‘Un Caffè per Due’, uno spazio aperto dove poter discutere di politica, articolazioni e declinazioni che sanno di quotidiano. Primo ospite, l’avvocato santagatese Nicola Marchese, membro dell’Assemblea Nazionale PD e coordinatore provinciale di “Sempre Avanti”, sul futuro del Partito Democratico
29 settembre 2019, la data sussurrata a Montecitorio per le nuove elezioni politiche, lunedì 3 giugno infatti, il Presedente del Consiglio Giuseppe Conte ha ufficializzato in TV la crisi di Governo, guardandosi però bene dal parlamentarizzarla. Il cambiamento è anche questo, un premier senza consenso, forse senza la fiducia dei due vice delle cui politiche si fa garante. A detta di molti la crisi, certamente alimentata dal voto europee, è però solo ‘ansia da prestazione’, la manovra di bilancio incombe con tutto il suo peso così come il biasimo della Comunità Europea.
Non sappiamo con certezza se il programma bisbigliato dai parlamentari sarà rispettato, crisi entro luglio e voto a settembre, sappiamo però che questo Governo è al capolinea e, dunque, è necessario esser pronti per la nuova tornata elettorale. Per capire meglio quanto accade e accadrà, in particolare all’interno del Partito Democratico chiamato a sciogliere anche il nodo delle alleanze post voto, abbiamo incontrato l’avvocato santagatese Nicola Marchese, membro dell’Assemblea Nazionale PD e coordinatore provinciale di “Sempre Avanti”, l’area del partito nata dall’esperienza congressuale della candidatura Giachetti –Ascani alla segreteria nazionale.
Partiamo dalla fine, 29 settembre seduti in quel caffè
L’anno bellissimo auspicato dal povero Conte sta diventando un anno orribile per il Governo e per gli Italiani; con una sola eccezione: la Lega di Salvini, che ha praticamente raddoppiato il consenso raccolto alle politiche dello scorso anno (mentre i 5 Stelle sono scesi dal 32% al 17%). Ma cosa è successo al Paese? Se si prova ad uscire dalla polemica quotidiana sul barcone in arrivo o sul tabaccaio pistolero, non è poi così complicato. L’Italia è un paese a due velocità. Due realtà profondamente diverse per condizioni di vita, di reddito, di istruzione, di servizi pubblici e privati. Il Sud è stremato da decenni di assistenzialismo improduttivo e dalla assoluta mancanza di seri investimenti pubblici, che avrebbero parificato le condizioni di operatività dell’impresa privata rispetto alle omologhe realtà del Nord; gli imprenditori meridionali godono di servizi assai più scadenti, ma subiscono la stessa pressione fiscale e pagano un maggior costo del credito. Il Nord industrializzato percepisce invece come una profonda ingiustizia sorreggere un carico fiscale (ed un costo del lavoro) ormai insopportabile, in ragione della distribuzione delle maggiori risorse operata dallo Stato centrale; il che spiega la spinta – anche delle regioni tradizionalmente “rosse” – per ottenere maggiori livelli di autonomia.
Parliamo dei 5Stelle. Ad oggi non è dato di sapere se in caso di nuove elezioni agiranno in deroga al secondo mandato o se verrà costruito un nuovo gruppo dirigente. Quale rapporto ritiene dovrà avere il Partito Democratico col Movimento?
Le deroghe ci saranno eccome, io credo. Soprattutto per chi ha maturato importanti esperienze istituzionali e di Governo. Poi si proverà a introdurre nelle liste una migliore qualità dei candidati, un po’ come accaduto alle europee, tuttavia con scarsi risultati. Perché la forza del M5S prescinde dalle competenze dei singoli e dalla qualità media della classe dirigente e risiede invece nel messaggio populista che il Movimento stesso incarna. La questione del rapporto col PD è controversa. La base del Movimento è assolutamente contraria, anche perché è cresciuta a “pane e odio” per i Dem. Nel PD invece ci sono posizioni assai diversificate, alcune possibiliste, altre di assoluta e dichiarata contrarietà ad un avvicinamento dei due partiti. Non è una questione banale. Anzi è una questione – questa del rapporto tra 5S e PD – assolutamente centrale per comprendere il Paese attuale e quello futuro. Io ho condiviso e apprezzato lo sforzo di Renzi volto a impedire uno scellerato accordo che qualcuno avrebbe voluto fare un anno fa… Ma ero anche presente all’Assemblea del 19 Maggio 2018 a Roma e ricordo bene le parole profetiche di Andrea Orlando (“Non mi riempie di orgoglio il fatto che il PD sia stato spettatore inerte della saldatura tra i populisti e la destra, che darà origine al governo più reazionario della storia repubblicana”).
