– di Corrado Speziale –
Il testo del Ddl, approvato in Commissione Giustizia della Camera la settimana scorsa, pronto ad approdare in Aula, sta subendo un ritardo politico. A Messina, manifestazione in piazza Unione Europea di Liberazione Queer+ che si spinge oltre il Ddl: “Vogliamo #moltopiùdizan.
A Roma, tra schermaglie e ricerca di compromessi, il famoso Ddl Zan contro l’omotransfobia, approvato la settimana scorsa in Commissione Giustizia della Camera, dovrà attendere ancora un po’ prima di essere calendarizzato in Aula. Nel frattempo, la politica si schiera e si divide, strumentalizza, crea ritardi, disordini e incomprensioni. Emergono, in vari settori della società, posizioni integraliste e tradizionaliste, alcune delle quali fanno presa su ideologie religiose, che si oppongono alla proposta di legge.
A Messina, come nel resto d’Italia, c’è chi si spinge oltre, reclamando diritti fondati sulla libertà che in qualche modo superano il testo di legge, per cui il Ddl in discussione diviene un semplice primo passo verso altre conquiste. Ma qui il senso è più quello di un processo evolutivo sociale e culturale che di un “semplice” passaggio legislativo, quantunque “semplice” non lo sia affatto.
In città, in piazza Unione Europea, c’è stato il sit-in di Liberazione Queer+, i cui segnali fanno eco dentro e fuori Messina.
“La comunità LGBTQ+ non ha bisogno solo della legge Zan-Scalfarotto – scrive tra l’altro nella nota Queer + Messina – ma questa legge è l’inizio per garantirci il diritto a vivere degnamente”. Il movimento fa riferimento a chi giorni fa ha organizzato un sit-in contro il Ddl: “Noi raccontiamo un’altra verità, forse più scomoda, che parla di come la nostra libertà sia stata sepolta e sottomessa da gente come quella, e di come sia giunto il momento di riprendercela. Siamo del resto persone – prosegue Queer + Messina – che hanno vissuto la discriminazione sulla propria pelle, e anche per la propria pelle, siamo distanti dalle norme di binarismo sessuale (se hai genitali maschili vuol dire che sei uomo, altrimenti sei donna) e di genere.
Una comunità che racconta e denuncia. L’appello ai messinesi: “Abbiamo subito degli sguardi di odio. La città che abbiamo vissuto noi ci ha fatto venire voglia di fuggire, di combattere, voi dovrete avere la pazienza di scoprirla dalle nostre parole, di camminare dietro di noi mentre ci riprendiamo un pezzo della nostra vita. Costruiamo insieme una comunità forte, sicura, fiera, che cammina a tacchi alti e trucco favoloso attraverso le strade del centro senza temere di essere giudicati o picchiati, che cammina tra le strade della periferia per parlare a chi come noi vive la vita ai margini”.
Intanto, sempre ieri, si era registrata una dura nota dell’Arcigay Makwan, che sul Ddl ha sempre sensibilizzato sull’intransigenza di “evitare mediazioni al ribasso”, e accettare la legge “purché sia una buona legge”.
Il presidente Rosario Duca stavolta punta il dito contro “frange politiche oscurantiste e di piccole fazioni che fanno riferimento a gruppi religiosi che non ci spaventa definire fondamentalisti”. Duca denuncia che alcuni rappresentanti politici hanno invocato i campi di sterminio per il popolo LGBT+. “Da confessioni religiose, che i campi di concentramento li hanno anche subiti, di certo ci saremmo aspettati un comportamento diverso. Non avremmo mai immaginato di poter vedere un giorno vittime e carnefici insieme nella stessa piazza, non già per rivendicare i propri diritti, quanto per impedire ad altri di conquistarne di nuovi”.
I principi fondamentali: “Arcigay Makwan Messina – scrive ancora il presidente Duca – ha sempre rivendicato l’art. 3 della Costituzione come elemento base per una civile convivenza, indipendentemente da ciò che ci accomuna o meno, e mai si è azzardata e mai negherà a chiunque di avere e manifestare un’idea contraria. Tuttavia, non possiamo che condannare l’uso improprio che si fa della ‘libertà di pensiero’, utilizzata per dire menzogne e istigare all’odio ed alla discriminazione”. La sua proposta d’apertura: “Invitiamo al confronto civile chiunque abbia interesse ad affrontare questo tema”.
Sempre per fare i conti con le complesse realtà quotidiane, al fine di rilevare gli aspetti psicologici e legali a tutela dei giovani LGBT, sabato mattina alle 10,30 Arcigay Makwan a Messina ha previsto un incontro che si terrà a La Corte dei Mari, in via Consolare Pompea, al quale, dopo i saluti del presidente Rosario Duca, interverranno la psicologa dott.ssa Maria Catena Silvestri, l’avv. Serena Valentina Mormino e la dott.ssa Gabriella Midili.
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