VERSO GLI OSCAR 2024 – “The Holdovers” visto da Italo Zeus
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VERSO GLI OSCAR 2024 – “The Holdovers” visto da Italo Zeus

THE HOLDOVERS – Lezioni di vita. Alexander Payne torna al cinema  con questa commedia amara interpretata magistralmente da Paul Giamatti.

la scheda

Vincitore dei Golden Globe 2024:

Miglior attore in un film commedia o musicale a Paul Giamatti

Migliore attrice non protagonista a Da’Vine Joy Randolph

Nomination Premi Oscar :

Miglior film

Miglior attore -Paul Giamatti

Miglior attrice non protagonista – Da’Vine Joy Randolph

Migliore sceneggiatura originale a David Hemingson

il film

Alexander Payne regista di Juno e Sideways tra gli altri, torna al cinema  con questa commedia amara interpretata magistralmente da Paul Giamatti. Siamo in una cittadina immaginaria, Barton, del New England nei primi anni 70. Una scuola collegio per giovani ragazzi bianchi ricchi, dove Paul Human(Giamatti) è un professore di Civiltà antiche.  Arriva il natale e con un trucco il preside lo costringe a restare a scuola per seguire gli studenti che non vanno a casa per le vacanze. E’ rimasta anche una delle cuoche, Mary (Da’Vine Joy Randolph), che ha appena perso il suo unico figlio in Vietnam e non ha voglia di festeggiare. I ragazzi di Barton partono tutti tranne cinque, tra cui Anghus (Domenic Sessa), che all’ultimo momento viene abbandonato dalla madre.

Tutti odiano il professore, severo al limite della dittatura e la convivenza forzata è un problema. Uno dei ragazzi chiama il padre e si fa venire a prendere in elicottero e i ragazzi, con un permesso vanno via, tutti tranne Anghus, perchè la madre è irintracciabile.  Il ragazzo è anarchico , insolente, rispecchia insomma l’atteggiamento tipico degli anni 70 in America e dunque fatica a legare con il professor Human, persona senza una vita sociale, arrabbiata col mondo che si rifugia ossessivamente nella storia, quindi nel passato. Non ci riesce in classe, figurarsi adesso. Le condizioni pratiche della scuola vuota sono difficili, riscaldamento attivo ma solo in infermeria, avanzi in frigo e repliche in tv. La zona di confort occidentale si fa da parte.

Anghus scappando si sloga una spalla. Paul lo porta in ospedale e Anghus mente sul modulo per l’assicurazione per proteggere Paul dalle responsabilità dell’accaduto. I due cominciano a vedersi reciprocamente. La vigilia di Natale, Paul, Angus, Mary e il bidello Danny si recano a una festa organizzata da Lydia Crane, una segretaria della scuola per cui Paul nutre sentimenti.  la  festa finisce male con Mary che si ubriaca Paul che scopre che Lydia è fidanzata e una lite con Anghus che rivela che il padre è morto.

La mattina di Natale grazie anche ai rimproveri di Mary , Paul cerca a suo modo di rendere la festa quasi natalizia. Anghus però chiede ,come regalo, di andare a Boston che sogna di vedere da sempre. Alla fine Paul accetta, perchè sono previste escursioni educative, e accompagnati da Mary che vuole essere lasciata dalla sorella, partono in auto. Entriamo quindi nella dimensione del road movie. Arrivati a Boston Paul incontra per caso un suo vecchio compagno di studi a Harvard. Paul mente sulla sua carriera, Anghus gli regge il gioco. La verità è che Paul è stato espulso da Harvard accusato di aver copiato la tesi da un suo compagno, la realtà è che è avvenuto il contrario, ma la ricchezza e l’influenza del padre del compagno hanno la meglio. Dunque Paul non è laureato è si è rifugiato alla Barton come unico luogo che lo accetta e gli permette di nascondersi dal mondo. Mentre sono al cinema, Anghus scappa ma Paul riesce a fermarlo così Anghus gli dice che il vero motivo per cui voleva venire a Boston era di andare a trovare il padre che non è morto e chiede a Paul di accompagnarlo. I due si ritrovano in un ospedale psichiatrico dove il  padre è ricoverato. Anghus prende il lithio, è terrorizzato di diventare come il padre, ma anche Paul lo prende, per la depressione.

Si ritorna a Barton e si festeggia il capodanno con Mary. Riprende la scuola Paul e Anghus sono cambiati, ma….

Mi sembra di avere spoilerato abbastanza, no?

Credo che i temi del film siano principalmente due: la solitudine e il passato.

il titolo The Holdovers, che ovviamente in Italia ha avuto il sottotitolo “lezioni di vita” che come al solito non ha niente a che fare con la pellicola e soprattutto con gli intenti di Payne. Holdovers può avere diversi significati, persone dimenticate “lasciate indietro” o “residui” perdenti insomma, abbandonati.

Il passato

Il passato, il fallimento accademico di Paul, la mancanza di un padre ma anche di una madre, e la malattia mentale per Anghus, la morte di marito e figlio in guerra per Mary, porta alla solitudine del presente, una solitudine forzata ma ricercata come difesa dal dolore, dal fallimento, dalla perdita. Non sono infatti un caso ne la scelta dell’ambientazione anni 70 ne l’uso di una pellicola “rovinata, consumata”. Tuttavia ci troviamo di fronte ad una commedia, che si mischia al dramma, certo, ma con sfumata malinconia e delicata poesia. C’è spesso da parte dei ragazzi oggi, l’accusa verso i professori di essere fuori dal tempo e spesso è così, difficilmente ci si avvicina al linguaggio contemporaneo, alla musica al cinema, meglio alle serie, i social, quindi diventa arduo fare appassionare gli alunni alla storia o alla letteratura, perchè il concetto di storia utile a comprendere il presente, non ha senso se non si arriva a raccontare l’oggi in cui i giovani vivono. E’ una cosa ciclica è vero, ma credo che siamo in un periodo storico più che in ogni altro, abbiamo strumenti che ci permettono di sboccare gli incementati programmi ministeriali. l’attuale ministro all’istruzione sceglie di creare licei solo per italiani o di introdurre il giudizio “gravemente insufficiente” alle elementari e mi sembra significativamente, appunto, fuori dal tempo.

Holdovers può significare anche “bocciato” non capace di. E non dico che non bisogna dare valore a chi si impegna, credo solo che non mi sembra utile a nessuno dare 1 come voto o definirlo “gravemente insufficiente” perchè credo che il ruolo dell’insegnante sia quello di ingegnarsi per trovare un modo per aiutare, valorizzare e non di tagliare le gambe, di umiliare. Quindi famiglia disfunzionale, discriminazione razziale, senso di fallimento. Mi sembra estremamente attuale.

Il bel film di Alexander Payne ha comunque delle pecche (della serie nessuno è perfetto). La dimensione dei personaggi che scivolano spesso nello stereotipo del professore severo, duro o nella cuoca di colore stile “Mamy” di “Via col vento” o, ancora, del ragazzo tormentato e inquieto. Le interpretazioni degli attori limano molto, ma non basta il ribaltamento finale, perchè sa di già visto.

Detto questo il film è assolutamente da vedere.

Mi sembra proprio il caso di dire “Povere creature!”

continua…

 

 

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3 Marzo 2024

Autore:

redazione


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