Sotto l’attenta regia della presidente dell’Associazione Gioiosa Nostra, Giuliana Scaffidi, le numerose comparse, tutte gioiosane, hanno brillantemente messo in scena i testi inediti scritti per l’occasione dall’antropologo Marcello Mollica.
Gli spettatori, il cui numero è imprecisato, tocca varie migliaia, soprattutto non indigeni. L’indirizzo dell’organizzazione è proprio quello di far conoscere il presepe oltre le mura locali e provinciali.
Tutti hanno assistito all’evento nelle viuzze del borgo ottocentesco parallele alla vecchia via dei Pescatori, uno dei primi insediamenti gioiosani, oggi praticamente spopolato.
Quasi cento attori locali hanno recitato quartine in siciliano, pezzi di storia marinara della nuova Gioiosa Marea e della Gioiosa Guardia Medioevale, vecchio sito abbandonato nell’ultimo decennio del Diciottesimo secolo.
Gli attori hanno interagito per ore con gli spettatori narrando di costumanze locali e di vecchie vocazioni economiche, oggi quasi tutte abbandonate. Non sono inoltre mancate contestualizzazioni contemporanee, specie in riferimento alla crisi economica.
Apprezzatissima infine l’aggiunta di una serenata settecentesca cantata dal vivo da due innamorati al suono del flauto dolce e della chitarra acustica.
Il Presepe sopracitato, cambia annualmente. Quest’anno si è voluto dare risalto non solo alla comunicazione recitata che ha sollevato molti modi di dire; termini non più in uso, ma ha voluto contrapporre al presepe “ normale “ una forma nuova di fare coro. Un mercato all’aperto, una vita vissuta sotto forma di incontro in un ambiente arredato apposta per fare comunella.
Un vero e proprio bailamme da piazza arricchito da un suggestivo coro natalizio proveniente da Sant’Agata Militello formato essenzialmente da bambini di età non superiore ai 10 anni, guidati abilmente dalla giovanissima insegnate Sabrina che tanto successo hanno ottenuto, in quanto si sono calati in una realtà atavica rimanendo in tema con il Natale.
Bellissimi e coreografici i Re Magi, con dei vestiti settecenteschi e la postazione dell’Angelo, innalzata per annunciare la Nascita.
Il presepe gioiosano è come Paganini. Non si ripete; ma nella povertà si permette il lusso di cambiarlo ogni anno ed arricchirlo con sapienti postazioni, ricordando ed etichettando sempre la Gioiosa di una volta.
Un plauso va a questo scenario meraviglioso ed alla magia che incanta tutto, ma soprattutto a questa novità che ogni anno si trasforma divenendo migliore di quello precedente e conclamato ancora un successo.
Pia d’Aquino