Tutto ha inizio con la vittoria della Palma d’oro a Cannes 2023, presidente il regista Ruben Östlund, vincitore non solo del prestigioso riconoscimento della Croisette nel 2017 per il film The Square e nel 2022 per il film Triangle of Sadness, ma anche del Premio della Giuria Un Certain Regard nel 2014 per il film Forza maggiore
La scheda
Golden globe 2024
Miglior film non in inglese
Migliore sceneggiatura: Justine Triet, Arthur Ha
European Film Awards – 2023
Premio miglior attrice a Sandra Hüller
Premio miglior film
Premio miglior regista a Justine Triet
Premio migliore montaggio a Laurent Sénéchal
Premio migliore sceneggiatura a Justine Triet, Arthur Harari
Oscar – 2024
Candidatura miglior film
Candidatura miglior montaggio a Laurent Sénéchal
Candidatura miglior regista a Justine Triet
Candidatura migliore attrice protagonista a Sandra Hüller
Candidatura migliore sceneggiatura originale a Justine Triet, Arthur Harari
Inoltre il film ha sbancato i botteghini di mezzo mondo.
Justine Triet
Il discorso della regista alla consegna del premio scatena il subbuglio: “Quest’anno il paese sta vivendo proteste potenti e unanimi sulla riforma delle pensioni. E questo percorso di dominio del potere sta diventando sempre più palese” e sta esplodendo in tutti i settori. Anche se a livello sociale è il luogo in cui si nota di più, è qualcosa che si può vedere in tutti gli ambiti della società e il cinema non vi sfugge. Questa contestazione è importante perché riguarda tutti i settori compreso quello del cinema che il governo liberale sta riducendo a merchandising della cultura distruggendo l’eccezione culturale senza la quale non sarei qui davanti a tutti voi. Dedico il premio a tutti i giovani registi uomini e donne e quelli che non riescono a fare il loro film”
Apriti cielo. Risultato: la Francia decide di non candidare il film, come miglior film straniero agli Oscar. Niente ingerenza politica? Ditemi voi. La reazione del mondo dei premi reagisce così:
Macron dichiara
“siamo molto felici dei premi e delle candidature del film “Anatomia di una caduta” che porta il cinema francese alla ribalta”
Mi ricorda un pò il discorso del nostro ministro alla cultura Sangiuliano, anzi, non lo scrivo perchè è identico e riguarda il film di Garrone “Io Capitano”.
Se andate a rileggere la recensione che ho scritto sul film vi renderete conto di quante difficoltà produttive ha riscontrato il film, forse perchè racconta la tragedia del viaggio degli immigrati dall’Africa? Sappiamo bene le posizioni del governo a riguardo. E di quello che è successo al festival di Sanremo con Ghali e Dargent D’amico?
A questo punto mi domando: “quanta potenza hanno i film o le “canzonette”? E soprattutto le dichiarazioni degli artisti?
A quanto pare un potere enorme, se no perchè tutto questo accanimento? Devo deludere però Macron o la Meloni, l’arte non la fermi, non ci è riuscito mai nessuno.
Parliamo però di quello che conta: il film.
L’inquadratura iniziale racchiude praticamente tutto: una pallina che rimbalza lungo la scala, un cane la segue. Sandra (ancora una Sandra Huller strepitosa, è il suo anno) è una scrittrice di successo e sta rilasciando un intervista ad una studentessa per la sua tesi, sorseggiano del vino e sembra più il tentativo di seduzione da parte di Sandra che invece di rispondere alle domande. le chiede della sua vita, perche nella villa sperduta in cui vive con Samuel, il marito.,e con David,il figlio quasi cieco, non viene mai nessuno a trovarla. Ad un certo punto parte una musica assordante,(sulla quale torneremo) Sandra dice che è il marito che lavora così, ma l’intervista non può andare avanti e la studentessa va via mentre Sandra le chiede di rivedersi presto, la ragazza un pò smarrita la accontenta. Arriva il figlio con il cane guida visto nella prima inquadratura che dice alla madre di stare andando a fare una passeggiata. Fuori una neve copiosa, camminando il ragazzo inciampa su qualcosa, si abbassa per controllare cosa sia, si tratta del corpo del padre morto, urla, Sandra si affaccia al balcone e chiamano la polizia
Questo l’incipit per quello che sarà un thriller Hickochiano incalzante e pieno di colpi di scena. Non affrettatevi però a pensare che ci troviamo di fronte al classico thriller americano, ne ad uno psicologico. Siamo di più nella zona del film di genere come strumento per raccontare altro.
