KILLERS OF THE FLOWERS MOON
la scheda del film
vincitore dei goldel globes:
Migliore attrice in un film drammatico: Lily Gladstone
candidato agli oscar 2024 nelle categorie:
miglior film
miglior regista
miglior attrice protagonista-Lily Gladstone
Miglior colonna sonora
Miglior canzone originale Wahzhazhe (A Song For My People)
Miglior attore non protagonista -Robert De Niro
Migliori costumi
Migliore scenografia
Miglior montaggio
Miglior fotografia.
Francis Ford Coppola ha detto recentemente che Martin Scorsese è il più grande regista vivente.
Non mi sembra proprio, forse il più vecchio e neanche lo so. Che sia bravo è indiscutibile come lo è il fatto che il film sia realizzato con attenzione meticolosa e grande maestria in tutti i reparti. Ma attenzione, la bellezza non sempre coincide con i contenuti. Io infatti di contenuti proprio non ne ho visti. Gli indiani d’America? Ma per piacere, siamo sempre li, America e Gangster.
Dopo il coraggiosissimo Silence, ovviamente un fallimento epocale, siamo tornati ai soliti temi in The Irish man, per approdare a quest’ennesima epopea di 3 ore e mezza dal misero costo di 200 milioni di dollari che ne ha incassato poco più di 150. Ma certo non è questo il fatto principale, quello che conta è il risultato artistico. Sembrerà una bestemmia, ma non ho sopportato per niente Robert De Niro meno che mai Di Caprio che però sembra essere stato legato mani e piedi per non fare le solite smorfie eccessive e non credibili.
Scorsese ha dichiarato:” mi ispiro alle parole del Papa che ha chiesto agli artisti di tutto il mondo di parlare d’amore” e che avrebbe tante cose da dire ma siccome ha 80 anni sa che non gli resta molto tempo. Scusate forse sono io, ma di amore in questo film io non vedo traccia , io sento odio in questo film, inganno, paura.
Ripeto, lungi da me dire che Scorsese non è un grande regista, o De Niro un grande attore, ma è una questione di linguaggio e di temi. la storia della tribù degli Osange mi sembra l’ennesimo trucco per parlare di violenza e di assassini affascinanti.
La storia, dicono, è quella nelle pagine del libro da cui il film è tratto, il true crime storico, best seller certificato dal New York Times di David Grann ,adattato per il cinema dallo stesso Scorsese e da Eric Roth.
il film vorrebbe parlare di una tragedia familiare ed è di sicuramente una tragedia ma per la povera Molly (una grande Lily Glandone), gli uomini non patiscono niente, fatto salvo i componenti della tribù degli Osange assassinati e assolutamente non bastano le sfumature del personaggio di Di Caprio che finisce in carcere per poi essere liberato, dice la didascalia finale, perchè si, si tratta di una storia vera. il tutto ovviamente annegato nel solito immancabile petrolio.
la voglia di Scorsese di parlare di amore, di famiglia e di Cristo si sente, ma annaspa continuamente, è vero, non c’è la solita mattanza che ci si aspetterebbe, ma si respira continuamente, e, ripeto, parliamo sempre di opinioni mie, anche se non si vedono ci sono le mattanze, eccome. Il limite credo sia nel De Niro chiamato “God”, Dio, che risulta davvero patetico.
Ho letto:” A ottant’anni, Scorsese ha rifondato il suo mondo, facendo quello che non aveva quasi mai fatto prima: separare il buono dal cattivo e mettersi da una parte” sarà, ma da quale parte? Per chi se ne è scordato, Scorsese è il regista di Taxi Driver, di L’età dell’innocenza, ma soprattutto di Alice non abita più qui, il film che per me è il migliore della sua carriera, perchè mette in chiaro una cosa su tutte e senza inganno: le sue donne rendono i suoi film grandi.
Se penso a Taxi Driver penso si a De Niro, ma è la quindicenne Jodie Foster nel ruolo di una prostituta bambina, il motore di tutta la storia. Se penso a Casinò a renderlo grande è la stupenda interpretazione di Sharone Stone, e così via, non ci mettiamo a ripercorrere la sua filmografia. Ma ancora una volta è una donna a lasciare in piedi Killers of the flowers moon, Lily Gladstone.
Per giunta il film si basa su un grosso inganno promozionale, nel trailer vediamo i nativi che danzano in slow motion attorno a geyser di petrolio e bianchi che camminano sui pezzi dei corpi smembrati delle loro vittime, come a dire: “andate al cinema perchè Scorsese è tornato”
Neanche la trama riesce ad avere colpi di scena, a metà film si intuisce già tutto, palesemente il film si dilunga in dialoghi assolutamente non necessari e in un ritmo di montaggio non efficace. Io ho dovuto guardare il film in due volte, una noia mortale. Diciamoci la verità, senza il nome di Scorsese, di Di Caprio e di De Niro, questo film non sarebbe andato nessuno a vederlo.
Anche Oppenheimer dura un’eternità, ma ti blocca, ti costringe a seguire il film, a non perderti una parola e tre ore passano senza che te ne rendi conto.
Il film che ha vinto l’Orso d’oro a Berlino è andato al film-documentario di Mati Diop, e sapete quanto dura? Un’ora e 5 minuti. E il costo di “Anatomia di una caduta”? 290.000 euro contro i 200 milioni di Killers of the flowers moon.
Io credo che i tempi stiano cambiando, lo dimostrano gli incassi di Past Lives e La zona d’interesse, oltre che il già citato Anatomia di una caduta(prossima recensione), la gente al cinema è stufa di blockbuster milionari e interminabili che alla fine non dicono niente, ed evidente nel fatto che sono solo tre film su dieci candidati a miglior film, Oppenheimer, Barbie e Killers of the flowers moon.
Ma mentre i primi due cercano l’originalità, il film di Scorsese ci prova ma rimane citazione di se stesso.
Siamo sempre dalle parti di Gangs of New York, non si scappa. l’America costruita sul sangue degli innocenti.
Ma “Nascita di una nazione” Film muto del 1915 di Griffith, esiste appunto da un secolo, va bene riattualizzarlo, ma quante volte bisogna farlo?
I grandi critici del mondo gridano al capolavoro e chi sono io per contraddirli?. cito solo questo brano di una recensione:
“C’è una luce che sul finir di maggio illumina la terra degli Osage, popolo indigeno delle Grandi pianure americana. È piena, candida, di quelle che solo la Luna sa offrire nei migliori dei suoi spettacoli, recitando qui il ruolo di protagonista” ed è questa l’unica cosa straordinaria del film.
Per il resto posso solo dire “Così è se vi pare”
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