Io so i nomi dei responsabili.
Io so. Ma non ho le prove.
Non ho nemmeno indizi.
Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace.
PPP
Riceviamo e pubblichiamo quanto mandatoci da un “anonimo” lettore – ovviamente non per la Redazione – nello spirito di libera informazione che caratterizza la nostra testata. Restando disponibili a pubblicare repliche, chiarimenti, puntualizzazione su quanto appresso riportato, rammentando ai lettori che quanto già negli anni scritto sulla vicenda, è tutto disponibile nei nostri archivi.
Prologo:
Io c’ero, al porto di Reggio Calabria, in attesa del Segesta Jet, in un maledetto giorno rarefatto, intercapedine di un tempo rarefatto, spossato, uniforme.
Io conosco il ritardo, aspettando al molo, con la moltitudine di persone, mentre impazienti – guardavamo l’orologio, nell’attesa postuma.
Io ricordo, quando l’aliscafo finalmente (!), attraccò, ed una sorta di allegra combriccola fece sbarcare i pendolari dello Stretto, e poi fummo tutti a bordo, convinti di traghettare, per la volta di Messina.
Io non dimentico, il posto da me scelto, avanti a tutti, accanto al finestrino, corridoio destro, con al centro i servizi igienici.
Io avverto ancora, l’altisonante chiacchiericcio di bordo.
Il gaudio chiassoso dell’equipaggio – e ancora, l’ennesimo venir meno alla partenza, fissando il cellulare, inviando sms, rassicurando chi mi attendeva.
Io avverto ancora, quegli attimi imparziali di lentezza … lamentandoci un po’ tutti, financo l’avvio dei motori, il tergiversare disatteso alla volta del mare.
Io riconosco, il gesto di essermi messo le cuffie, salvo poi precipitare in un breve pisolino – dapprima piacevole, poi dannatamente brusco: “che c’è siamo arrivati?”, chiesi, mentre il buio tutto attorno attanagliava la scena.
Io credevo, di essermi appena svegliato, nel mio letto, talmente smarrito e fuori da ogni cognizione temporale.
“Ci hanno investito! Alzati! Un’altra nave!”.
Fui sollevato di peso, intontito, e il suono di una campana rimbombava le mie orecchie.
Tutto girava vorticosamente intorno a me.
Preso per mano fui portato fuori, senza comprendere ancora lo scenario attuale: urla, persone attorno a me che correvano, mentre venivo sorretto, dolorante, come se fossi stato calpestato, e in effetti i traumi – dopo riscontrati – erano dovuti a questo, prima di apparire al di fuori di quell’alcova, bagnato, appestato, mentre il mio soccorritore mi fissava sconcertato, dandomi un fazzoletto, ma non capivo per cosa.
Lì, intravidi il blu costante ed abnorme, dinnanzi a me, un accozzaglia incastrata, il mare nero, l’aria fottutamente fredda, i primi respiri consolidati dell’immane tragedia, mentre cercavo invano il cellulare, che prontamente il mio soccorritore tornando dentro, tra i meandri oscuri dell’alloggio – non so come – mi aveva riportato.
L’accentuarsi di tante voci, la prudenza inavvertita, lo stare lì accalcati all’ombra di quella sagoma eretta, la prima chiamata a casa, e il fazzoletto che passatomi in faccia, espiava le sue colpe di sangue.
Io avvertii, nel frastuono dei discorsi, “ci sono morti”, mentre con voce pastosa e sonnolenta mi disperavo, e con spavento venivo tranquillizzato e trasportato su una pilotina.
E quante tenebre tutt’intorno, e quanto mare lucido, sopra cui sopraggiungere, senza voluttà.
Sul cargo, insieme ad altri pendolari, ci accasciammo esanimi, rabbrividendo di freddo, striminziti dentro i nostri giubbotti, e chi, con qualche coperta di fortuna, e un “Padre nostro” collettivo, si alzava al cielo.
L’arrivo a Messina fu traumatico, una ressa di sirene, ambulanze, e polizia.
Caricato su una volante, la mia corsa si concluse all’ospedale Piemonte.
I fatti:
Ho tentato di comprendere, anniversario dopo anniversario, all’inaugurazione del monumento c/o la Stazione Marittima, messa dopo messa.
Ho provato a restare in riga, a manomettere quelle voci, mentre le notizie si susseguivano, ma nessuno voleva ascoltarmi.
Ho cercato di porre le mie domande, mentre si avvallavano poteri rossi, sinergie lobbistiche ben strutturate a numero chiuso, associazioni, ideazioni, riflessioni del tutto strumentali, di chi ha fatto carriera con rilevanti posizioni.
E dopo nove anni, resta un vuoto dentro, una partita sempre aperta, un dolore indescrivibile per chi ha perso tutto in quel viaggio.
Ma mentre si guarda con rispetto, agli eroi del mare, nessuno – e ripeto nessuno – ha voluto spiegarmi quel ritardo del Segesta Jet; la misteriosa donna scampata alla tragedia; quella sorta di strafottenza tipica del messinese; l’aria di festa dell’equipaggio durante la partenza da Reggio Calabria; il relativo ritardo – e non di poco, e la rincorsa del mare poi, alla volta della terra promessa, per recuperare il tempo perduto, (Proust docet); salvo poi puntare il dito su Terzi per questa tragedia del mare?
Non si può mettere in dubbio la professionalità di nessuno, nè negare chi si è attivato nei soccorsi, eppure altri soggetti sono stati colpiti, per tutti questi anni, apertamente, da inchieste e spunti demonizzanti, ma posso finalmente alzare la mia voce?
Avvertire il senso di sconfitta, dinnanzi a tanta farsa reincarnata?
Lascia che i morti seppelliscano i loro morti. (Mt 8, 21).
Cosa stiamo celebrando?
Me lo chiedevo spesso durante l’eucaristia sull’Iginia, ed ogni rituale rimarcava le mie posizioni.
Perché nessuno di noi passeggeri è stato interrogato sui ritardi?
Perché l’egemonia del circolo chiuso non annette il beneficio della natura umana sui propri eroi ed eventuali errori?
Perché ci vengono consegnati dei martiri a tutti i costi, radicando quel risentimento, arma di debolezza e vigliaccheria per i propri convitati?
Perchè, giunti al 2016, l’assenza di Democrazia, e crisi di valori pende sempre più sulle nostre teste, costretti ad abbassare la testa su fatti che non ci convincono?
Io so.
Io so i nomi dei responsabili.
Io so.
Ci sono volute ore per estrarre in conducente dal mezzo, trasportato in ospedale, le sue…
Grande successo domenica 15 dicembre al Salone Borsa della Camera di Commercio di Messina per…
Il fermo tra Sant’Agata e Buonfornello. il camion trasportava metano (altro…)
A Brolo, un nuovo tentativo di truffa è stato sventato grazie alla prontezza e alla…
Ritorna, a Barcellona PG, il presepe di Serena Lo Conti: un’opera d’arte tra tradizione e…
“IIS Antonello”: progetto lettura con il testo Parallelo Sud (altro…)