Peccato non ci sei riuscito.
La foto è una beffa.
Lasciar gli escrementi del proprio cane proprio di fronte al cestino destinato ad accogliergli.
Niente ha potuto aiutarlo – il padrone – a divenair civile.
Il luogo, in questo caso Brolo, poco importa.
La mamma dei cretini è sempre incinta a ogni latitudine.
Avere un cane comporta che il padrone debba, nel momento in cui accompagna il suo piccolo amico a quattro zampe a fare i suoi bisogni all’aperto, occuparsi dei suoi escrementi.
Si tratta di un problema che riguarda ed affligge molte grandi città e che ha una incidenza negativa sull’ambiente e sulla salute di tutti, cani e persone.
La maggior parte delle persone ignora questo aspetto. Sarebbe invece opportuno che si prendesse coscienza di quanto possa essere pericoloso un nostro atteggiamento negligente.
Vediamo di cosa si tratta, quali sono i possibili rischi per la salute dell’uomo e quali soluzioni attuare per limitare al minimo tale pericolo, per una convivenza serena e senza rischi.
Pensa che un cane di taglia media produce al mese circa 18 chilogrammi di escrementi.
Raccogliere le feci del proprio cane, oltre ad essere una questione di civiltà – ma anche un obbligo di legge – è necessario perché può avere delle conseguenze sulla nostra salute, nonché su quella di altri animali. Infatti essiccandosi e con il passare del tempo, le feci si disintegrano e diventano polvere, che noi ed i nostri figli respiriamo passeggiando per strada.
E’ un po’ come lo smog… è importante pertanto che, chi ha un cane o si appresta ad acquistarlo, si adoperi al fine di ridurre l’impatto ambientale delle feci del nostro piccolo amico.
Le feci infatti possono inoltre contaminare strade (sulle quali passeggiano altri cani che poi entrano in casa), falde acquifere, giardini oppure orti, dove crescono frutta e verdura. Insomma un vero problema di sanità pubblica che può comportare numerose patologie.
I più esposti sono i bambini, sia perché hanno meno difese immunitarie sia perché molto spesso giocano a terra o mettono oggetti contaminati in bocca.
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