richiesto di conoscere le procedure mediante le quali si intende sanare il quadro delle non conformità rilevate, relativo principalmente alla segnaletica, alla pavimentazione, alla manutenzione del verde nonché anche agli impianti tecnologici, e che ammonta a n. 1062. Oltre alla richiesta di chiarimenti concreti e delucidazioni coerenti, l’on. Germanà ha avanzato la proposta di procedere alla nomina di un Commissario del Governo che soprintenda alla gestione ed alle opere di risanamento ed ammodernamento che sono ormai divenute improcrastinabili. L’on. ha concluso il suo intervento con l’auspicio che si possa finalmente fare luce sulla situazione, smascherando i responsabili dello stato di abbandono in cui le versano autostrade siciliane.
venerdì 4 marzo 2011
Autostrada, voglia di sicurezza (Centonove)

aut0s_1647-1Nove i morti registrati nell’ultimo anno. Il 90 per cento delle gallerie non hanno illuminazione adeguata, innumerevoli le deviazioni in un’unica corsia. Così il dossier predisposto da Teodoro Lamonica

articolo di Caterina Scaffidi

BROLO. Sembra non avere più fine la mattanza che ormai da qualche mese ha preso di mira l’autostrada A-20 Messina – Palermo. Nove morti dall’inizio dell’anno. Sette nell’ultimo mese. Questo il tragico report degli incidenti stradali che hanno interessato il tratto autostradale che va dallo svincolo di Brolo fino a quello di Villafranca. Il mese scorso, inoltre, altre due persone hanno perso la vita alle porte di Messina, vicino il casello di Villafranca Tirrena. E così Brolo si mobilita per affrontare il tema della sicurezza. Dal piccolo comune parte un’eco che si sta allargando a macchia d’olio in tutti i paesi dei Nebrodi e non solo. Venerdì 18 febbraio si è svolto nella sala multimediale “Rita Atria” a Brolo un incontro tra sindaci, sindacati, e cittadini, tutti divisi dai diversi credo politici, ma tutti uniti dalla voglia di farsi sentire e di trovare una soluzione a quella che ormai può semplicemente essere definita una “strage continua”. «La scelta di far partire il nostro movimento di protesta da Brolo non ha riferimenti politici di alcun tipo- dice Teodoro Lamonica, moderatore dell’incontro – ho proposto di riunire tutti gli esponenti delle amministrazioni locali, dei sindacati e anche chi, come me, percorre quotidianamente la A-20 per raccogliere materiale e testimonianze che ci permettano di creare un fascicolo completo e costantemente aggiornato».

Autostrade, una pericolosità criminogena – Gazzetta del Sud

aut0s_1655-1Tracciati obsoleti e manutenzione a macchia di leopardo, il nodo Anas-Cas e gli sforzi dei commissari

Francesco Celi

Messina

In un certo qual senso non ha torto il commissario Beringheli quando afferma che la A18 e la A20 sono vecchie di 40 anni, e che nel frattempo i mezzi che le percorrono, automobili e tir, sono diventati più veloci. Ma può bastare per giustificare l’innalzamento degli indici di pericolosità del tratto compreso fra Giardini Naxos e Sant’Agata Militello? No. Ovvio che no. La qualcosa non significa che Beringheli – cui vanno riconosciuti impegno e buona volontà, ma anche i commissari che l’hanno preceduto hanno provato a mettere una pezza ad almeno due lustri di gestione sciagurata, per dirla con la dott. Valenti – abbia centrato un punto, ma solo uno. Perché molte altre autostrade d’Italia, e ci fermiamo ai nostri confini, sono state costruite 40 o 50 anni fa, ma nel tempo sono state ammodernate, sono stati assicurati i lavori di manutenzione: insomma, non sono state soltanto drenate risorse pubbliche per alimentare economie ai vari livelli.

