UNA GRANDE “SALA COMUNE” – Sogno e progetto di Anna Rita Piazza: “Creare benessere negli spazi scolastici”
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UNA GRANDE “SALA COMUNE” – Sogno e progetto di Anna Rita Piazza: “Creare benessere negli spazi scolastici”

Il progetto-pilota della studentessa brolese in Scienze della Formazione Primaria all’Università di Firenze, nato dall’esperienza di Still I Rise in Kenya, è stato presentato a Casa Astura, concept house di Capo d’Orlando, alla presenza di insegnanti e addetti ai lavori.

La prima scuola destinataria di questa innovazione sarà l’Istituto comprensivoGiuliana Saladino” del complesso quartiere San Giovanni Apostolo di Palermo.

Il progetto, oggetto di tesi sperimentale e di possibile futura ricerca, non è coperto da alcun finanziamento pubblico. Per questo, Anna Rita Piazza ha avviato una raccolta fondi ideata e gestita esclusivamente dalla stessa su gofundme. Per la giovane studentessa è un sogno che diventa realtà: “Questo progetto riguarda il benessere degli studenti ma anche degli insegnanti. Uno spazio di questo tipo alimenta il sistema di scuola come casa. È la scuola che avrei tanto voluto…”

Una scuola tutta da vivere

Una scuola tutta da vivere, bella e accogliente come una casa ideale, con uno spazio personalizzato scevro dai rigori dei compiti in classe e dai giudizi. Un luogo di relazione e di condivisione dove la cura degli ambienti e dei rapporti umani sta alla base del progetto. Dove i sogni si scrivono alla lavagna con i gessetti, ma come per incanto sono incancellabili…e soprattutto, dove abita la bellezza.

È questa la “sala comune”, ispirata alle common hall di Still I Rise disegnata e raccontata da Anna Rita Piazza, intraprendente e motivata studentessa brolese, la cui tesi di laurea in Scienze della Formazione Primaria a Firenze sarà un progetto per una scuola migliore. Un’innovazione che abbraccia vari aspetti, da quello didattico – pedagogico a quello legato alla forma e alla funzione degli oggetti, con un interesse particolare rivolto alle scuole delle periferie, dove condurre i bambini all’interno di un plesso scolastico è ancora oggi una sfida quotidiana.

oltre l’essere un semplice androne

Cosicché, una stanza allestita ad hoc, o meglio, qui un’ex classe, curata e accogliente, dove i pensieri tendono a trasformarsi in energie positive, è già un passo sulla strada del benessere.

“Incontriamoci Astura – Nuovi spazi di formazione per il benessere collettivo”, è stato il titolo dell’evento.

Il progetto, arricchito da slide con foto e rendering, è stato illustrato nell’accogliente terrazza di Casa Astura, nuova concept house di Capo d’Orlando.

Ha fatto da interfaccia a Maria Rita Piazza, Matteo Vilardo, designer e docente allo IED di Milano.

“Abbiamo voluto iniziare i nostri incontri a Casa Astura presentando il progetto di una ragazza che ha deciso di rimboccarsi le maniche e investire il suo tempo e le sue prime risorse in qualcosa di bello e costruttivo, non tanto per se stessa, quanto per gli altri. L’intento di Casa Astura è promuovere e trovare un collante con le figure del territorio tornate in Sicilia. Ossia, restituire qualcosa di bello”. Il senso del progetto e del crowdfunding: “La cosa interessante è la sperimentazione – ha rimarcato Vilardo. Contribuire a qualcosa che può portare una ventata di novità. Scommettere su un’idea con la speranza che lo facciano in tanti, con l’auspicio che possa evolversi. È molto importante dare spazio soprattutto a donne come Anna”.

 dalla periferia di Nairobi a Palermo

L’idea viene dalla periferia di Nairobi, dal quartiere di Mathare, un inferno abitato da 500 mila anime assiepate tra lamiere e rifiuti.

Là, Still I Rise, Ong indipendente nata per offrire istruzione e protezione ai minori profughi e vulnerabili, ha realizzato questo progetto che sta per essere attuato anche Brasile dopo che in Congo è già operativo. Esperienza entrata nel cuore e nella mente di Anna Rita Piazza, che a Mathare vi ha soggiornato recentemente, cogliendo ed elaborando il progetto.

“Il problema di base per quei bambini è persino trovare un pezzo di pane. Eppure, l’organizzazione ha deciso di creare per loro una scuola di alto livello in forma totalmente gratuita, per ragioni economiche limitata a 150 bambini. Prendono i casi più disperati e danno loro questa possibilità. I bambini non vengono selezionati in base alle competenze e alle conoscenze didattiche. Non interessa che un bambino a 9 – 10 anni sappia leggere o scrivere, a quello provvedono loro. Interessano altre abilità, fanno un test sulla personalità con attività specifiche in base al loro tipo di personalità”. Progetto che contiene ambizioni che non ti aspetti: “L’obiettivo è quello di formare i leader di domani…Una persona in quel ruolo sarà diversa, empatica, proveniente da questa esperienza”.

