L’Odissea della Statale 113 giungerà al termine?
IERI alle 12:00 si è svolta, presso l’auditorium comunale di Gioiosa Marea, la presentazione del Piano di salvaguardia e riqualificazione della S.S. 113 “Settentrionale Sicula” da Patti ad Acquedolci, con la presenza dell’Ingegnere Gianni Vittorio Armani (presidente dell’Anas; Azienda Nazionale Autonoma delle Strade), dell’Onorevole Rosario Crocetta (Presidente Regione Siciliana) e del sindaco Eduardo Spinella.
Ed è stato proprio il sindaco ad introdurre brevemente l’importante convegno, sottolineando quanto un simile evento sia importante soprattutto per la comunità di Gioiosa Marea, rimasta tante volte isolata a causa delle svariate frane che hanno in diverse occasioni interrotto il transito dei veicoli, e ricordando le molte sollecitazioni fatte durante la sua amministrazione. Oltre ad evidenziare quanto sia importante la statale 113 per la cittadina di Gioiosa Marea, essendo di fatto l’unica arteria che collega i cittadini con le scuole e le strutture sanitarie, il sindaco ha anche messo in rilievo l’indiscutibile bellezza dei panorami che si possono ammirare percorrendo la statale; aspetto molto importante, se si pensa anche a quanto siano rilevanti le comunicazioni stradali per implementare il settore del turismo, fondamentale per questi territori.
Subito dopo prende la parola il presidente dell’Anas, l’ingegnere Gianni Vittorio Armani, che coglie innanzitutto l’occasione per rimarcare la bellezza dei territori percorsi dalla Settentrionale Sicula, strada che rappresenta lo snodo principale per la viabilità della costa settentrionale e che percorre le nostre coste per ben 375 km (310 di questi sotto la gestione dell’Anas).
Tuttavia, nota Armani, essa è tanto bella quanto ricca di complessità: e qui ricorda amaramente come, dal 2008 ad oggi, la 113 sia stata chiusa per ben 1738 giorni (pari a circa il 60% del tempo totale). Due milioni sono stati gli euro spesi per l’intervento per il completamento del ponte in località Capo Skyno, cinque per la messa in sicurezza dei fronti rocciosi e per la ricostruzione del corpo stradale ed un milione e trecentomila quelli spesi per la protezione del piano viabile e per il ripristino della transitabilità. Molti di questi investimenti, oltretutto, sono stati fatti per immediate emergenze.
All’insediamento dell’ingegnere Armani presso la presidenza dell’Anas, venne constatato, attraverso un’ approfondita analisi, che venti erano le strade interrotte per dissesti idrogeologici o altri problemi infrastrutturali, il 50% delle quali in Sicilia.
Fu allora definito un piano per risolvere questa situazione: si considerino alcuni casi, come quello della statale 113, per i quali vi sono problemi di viabilità da decenni, forse da cinquant’anni.
Il presidente entra poi, attraverso alcune diapositive, in una descrizione particolareggiata della complessità geo-morfologica che riguardano i 47 km di 113 che collegano Patti ad Acquedolci: il 21% di questi chilometri serpeggia su aree in frana classificate a pericolosità molto elevata ed elevata; il 5% si sviluppa su aree a pericolosità media o moderata, e il 15% si snoda su aree soggette a dissesti da classificare (in generale, fenomeni franosi minori)*.
Complessivamente, dal 2009 ad oggi sono stati spesi un milione e centomila euro in somma urgenza, e dieci milioni per manutenzione straordinaria:
Armani pone l’accento sull’importanza attuale di mettere fine ad una situazione di tale emergenza. Per oltre i 50% di chilometri, quest’area è sotto rischio di dissesto: dissesto che deve necessariamente essere prevenuto attraverso la redazione, ovviamente in collaborazione con le singole amministrazioni e gli altri enti competenti, di un piano complessivo che analizzi tutto il rischio idrogeologico del tracciato e definisca dei tempi e dei costi sostenibili per l’intervento. Bisogna garantire sia la funzionalità dell’opera (tenendo presente che vi sono parti della statale, come Capo D’Orlando, in cui transitano ogni giorno anche diecimila veicoli), sia l’adeguamento delle infrastrutture alla valorizzazione delle risorse ambientali offerte dalla zona.