Cosa c’entrano con la vetustà della realizzazione delle nostre autostrade le condizioni in cui versano decine di gallerie, che cadono a pezzi, le voragini lungo il manto d’asfalto e la pericolosità stessa di segmenti infiniti di manto d’asfalto, l’inadeguatezza di lunghi tratti di guardrail, il non aver mai pensato di dover mettere in sicurezza costoni di colline che a ogni pioggia riversano sulle carreggiate fiumi di fango, la generale scarsa illuminazione delle gallerie, l’insufficiente rete segnaletica?

A ogni piè sospinto – lo fanno tutti i commissari, e magari ci credono perché lo comunicano in buona fede – vengono annunciati piani straordinari di intervento che in realtà si traducono in lavori a macchia di leopardo. Del tutto insufficienti. È accettabile che tra Rometta e Milazzo da quasi dieci anni si transiti su un’unica corsia? E sette vite spezzate solo nei primi due mesi dell’anno vi sembrano numeri da acquisire con fatalismo?

Lo sosteniamo da qualche tempo, e non siamo i soli dal momento che anche l’Associazione consumatori utenti di Messina l’ha gettata lì: perché mai non si è pensato a un commissariamento giudiziario? L’unico dato positivo registrato nell’ultimo quinquennio, e che sentiamo di dover sottolineare, è rappresentato dalla decisione della Regione di non nominare più consigli di amministrazione. Non tanto per quel che costavano, tutto sommato niente di fantasmagorico, ma per i meccanismi politicamente perversi di cui i Cda erano giocoforza cinghia di trasmissione. Ci siamo ritrovati nel Duemila con tratti autostradali autenticamente criminogeni. Tratti che, se solo ci fosse un’alternativa reale, andrebbero chiusi del tutto, tanti sono i rischi che si corrono.

La situazione si è tal punto incancrenita che al di là delle risorse che saranno riversate su strada, sempre meno di quelle annunciate, appare oggettivamente utopistico la riconquista di livelli accettabili di sicurezza. La colpevole inerzia che ha caratterizzato il Consorzio negli ultimi 15 anni ha generato uno stato difficilmente recuperabile. Il 30 marzo del 2009 a Palermo venne presentato un piano triennale di manutenzione straordinaria delle autostrade siciliane, 1 miliardo 18 milioni di interventi, 78 appalti: a due anni di distanza non neghiamo che più di qualcosa sia stato fatto, ma si tratta di percentuali quasi residuali. Tantè che il Cas anche da ultimo ha dovuto attingere a proprie risorse per assicurare interventi urgenti.

E poi c’è il capitolo infinito della realizzazione dei nuovi svincoli lungo le direttrici palermitana e catanese: i progetti consumano il loro iter – regionale, ministeriale, in qualunque ufficio serva apporre un visto o emendare un elaborato – con una lentezza estenuante. Ci ha pensato tardi il ministero – a prendere finalmente l’iniziativa fu l’on. Di Pietro – a minacciare la revoca della concessione. L’Anas ha dato seguito all’intento, ma il tentativo di avocare la gestione della rete autostradale «per gravi carenze gestionali e mancata assicurazione dellle manutenzioni», è stata stoppata dal Tar. Adesso si attende la pronuncia del Cga, cui ha fatto ricorso l’Anas, ma è solo la faccia di un prisma che proietta una conflittualità politica che complica solo le cose. La realtà è un’altra: le “autostrade messinesi” versano in una condizione vergognosa da troppo tempo ormai e alle buone intenzioni non crede più nessuno. Periferia dell’impero anche su questo versante.

Guardrail “assassini” animali al pascolo e raffica d’inchieste

Leonardo Orlando

Barcellona

aut0s_1669-1L’allarme sicurezza sull’A20 è scattato circa dieci anni fa sul tratto compreso tra i caselli di Barcellona e Falcone per la carenza delle barriere e della manutenzione del fondo stradale. Il tragico incidente che provocò le reazioni popolari e spinse l’autorità giudiziaria ad indagare a fondo sulle carenti dotazioni di sicurezza delle carreggiate, fu quello avvenuto 19 luglio 2002, quando sull’asfalto persero la vita una giovane madre, Ilia Torre, e il figlio undicenne Jordan Chillemi di Barcellona. Per quell’incidente sono stati condannati nel 2008 i vertici del Cas e ciò perché mancavano le barriere spartitraffico che non sono state mai installate.