Si parla di un matrimonio in crisi e dell’ambiente borghese. Direte, ancora??? non se ne può più. Il mondo vive una realtà drammatica e brutale e noi siamo ancora dentro una casa borghese lontana dalla realtà. Mettici in più il femminismo ( la triet è una militante) e usciamo di corsa dal cinema.
Invece c’è si questo, ma ancora una volta la Triet lo usa soltanto come strumento.
Il film parla di un ribaltamento dei ruoli, Sandra è famosa Samuel è frustrato per non aver raggiunto il successo ripiegando sull’insegnamento e in più è lui che si occupa di tutto in casa, è il concetto di realtà e finzione, abusato anche questo, in questo film prende un’altra piega.
La lingua: Sandra (tedesca) si esprime in inglese (come la Marlene Dietrich di Testimone d’accusa), ma deve deporre in francese. Quando usi diversi codici, lingua in questo caso, non è facile riuscire a farsi capire, specie se parli di sfumature. Ci sono le famose parole “intraducibili”.
Sandra viene accusata di omicidio ma è colpevole o innocente?: Niente chiarezza. il verdetto c’è e ovviamente non ve lo anticipo. Ma non dice niente. Una verità processuale vero, ma completa?
Dopo le indagini, infatti, si entra in tribunale per il processo.
Villetta sperduta, neve, ragazzino, il plastico e una madre sotto accusa come omicida del marito. Vi ricorda qualcosa? Io ho subito pensato al delitto di Cogne.
David, non è completamente cieco, ma ipovedente in seguito ad un incidente di cui conosceremo le dinamiche più avanti nel film. Quindi la realtà la vede, ma non distintamente.
E’ il cane, gli occhi che vedono per lui, ed è il cane l’unico che “vede” chiaramente i personaggi, lui stesso è un personaggio, addirittura centrale, come la pallina che vediamo “cadere” dalle scale nella citata prima inquadratura e che continua a rimbalzare nella casa durante lo scorrere delle immagini, come fosse essa stessa la verità che non riusciamo ad afferrare.
Dicevo, entriamo in tribunale dove scopriamo tutta un serie di eventi che ci fanno completare gradualmente la conoscenza dei personaggi. Ma non siamo entrati in un legal thriller. Il personaggio del pm, non è il solito portatore di verità, di prove inconfutabili, è un personaggio quasi ridicolo e impacciato che viene sempre smontato dalla difesa, fatta peraltro da un avvocato che conosce Sandra da 20 anni e della quale è innamorato da sempre e che quindi mettiamo in dubbio.
Insomma ovunque ti muovi, quello che vediamo non è mai chiaro.
Persino David testimonia due volte, ma non perchè la prima volta mente, semplicemente non ricorda e pensare che la madre sia colpevole o innocente lo mette in una condizione sempre ambigua.
E vogliamo parlare del femminismo? E’ si palese e dichiaratamente militante e netto, ma proprio questa nettezza lo porta ancora una volta in una posizione ambigua.
E anche, per finire, la freddezza di Sandra è culturale? Intellettuale? Caratteriale?
La regia è glaciale ma precisa, tecnicamente molto consapevole, la sceneggiatura poi è un’opera completa al di là del film.
Scriverei pagine e pagine su questo film perchè è talmente zeppo di elementi difficilmente condensabili. Ma questo non è un trattato di psicologia ne di semiotica, è una semplice recensione.
Anatomia di una caduta è un film splendido ma che ti lascia spiazzato, per capire cosa avevo visto ci sono stato un paio di giorni di elaborazione
La canzone martellante che ascoltiamo all’inizio e durante il film è Pimp di 50 Cent in una cover strumentale: Triet: «Anche se non sentiamo mai il testo, gli avvocati discuteranno in aula della canzone originale e se le liriche del brano siano misogine».
Ci sono anche le foto “vere” che ritraggono i due coniugi dall’infanzia all’attualità, come si susseguono nei titoli iniziali.
Insomma una miriade di rimandi che virano da Bergman alle serie Tv delle piattaforme streaming
Non vi svelo ne il finale, ne la scena clou che però vanno lette secondo questa prospettiva , sfumate e ambigue. Ricordo 290.000 mila euro contro i 200 milioni di dollari del film di Scorsese. Questa pellicola, come la Zona d’interesse e Past lives segnano un nuovo percorso del cinema secondo me, un cinema di segni più che di apparenze, di contrasti più che di nettezza. Hollywood deve prenderne atto, i Kolossal stanno cominciando, finalmente aggiungo, a non convincere più, a non interessare se non nella buca del blockbuster di consumo che quindi è meglio vedere in streaming.
e si ripetiamolo, “povere creature”
continua…
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