Le immagini della baraccopoli di Mathare risultano oltremodo contrastanti con la common hall.

“È un posto in cui ci si rilassa, si chiacchiera in un clima di salotto di casa. Qui i ragazzi apprendono che nella loro vita possono ambire a questo. Se sperimenti qualcosa, sai che puoi arrivarci. Questo permette anche di migliorare la loro visione del futuro”, spiega Anna Rita. “Le common hall – prosegue la studentessa – in generale sono il centro della scuola. Potrebbero essere realizzate all’interno degli androni, ridisegnando gli spazi, un luogo di incontro aperto a tutti, insegnanti e alunni. Il 98 per cento dei bambini di questa scuola è felice della propria vita”. I quattro pilastri della common hall di Still I Rise: “Insegnante mentore, studenti al centro del pensiero globale, scuola e casa”.

Da periferia in periferia: “Se studenti e insegnanti lì hanno degli alti livelli di benessere, potremmo riuscirci anche in Italia”, riflette Anna Rita. Intanto, in Sicilia. Palermo, CEP, quartiere San Giovanni Apostolo. Scuola destinataria di questo primo esperimento sarà l’Istituto comprensivo “Giuliana Saladino”.

Una sfida appassionante sia dal punto di vista umano che didattico. “Così ho focalizzato la mia attenzione sul concetto di scuola e casa. Tre elementi fondamentali di questa struttura sono la bellezza, la cura reciproca e la common hall. La bellezza e la cura degli ambienti sono fondamentali”. Nel dettaglio: “La cura reciproca riguarda sia lo spazio che le persone. Se scuola equivale a casa io mi prendo cura di casa mia, dell’ambiente e delle persone, anche degli insegnanti. L’approccio è preoccuparsi dell’altro”. Il progetto contiene le linee guida di scuola come casa: “Pareti bianche, bacheca con foto degli studenti per personalizzare l’ambiente, termosifoni, tende e cuscini a tema di arte locale. Tavoli con doppie funzioni, tappeti per poter adagiarsi a terra, mobili con libri e giochi”.  Con una novità: “The wall of dreams. Nella common hall – specifica Anna – non c’è una lavagna, ma i sogni sono fondamentali…Qui sia gli insegnanti che gli studenti andranno a scrivere i loro sogni. Mi prendo cura di te e del tuo sogno e prima di cancellarlo lo trascrivo in un registro comune”. L’essenza delle attività: “Personalizzare gli spazi, cooperare, progettare insieme”.

In tutto questo, non c’è alcun soldo pubblico a disposizione, né dall’università, né dall’istituto.

la scelta del gofundme

Allora, Anna Rita Piazza ha avviato una raccolta fondi ideata e gestita esclusivamente dalla stessa su gofundmehttps://www.gofundme.com/f/creazione-di-una-common-hall-in-una-scuola – Aiuti di piccolo taglio ma snelli e sinceri, assolutamente provenienti “dal basso”.

Il denaro sarà utilizzato per l’acquisto dei materiali. Still I Rise non è coinvolta in questa donazione. Per coprire il preventivo occorrono almeno 1500 euro, ma se fossero di più si aprirebbero altre possibilità. Tanto si spera. Per Anna è un sogno che si avvera: “Questa è la scuola che avrei voluto. Quando una persona ti affida i suoi soldi è segno di fiducia. A 23 anni è una bella sensazione, è gratificante. Mi sento ancora più motivata a mantenere le aspettative e a sostenere il progetto, che una volta completato, spero possa rappresentare l’inizio di una ricerca, e perché no, una proposta da sottoporre al ministero”. L’opportunità e l’esigenza: “La scuola nei prossimi 10-15 anni dovrà essere necessariamente cambiata, perché al momento non risponde ai bisogni e alle esigenze né degli studenti, né degli insegnanti. Allora, perché non partire dalla cura dello spazio e dal benessere?”

Alla presentazione hanno mostrato apprezzamenti per l’iniziativa, offrendo la propria collaborazione, insegnanti e addetti ai lavori.

Lo testimoniano gli interventi di Marinella Speziale, Carmen Giuffrè, Nino Sorbera e del giornalista Massimo Scaffidi: “La scuola se si vuole si può cambiare. Lo faranno i ragazzi e i giovani insegnanti. Anna ci ha offerto un format che può andare bene in qualunque città. È una scuola a misura dei giovani che crescono, questa è la nota positiva, bellissima, che Anna ci ha regalato”.

Corrado Speziale

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17 Settembre 2023

Autore:

redazione


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