A parte le barriere di separazione tra le due carreggiate, il punto più debole del tratto più pericoloso d’Italia è rappresentato dall’inadeguatezza delle barriere laterali che non riescono a contenere gli automezzi in transito qualora uno di essi dovesse sbandare è sbattere contro il guardrail. La cui installazione originaria risale a più di 40 anni fa, quando fu aperto al pubblico il tratto autostradale. Le dimensioni delle barriere laterali in questa zona dove le auto per un susseguirsi di rettilinei sfrecciano a velocità sostenuta, sono assai inferiori all’altezza minima stabilita di 70 centimetri. In alcune zone l’altezza raggiunge a malapena i 40 centimetri. Non reggono l’urto violento degli autoveicoli che dopo lo sfondamento vengono proiettati nelle scarpate dei rilevati su cui scorrono le carreggiate.

Le indagini della Procura di Barcellona che aprirono le iniziative giudiziarie contro i vertici del Cas hanno individuato una violazione perdurante della normativa di sicurezza prevista dal Dm 6792 del 5.11.2001, che rende obbligatorie idonee barriere stradali, anche sui “tronchi” esistenti, nei casi in cui la distanza tra le due corsie sia inferiore ai 12 metri e ciò per impedire che gli automezzi invadano le carreggiate opposte. E in quel tratto la distanza è di pochi metri e le corsie non sono divise da alcuna barriera. Ai rilievi strutturali fatti dall’autorità giudiziaria, si aggiungono un persistente stato di abbandono dell’intero tratto. Diventano sempre più frequenti le intrusioni illegali di animali all’interno del recinto autostradale.

Dopo le mucche avvistate la scorsa estate nella zona di Portorosa dove la recinzione dell’area di pertinenza autostradale è diventata una gruviera, lo scorso dicembre sono persino arrivati i cavalli. Alle porte di Barcellona la polizia ha rinvenuto nei mesi scorsi un cavallo mentre pascolava allo stato brado nel prato delle aiuole adiacenti allo svincolo autostradale. A quanto pare l’animale è riuscito a raggiungere l’autostrada attraverso i varchi che abusivamente vengono aperti. Varchi aperti sono stati riscontarti anche di recente nel tratto che attraversa il territorio di Furnari, in corrispondenza dell’abitato di Tonnarella, nell’area dove settimanalmente si svolge il mercato. A pochi metri dalle bancarelle, sono aperti varchi che anche un bambino che sfugge al controllo dei genitori potrebbe utilizzare per invadere le corsie. La frequenza con la quale si registrano, soprattutto nella zona di Barcellona, le intrusioni sulla sede autostradale di animali e pedoni, è testimoniata anche dal recente incidente mortale avvenuto la sera del 3 dicembre scorso quando un uomo di Capo d’Orlando è stato travolto dalle auto che sopraggiungevano mentre questi camminava lungo la carreggiata.

E poi, nessun casello è dotato di telecamere di videosorveglianza e questo rende meno sicuro il controllo sugli accessi in autostrada. La segnaletica è un altro tasto dolente. I cartelli con le indicazioni di uscita sono stati resi illeggibili sia per l’oscurità in cui sono stati lasciati gli svincoli sia per la vetustà che ha cancellato le scritte che indicano le località. L’ennesimo caso giudiziario in cui figurano come indagati i vertici del Cas in carica nel 2007 è quello della morte della studentessa Emanuela Pruiti Ciarello, una ragazza di Naso che aveva sostenuto quello stesso giorno il test di ammissione alla facoltà di Medicina, finita fuoristrada con la sua auto nel tragico pomeriggio del 4 settembre del 2007, in prossimità dello svincolo di Milazzo. Nell’inchiesta sono indagati i responsabili tecnici e amministrativi che devono garantire la sicurezza stradale della Messina Palermo, in tutto cinque persone (udienza preliminare il 15 aprile). Anche in quest’ultimo caso il gip Zappalà ha emesso una ordinanza che dispone un nuovo accertamento tecnico virtuale sulla tenuta delle barriere laterali nel caso le stesse fossero state adeguate per tempo alla normativa vigente. Insomma, ancora una volta le barriere causa di morte?

