La campagna per la Proposta di Legge d’Iniziativa Popolare, avviata in tutta Italia il 23 Novembre, è ormai in dirittura d’arrivo. Anche Messina sta dando un contributo al progetto che rilancia il Servizio civile, voluto da tanti comitati e associazioni pacifiste. Mao Valpiana, presidente del movimento Nonviolento, è stato ospite a Messina due settimane fa: “Chiediamo una Difesa civile non armata e nonviolenta. L’art. 52 della Costituzione prevede che la difesa della Patria sia affidata a tutti i cittadini, non ai militari. Togliamo fondi agli eserciti e destiniamoli ai bisogni reali. Il nostro terreno è quello della cultura, del dialogo e dei diritti. Chiediamo che il Servizio civile abbia il riconoscimento di elemento di difesa, con la creazione di un apposito Dipartimento”.
In tempi di conflitti armati su un Pianeta che sta attraversando una fase storica segnata da guerre, scontri di religione e di civiltà con ricerche spasmodiche del “nemico di turno” diffuse qua e là, parlare di disarmo, difesa civile e nonviolenza a molti può sembrare un paradosso. Invece non è così. Perché ad iniziare dal Vangelo, per finire alla nostra Costituzione repubblicana, passando attraverso varie pratiche, scuole, pensieri e culture, la ricerca della pace ed il ripudio della guerra sono alla base di ogni attività umana.
“Istituzione e modalità di finanziamento del Dipartimento della Difesa civile non armata e nonviolenta” è il titolo della Proposta di Legge d’Iniziativa Popolare che in Italia infrange il tabù sul concetto basilare di “difesa”, presentata da un cospicuo gruppo di movimenti e associazioni il 23 Novembre dello scorso anno, avente come slogan “Un’Altra difesa è possibile”.
Il testo è promosso congiuntamente dalla Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile – Forum Nazionale per il Servizio Civile – Rete della Pace – Rete Italiana per il Disarmo – Sbilanciamoci! – Tavolo Interventi Civili di Pace. Il tutto, sotto la Segreteria nazionale con sede presso il movimento Nonviolento. La raccolta firme ormai volge al termine, pertanto è iniziato il conto alla rovescia per propiziare la compilazione degli ultimi fogli mancanti per il raggiungimento dell’agognata meta delle 50 mila firme da raggiungere entro il 15 Maggio e da consegnare il 23 dello stesso mese all’esame delle competenti commissioni del Parlamento.
Messina, assieme a tante altre città d’Italia, sta dando anch’essa il proprio contributo. E non poteva essere altrimenti, avendo come primo cittadino Renato Accorinti, esponente storico del movimento Nonviolento, nonché ecopacifista dalla fama riconosciuta a livello nazionale. I “propulsori” della campagna cittadina sono gli attivisti del gruppo tematico Nonviolenza, Pace e Disarmo del movimento Cambiamo Messina dal Basso che ha nella consigliera comunale Ivana Risitano la propria figura di riferimento. Il gruppo si fa apprezzare, ormai da tempo, in città, grazie all’organizzazione dell’Ora di Silenzio per la Pace, evento che con cadenza mensile, sulla scia di quello, partecipatissimo, di Genova, raccoglie in riflessione tante persone in un luogo sempre differente, con pensieri e letture intorno a temi come la Pace, la Nonviolenza e della difesa dei diritti umani.
Specificatamente alla campagna “Un’altra difesa è possibile”, coordinatrice del locale comitato per la raccolta firme sulla Proposta di legge è Sofia Donato, esponente de “La Comunità per lo sviluppo umano”. Le firme si stanno raccogliendo attraverso banchetti allestiti in vari spazi cittadini, spesso in concomitanza con eventi. In ogni caso, chiunque volesse aderire all’iniziativa apponendo la propria firma, può recarsi all’Ufficio elettorale del Comune di Messina, o presso il gruppo consiliare di Cambiamo Messina dal Basso, a palazzo Zanca.
La Proposta di legge si articola su quattro punti coincidenti con altrettanti “pilastri” che ne sorreggono la struttura: Difesa civile non armata e nonviolenta; Fondo nazionale per la Difesa civile non armata e nonviolenta; Scelta di destinazione del sei per mille dell’Irpef; Copertura finanziaria.
La proposta innanzitutto richiama il “ripudio della guerra” sancito dall’art. 11 della Costituzione, assieme ai doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale suggellati nell’art. 2, ed il concetto di adempimento del dovere di “difesa della Patria” di cui all’art. 52, come “sacro dovere del cittadino” e non certo come prerogativa dell’esercito. Per questo, si propone una “Difesa civile non armata e nonviolenta”, alternativa a quella militare, come strumento di difesa senza armi.
