il film spagnolo diretto da Juan Antonio Bayona
La società della neve
Ricordiamo più o meno tutti il film del 1993 Alive-i sopravvissuti che racconta la tragedia del 1972 quando un aereo uruguayano che trasportava una squadra di rugby precipita in Cile sulle Ande.
27 pesone sopravvivono allo schianto contro un ghiacciaio, ma alla fine solo 16 ce la fanno superando il freddo terribile ma arrivando agli estremi: per mangiare divorano i corpi dei morti. Dimenticatelo.
il film spagnolo diretto da Juan Antonio Bayona è (candidato nel 2007 con il film the Orphanage) un adattamento dell’omonimo libro di Pablo Vierci, che documenta i racconti dei 16 sopravvissuti è un’altra storia, nel senso che aggiunge molto altro.
Intanto si parla di società
Cioè un gruppo che insieme trova il coraggio per sopravvivere 73 giorni con la morte sempre alle spalle. La voce fuori campo dei sopravvisuti che raccontano e i nomi e i giorni in cui muore qualcuno in didascalia scandiscono il racconto spogliandolo di quello che poteva essere quasi un thriller horror, come è stato per Alive. il fatto che sia spagnolo lo colloca poi nel cinema tipico dello stato, dove la carne, il sangue sono vita e non semplice voyerismo ed essendo inoltre una coproduzione tra Stati Uniti, Uruguay e Cile patrocinata da Netflix (potete trovarlo incluso nell’abbonamento) aggiunge un respiro internazionale e il tocco del tipico film sud-americano.
Non può non saltare agli occhi che si parli di cambiamenti climatici e di un mondo in contrasto con se stesso e con la natura. Non c’è il classico personaggio stereotipato, quello buono, quello cattivo, per dire, ma i sopravvissuti sono umani, e come tutti attraversano le emozioni nel loro complesso. Insomma non siamo di fronte all’ennesimo film catastrofico, genere dal quale per altro proviene il regista.
Conosciamo i personaggi prima della partenza, e viviamo uno schianto pieno di dettagli, di estrema sofferenza fisica. Nel dramma in cui si trovano i sopravvissuti ,è come se ricostruissero la propria vita a partire da una condizione estrema dove la comodità occidentale scompare.
Un pò il filo rosso che accompagna tutti i film di quest’edizione degli oscar.
Tra l’altro il film è candidato anche nella sezione miglior trucco e acconciature.
Ma non parliamo di realismo puro, non mancano i momenti di suspance, ne di lezioni morali (il cannibalismo), il regista cerca di raccontare come l’essere umano può affrontare un dramma non perdendosi mai d’animo. Non poco contribuiscono gli attori, tutti delicati, intensi, crudeli, pieni di speranza ma anche di abbandono.
Insomma, cercare il meglio di noi nella disperazione.
Anche qui, “Povere Creature!
continua…