Asfalto groviera, dissesto e gallerie a rischio

Giuseppe Puglisi

SANTA TERESA DI RIVA

Percorrere l’A18 Messina-Catania ed uscirne indenni è quasi come centrare un terno al lotto. Tanti e tali sono i pericoli che la punteggiano e che rappresentano per gli automobilisti che la percorrono, e che pagano il pedaggio, un rischio intollerabile. Forse si fa prima a dire delle cose che funzionano che elencare quelle che non funzionano, perché in questo caso non basterebbe una pagina intera. A cominciare dal manto usurato e cosparso di buche che aumentano dopo ogni temporale anche di leggera intensità; guardrail ormai vetusti e fuori norma, gallerie buie e dalle quali spesso e volentieri si staccano pezzi di calcinacci che nove volte su dieci colpiscono le auto in transito, tanto che le richieste di risarcimento si rincorrono quotidianamente; le colonnine per l’Sos fanno solo da tappezzeria, spesso non funzionano; ed ancora precarietà della segnaletica orizzontale e verticale, luci inadeguate in galleria e carenze dello smaltimento delle acque nelle giornate di pioggia. E naturalmente è esposta al dissesto idrogeologico che ha colpito con maggiore intensità questa porzione di territorio, da Tremestieri a Taormina.

Cedono i terrapieni (Letojanni nel settembre del 2009), cedono i muri di contenimento (Scaletta), dai viadotti si staccano pezzi di cemento che cadono sulle abitazioni e le strade sottostanti (Sparagonà e Porto Salvo dalle parti di Santa Teresa di Riva). Sembra un secolo fa quando le rilevazioni dell’Aiscat, l’associazione delle società concessionarie di autostrade, classificavano l’autostrada Messina-Catania tra le più sicure ed una classifica elaborata da “Il Sole 24 Ore” sempre su dati Aiscat, rilevava che sui sessanta chilometri della Messina-Catania c’era stato un aumento del tasso medio di sicurezza, dato dal rapporto tra il numero di incidenti ogni cento milioni di chilometri percorsi da ciascun veicolo. Tra le più pericolose, tra le venti autostrade prese in considerazione, c’era al primo posto la Serravalle-Genova, seguita dalla Messina-Sant’Agata Militello sulla quale si erano registrati 362 incidenti. Era il 1991, ed i dati facevano riferimento all’anno prima. Appunto, un secolo fa. Sono passati invece solo venti anni.

Oggi sulla A18 ci sono colate di fango, a Letojanni come a Taormina, a Roccalumera come ad Alì Terme. Ma attenzione, i rilievi negativi riguardano solo il tratto Messina-Giardini Naxos, perché subito dopo la situazione cambia radicalmente, ed in meglio, almeno per quanto riguarda le condizioni del fondo stradale. Una sorta di “stargate” che appena si oltrepassa, segna il confine con un altro “mondo autostradale”. E tanto per restare in tema di amarcord, nel 1986 i due vice presidenti del Cda, Aurelio Turiano (Dc) e Francesco Garigali (Psi) avevano chiesto un investimento di 50 miliardi per sistemare la A18. L’anno dopo divenne presidente Carmelo Jaria e la A18 sbocciò, tanto da incamerare la lusinghiera classifica del Sole 24 ore. Ma era la prima repubblica, i soldi crescevano sugli alberi, si spendeva e spandeva, ma almeno la manutenzione veniva assicurata e l’autostrada non era ancora diventata quell’arteria a scorrimento veloce che è oggi, dove la sicurezza è un optional.
Fatevi un breve tour, casello a casello, per toccare con mano. E dire che c’era stato chi come il consigliere provinciale Matteo Francilia (Udc) aveva proposto lo sciopero del pedaggio fino a quando le condizioni di sicurezza dell’autostrada non fossero migliorate. Una provocazione e nulla più. Non raccolta dal Cas.