A tale scopo si prevede l’istituzione del relativo Dipartimento, dal quale dipendano i Corpi civili di pace, già previsti nella Legge 147 del 2013, come contingente da impegnare, tra l’altro, in azioni di pace nelle aree interessate da conflitto o a rischio tale, e l’Istituto di ricerca sulla pace e il disarmo, da istituirsi sotto riserva di legge.
Il Dipartimento per la Difesa Civile, non armata e nonviolenta – questa la sua denominazione – dovrà prevedere forme di interazione e collaborazione con il Dipartimento della Protezione civile, con quello dei Vigili del fuoco, soccorso pubblico e difesa civile presso il Ministero dell’Interno, nonché della Gioventù e Servizio civile nazionale di cui al DPCM 21.6.2012.
Ad esso spetterebbe il compito, tra l’altro, di difendere la Costituzione, predisporre piani e organizzare e dirigere strutture di Difesa civile non armata e nonviolenta; svolgere attività di ricerca per la pace; favorire la prevenzione dei conflitti armati, la promozione dei diritti umani, la riconciliazione, l’educazione alla pace e il dialogo interreligioso; contrastare le situazioni di degrado sociale, culturale e ambientale.
La struttura, affinché venga avviata ed assolva alle proprie funzioni, dovrà dotarsi di un apposito Fondo a cui dovranno confluire, per il primo anno, 100 milioni da sottrarre all’acquisto di nuovi sistemi d’arma da parte del Ministero della Difesa. Per gli anni successivi, invece, nell’ordinaria voce spesa del Governo, cui dovrà rientrare il Dipartimento, si dovrà prevedere che venga lasciata facoltà agli italiani di destinare una quota pari al sei per mille dell’Irpef.
Gli attenti promotori della Proposta, in tempi di austerity, non hanno tralasciato, ovviamente, lo scottante argomento della copertura finanziaria: all’art. 4 si parla infatti di “risparmi derivanti dai meccanismi di revisione e di razionalizzazione della spesa pubblica di cui alla missione ‘Difesa e sicurezza del territorio’ del bilancio statale secondo le procedure di cui alla Legge 135/2012, nonché dai risparmi derivanti dalla dismissione di caserme e presidi di pertinenza del demanio militare”.
Massimo Valpiana, per tutti “Mao”, presidente del movimento Nonviolento, principale esponente di questo progetto in campo nazionale, lo scorso 15 Aprile è stato ospite a Messina per promuovere l’iniziativa. Nel corso della sua visita, tra incontri e dibattiti, è stato sempre accompagnato dal sindaco Accorinti, mentre dal pennone centrale di Palazzo Zanca veniva fatta sventolare la bandiera della Nonviolenza.
“Per ripudiare la guerra, come previsto all’art. 11 della Costituzione, alla quale vogliamo essere obbedienti – ha detto Valpiana – bisogna ripudiare gli strumenti che la rendono possibile, che sono gli eserciti e le armi”. Mentre sull’articolo 52, che parla di “difesa della Patria”, Valpiana rompe ogni indugio: “Non indica alcuna difesa militare. Non sta scritto che sia solo l’esercito l’unico strumento con cui affrontare un problema complesso come quello della difesa, la cui sacralità è affidata ai cittadini, non ai militari”. Amplia, così, il concetto: “Per Patria si deve intendere una comunità che vive su un determinato territorio, con i suoi diritti e i suoi bisogni. Siamo noi a doverla difendere”. E ne indica il percorso e gli strumenti: “La difesa civile non armata e nonviolenta è un concetto già presente nel nostro ordinamento giuridico. Questa campagna raccoglie l’eredità del meglio che abbiamo prodotto fino ad oggi. Il Servizio civile è un pezzo molto importante della storia del nostro Paese. Sono, ad oggi, più di un milione e centomila i giovani che in questi decenni lo hanno scelto per diventare difensori della Patria. Per cui chiediamo che abbia la dignità, la competenza ed il riconoscimento di elemento di difesa”. Ecco come: “La Nonviolenza – ha precisato il primo rappresentante del movimento – non può solo restare una buona idea o un fatto di buona volontà. C’è bisogno di finanziamenti ed organizzazione, così come necessita ogni attività umana. Occorre creare, allora, un apposito Dipartimento della difesa civile, non armata e nonviolenta. Il nostro terreno è quello della cultura, del dialogo e dei diritti”. Togliamo fondi alle armi e agli eserciti e destiniamoli ai bisogni reali della nostra comunità”.
Corrado Speziale
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