Il Partito Democratico e le sue anime. Come costruire un percorso unitario in vista delle elezioni? Oltre il PD a fianco di quali altre sensibilità politiche?
Il PD dopo undici anni continua ad essere una specie di creatura bicefala. L’anima ex comunista e quella riformista e liberal – democratica (per semplificare al massimo), continuano spesso a non parlare la stessa lingua e a non parlare alla stessa platea in modo sincrono. Renzi aveva raccolto più consensi al centro, tra i cosiddetti moderati. Zingaretti ha riportato apparentemente l’asse del partito più a sinistra. Ma spesso questa dicotomia è fatta di etichette e di intenti soltanto dichiarati, di modi e di rapporti (per esempio con i sindacati). La sostanza è diversa, e dice, per quel che io credo, che i Governi Renzi e Gentiloni, nei limiti del possibile, hanno adottato politiche e provvedimenti certamente volti ad una migliore redistribuzione delle risorse, a salvaguardare la solidarietà sociale, ad incentivare impresa, lavoro e occupazione e hanno affrontato una serie di temi etici come mai, in così poco tempo, e con tale determinazione, era accaduto nell’Italia repubblicana.
In vista di un voto politico anticipato, il PD di Zingaretti dialogherà alla fine più con alcune aree moderate (la creatura di Calenda, se mai prenderà forma e + Europa) che con “La Sinistra” per esempio. Certamente non con i 5S prima delle elezioni. Dopo invece, con questa legge elettorale, dipenderà da tanti fattori se ciò potrà accadere o meno. Nel nostro sistema i Partiti hanno anche una funzione di responsabilità e non solo di rappresentanza. Bisogna ricordarselo.
Tenuto conto della gravosa manovra di bilancio che incombe minacciosa e lega le mani, volente, nolente, a chi dovrà affrontarla, quali le urgenze per l’Italia?
Le urgenze sono certamente contabili. Servono 23 miliardi per sterilizzare l’aumento dell’IVA che (al 25,20%…) metterebbe a tappeto il Paese in poche settimane. E il rischio di una procedura di infrazione è dietro l’angolo. Le maggiori entrate fiscali che dovevano provenire dal RdC sono solo una pia illusione (del resto la misura esiste da pochissimo) e tutti gli indici economici sono in sostanziale ribasso nel medio periodo. Io credo che di fronte abbiamo una stagione in cui la pressione fiscale – soprattutto delle imposte indirette – non potrà che aumentare, come aumenterà il costo dei servizi e di compartecipazione al welfare a fronte di prestazioni assai più ridotte. E’ bene che iniziamo ad abituarci all’idea. Che poi sia questo Governo a farlo (stracciandosi le vesti contro PD e UE) o un Governo tecnico di transizione, non cambia moltissimo le cose se non a livello di narrazione politica. In questo quadro generale l’unica cosa che serviva per il Paese, ossia una dose massiccia di investimenti (e non di spesa improduttiva o per misure assistenziali), resterà una chimera.
Faccia una lista di aggettivi utili a qualificare l’identità e il futuro percorso del Partito Democratico
Cosa ci racconteremo in quel bar il 29 settembre 2019?
Credo proprio che prenderemo un ottimo caffè sulle note della famosa canzone di Battisti e Mogol e non avremo bisogno di cercare la tessera elettorale in fondo ai cassetti delle nostre scrivanie.
Ritorna, a Barcellona PG, il presepe di Serena Lo Conti: un’opera d’arte tra tradizione e…
“IIS Antonello”: progetto lettura con il testo Parallelo Sud (altro…)
Sarà visitabile fino a venerdì 20 dicembre la mostra di ceramiche dell’arch Koji Crisá, giovane…
A Ficarra si respira un’aria di Natale speciale, fatta di tradizioni, sapori e solidarietà verso…
La delegazione messinese e nebroidea di Fratelli d’Italia ad Atreju,: “Un'occasione unica per la crescita…
Domenico Siracusano, esponente del Partito Democratico, è intervenuto con una dichiarazione sulle recenti vicende legate…