sabato 26 febbraio 2011

Autostrade Siciliane: MANUTENZIONE CARENTE (La Sicilia)

Peggiorano le condizioni della Siracusa-Rosolini

aut0s_1674-1Procedono i lavori di bonifica sul primo tratto della Siracusa-Gela, nel settore di Cassibile. Ma peggiorano le condizioni del fondo stradale sul settore più nuovo, probabilmente anche a causa delle cattive condizioni atmosferiche di questi ultimi giorni. Avvallamenti, inoltre, si presentano in corrispondenza dei viadotti Cassibile e Noto, dove la corsia si restringe. Nel settore avolese, infine, la carreggiata è a doppio senso di circolazione da tempo.

In questo senso il deputato regionale Bruno Marziano, che nei giorni scorsi aveva criticato il percorso, cercherà spiegazioni dei motivi di tali avvallamenti su questi due versanti ai vertici del Consorzio delle autostrade siciliane, ieri irraggiungibili.

Sono evidenti le attività per la bonifica del versante cassibilese: il più antico e il più bisognoso d’interventi.

Qui la vegetazione ai lati è sempre più fitta e nasconde le indicazioni stradali nei settori non ancora toccati dalla bonifica. La circolazione su una sola carreggiata è indispensabile laddove i lavori si stanno eseguendo. Resta inoltre carente la manutenzione nel settore inaugurato più di recente. Si avvertono in modo ancora più pronunciato i sobbalzi in corrispondenza dei giunti di dilatazione di alcuni viadotti. E il manto stradale, lasciato senza tappetino d’usura, mostra adesso i segni dello sbriciolamento proprio fra i paletti che delimitano le due parti della carreggiata. Non sono stati rimpiazzati, inoltre, quei meccanismi di assorbimento variabile degli urti posti all’ingresso di alcuni dei nuovi svincoli, soprattutto quello avolese, più volte impattati dalle automobili. La segnaletica di cantiere, da sempre gialla, limita la velocità a 80 chilometri orari: non è rispettata neppure lungo i punti più critici segnalati dallo stesso Cas. E questo fatto, inevitabilmente, abbassa la sicurezza sul tracciato. Da evidenziare infine il degrado igienico delle piazzole di servizio e la segnaletica, presa di mira dai vandali in numerose aree di servizio.

ROBERTO RUBINO

venerdì 25 febbraio 2011

Bianco: “Le autostrade siciliane sono trazzere”

CATANIA – “I siciliani sono pronti a pagare il pedaggio in autostrada a condizione che ci siano autostrade vere e non ‘trazzere’ di campagna da Terzo Mondo”. Lo afferma in una nota il senatore del Pd Enzo Bianco. “L’Anas ed il Consorzio autostrade siciliane – osserva Bianco – facciano prima tutte le necessarie manutenzioni e i dovuti adeguamenti, trasformino tutte le autostrade che gestiscono in moderne, efficienti e sicure arterie di comunicazione come in tutte le regioni del Centro e del Nord del Paese e saremo pronti a pagare il pedaggio anche dove oggi non si paga”. “Ma se così non fosse, se qualcuno pensa di imporre una ‘tassa’ ai siciliani senza dare loro un servizio degno di un Paese civile o promettendolo in futuro – conclude il senatore del Pd – allora daremo battaglia su tutti i fronti, presenteremo mozioni in Parlamento chiedendo a tutti i parlamentari siciliani di qualsiasi partito di firmarle e faremo ricorsi al Tar e in tutte le sedi competenti. I siciliani sono anche disposti a pagare, ma non possono essere presi per fessi”.

martedì 22 febbraio 2011

Autostrade Siciliane: aumenta il bilancio tragico (in soli 52 giorni i morti sono 9)

A20, è scattato l’allarme sicurezza (Quotidiano di Sicilia)
di Antonio Casa

Ieri l’ennesimo incidente sull’autostrada Messina-Palermo. Le due persone decedute sono le ultime di una lunga scia. Spesso è colpa dell’alta velocità, ma da anni si discute anche della mancata manutenzione

MESSINA – Sull’autostrada Palermo-Messina ora è un vero e proprio allarme. Ieri l’ennesimo, tragico incidente, stavolta poco prima dei caselli di Villafranca Tirrena. Morti entrambi gli occupanti della vettura, una Mazda che, per cause in corso di accertamento, si è ribaltata finendo in una scarpata. Si tratta di Antonino La Rosa, 72 anni, di Milazzo, ed Elia Malara, 78 anni, di Lipari. Il primo è morto sul colpo, il secondo subito dopo il ricovero al Policlinico di Messina.

La domanda, come nelle precedenti tristi occasioni, è: si poteva evitare? È vero che la velocità rimane sempre la causa principale o la concausa degli incidenti stradali che continuano a mietere vittime.
Nel caso della Messina-Palermo, come per la Catania-Messina, più di una volta, però, è stata tirata in ballo anche l’assente o insufficiente manutenzione.

Un problema che sussiste da molti anni, tant’è che nella revoca della concessione al Consorzio per le autostrade siciliane, decisa nel luglio scorso dall’Anas e resa esecutiva a novembre, poi sospeso il mese scorso dal Tar di Catania (che ha trasmesso gli atti alla competenza di merito del Tar di Palermo, così come richiesto dall’Avvocatura dello Stato), sono state indicate 390 infrazioni accertate ufficialmente (e altre 83, almeno, sono state notificate nel frattempo, ndr), molte delle quali hanno riguardato l’aspetto della manutenzione e della sicurezza.

Non solo. Nei giorni scorsi, Confconsumatori Nazionale, rappresentata in giudizio dall’avv. Carmen Agnello, è stata ammessa parte civile dal Giudice monocratico del Tribunale di Messina nel procedimento penale che vede imputati due dirigenti del Cas per il reato di omicidio colposo per la morte di un giovane deceduto all’età di 24 anni, a seguito di un incidente autonomo che ha coinvolto l’autoveicolo a bordo del quale viaggiava come passeggero.

Si tratta di un procedimento che vede i dirigenti del Cas imputati di aver colposamente cagionato la morte del giovane omettendo di garantire le condizioni di sicurezza stradale dei luoghi in cui si è verificato il sinistro e precisamente la tangenziale A20 Messina-Palermo, teatro, negli ultimi anni, di numerosi incidenti stradali mortali provocati dalle precarie condizioni di manutenzione in cui versa il tratto in questione di proprietà dell’Anas ma affidato in concessione al Cas.

Confconsumatori, che ha in più occasioni denunciato omissioni nella manutenzione sia ordinaria che straordinaria del tratto autostradale Me-Pa, ha chiesto ed ottenuto il riconoscimento della propria legittimazione ad agire costituendosi parte civile nel procedimento penale in parola. L’Anas non può più intervenire. Dopo la revoca della concessione (tramite i ministeri di Trasporti ed Economia), e la sospensione del provvedimento decisa dai giudici amministrativi etnei, il gestore della rete stradale ed autostradale può solo attendere il giudizio di merito del Tar Sicilia sulla decadenza della concessione stipulata nel 2000. Dopo la sospensiva del Tar di Catania, nel suo blog il presidente della Regione Raffaele Lombardo ha proposto al ministro dei Trasporti Altero Matteoli e al presidente dell’Anas Pietro Ciucci una gestione comune Cas-Anas per le autostrade Palermo-Messina, Messina-Catania e Siracusa-Gela (in esercizio attualmente fino a Rosolini).

mercoledì 16 febbraio 2011

“Sprechi e disinteresse per le autostrade siciliane”

PALERMO – “È ormai insostenibile ed intollerabile che, di fronte ai progressi e alle conquiste tecnologiche, la Sicilia rimanga relegata ai margini dello sviluppo, scivolando inesorabilmente nel baratro dell’arretratezza e nel dedalo dell’inadeguatezza”. Lo afferma, in una nota, il parlamentare del Pdl Antonino Germanà, che avanza una richiesta all’ufficio di Presidenza della commissione Ambiente della Camera per fissare la data di un’audizione che possa coinvolgere i vertici dell’Anas, del Cas e rappresentanti della Regione siciliana per discutere delle condizioni delle autostrade e del sistema viario dell’isola. Germanà auspica “un proficuo e incisivo dialogo che abbia ad oggetto la querelle giudiziaria sulle autostrade siciliane, i progetti di ammodernamento ed il loro iter, la situazione relativa ai lavori di manutenzione, eventuali proposte e previsioni”. Germanà ricorda che dal 27 novembre 2000 – data in cui tra l’Anas ed il Consorzio per le autostrade siciliane è stata stipulata una convenzione che affida a quest’ultimo le attività ed i compiti per l’esercizio e il completamento delle autostrade Siracusa-Gela, Messina-Catania e Messina-Palermo – “si è assistito a un progressivo deterioramento che si è nutrito di sprechi e disinteresse”.
domenica 13 febbraio 2011

Morte sull’A 20 di Signorino Lenzo la Procura di Patti apre un’inchiesta

Sicilia (13/02/2011)

Gabriele Villa

PATTI – La Procura della Repubblica di Patti ha aperto un’inchiesta sulle condizioni di sicurezza che connotano l’autostrada Messina-Palermo. La notizia arriva dopo l’ultimo incidente mortale verificatosi il 4 febbraio scorso in cui ha perso la vita Signorino Lenzo, 42 anni, di Capo d’Orlando. Il tremendo scontro all’interno della Galleria Tindari, da oltre un anno e mezzo a doppio senso di circolazione, ha riacceso le polemiche sulla sicurezza dell’A 20. Sono diversi i movimenti spontanei che stanno nascendo per sensibilizzare gli enti preposti ad una maggiore attenzione su un tratto autostradale che, negli ultimi anni, ha mietuto decine di vittime. Ed è l’intero tratto dell’A 20 che risulta essere a rischio dato che sono pochissimi i punti in cui non si sono verificati incidenti.

Negli ultimi dieci anni sono quasi trenta le persone che hanno perso la vita sulla Me-Pa. I tratti particolarmente pericolosi sono quelli del viadotto Montagnareale e l’area degli svincoli di Patti così come la tratta tra Falcone e Barcellona. Ma hanno legato il loro nome a sinistri mortali anche il viadotto Tarantonio, il viadotto Bugolìo, la galleria

Malerba, il viadotto Ritiro, la galleria Telegrafo e in ultimo la galleria Tindari. Una situazione non più sostenibile e che deve essere risolta perché sino ad oggi sono state troppe le vittime di un tratto autostradale che, da più parti, è indicato come poco sicuro. Nonostante ciò da alcune settimane sono stati introdotti anche i rincari che sanno di beffa perché adottati per un servizio che non c’è. L’apertura di un fascicolo da parte della Procura della Repubblica di Patti sa più di atto dovuto, come è spesso accaduto in questi anni dopo gli incidenti mortali sull’A 20. L’augurio è che si provveda in tempi rapidi alla messa in sicurezza dell’intera tratta.

Gazzetta del Sud

13 Marzo 2011

Autore:

admin


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