Sei sono le fasi in cui questo percorso si articolerà, per arrivare ad avere entro il 2018 una situazione chiara da cui partire per finanziare il progetto:
1)Analisi tecnico-funzionale dell’infrastruttura;
2)Identificazione e classificazione delle criticità;
3)Definizione delle finalità d’azione;
4)Sviluppo delle alternative di soluzione;
5)Analisi comparative delle soluzioni;
6)Scelta degli scenari di intervento.
Alcune di queste fasi sono state già avviate attraverso i fondi dell’Anas (ricognizione delle caratteristiche tecnico-funzionali e del rischio idrogeologico), altre saranno intraprese prossimamente (rilievo di alto rendimento, analisi dei fenomeni gravitativi etc.).
Il presidente Armani conclude il suo intervento enfatizzando sopratutto la necessità, per attuare un simile intervento sistematico, di ben concertare un’azione comune tra le amministrazioni locali, il Ministero delle infrastrutture, gli enti e i vari assessorati.
Necessità di cui aveva parlato anche il sindaco Spinella, che interviene nuovamente, poco prima dell’arrivo del Presidente regionale Rosario Crocetta, ricordando anche l’importanza di altre infrastrutture, quali rete ferroviaria ed autostradale.
Infine interviene prende la parola Rosario Crocetta, che manifesta la sua contentezza per il piano presentato dal presidente dell’Anas, sottolineando la bellezza della cornice ambientale attraversata dalla statale 113, nonché l’evoluzione turistica regionale di tutta la Sicilia negli ultimi anni.
Sul tema della viabilità siciliana parecchie volte si è discusso, dice Crocetta, con lo stesso Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio. Per implementare la viabilità principale e secondaria fu anche proposto un accordo tra il CAS (Consorzio per le Autostrade Siciliane) e l’Anas che mirasse ad una gestione ottimale della rete stradale.
Il presidente Crocetta rimarca un grande paradosso: il CAS ha la concessione per le costruzioni delle autostrade, ma non ha le risorse. L’Anas ha invece le risorse finanziarie, ma non ha la concessione. Il ragionamento è dunque stato: si formi una nuova società, della quale i due enti si prendano ognuno il 50%. Tuttavia questa proposta è stata bocciata dalla Commissione Bilancio, rinunciando a miliardi di euro di investimenti in Sicilia.
Attualmente la rete stradale siciliana è incompleta sia nella parte autostradale sia nella parte stradale statale. La viabilità siciliana si basa sul triangolo tracciato dall’asse Palermo-Catania-Messina, nonché sull’asse che unisce Mazzara del Vallo a Trapani; vi è poi la parte meridionale della Sicilia e quella diagonale (la famosa Nord-Sud) decisamente scollegata.
Crocetta inquadra poi la questione stradale in una più ampia riflessione sul significato dell’autonomia siciliana, dicendo quanto sia importante che essa si rapporti in maniera feconda con il resto delle istituzioni nazionali ed internazionali.
Sui due miliardi e trecento milioni di euro della programmazione regionale 2017-2018, più un miliardo da spendere nelle città metropolitane, Messina partecipa con novecentocinquanta milioni: un grande successo, in quanto il territorio dell’ex provincia di Messina è stato in passato spesso trascurato, oltre ad essere soggetto a vari fenomeni di erosione, come Saponara e Giampilieri, le cui vicende terribili non devono più accadere. Spesso questi disastri dipendono anche dall’uomo: Crocetta ricorda che recentemente ha dovuto bloccare la costruzione di una discarica presso la foce di un fiume, nei d’intorni di Sant’Agata Militello.
Ritornando a parlare della questione stradale, il presidente regionale ammette la funzionalità dei collegamenti autostradali, che permettono di raggiungere città come Palermo, Messina e Catania in poche ore, ma vuole anche evidenziare la bellezza accessibile percorrendo l’asse costiero; asse che deve dunque essere tutelato, sia per l’importanza turistica sia per l’importanza come snodo per la piccola viabilità.
Crocetta sottolinea nuovamente l’importanza, secondo lui, di un’eventuale unione tra CAS e Anas per un’ottima gestione stradale siciliana.
Egli passa poi a parlare del Patto per il Sud, che finanzia 360 comuni su 382, ma a detta del presidente stesso la sua giunta ha comunque aperto le porte anche a quei 22 comuni che non sono riusciti a presentare in tempo la richiesta dei finanziamenti.
Crocetta conclude sia il suo intervento che il convegno auspicando ancora una volta alla formazione di un nuovo ente “nazionale-regionale” che consenta di mettere da parte tutti i contenziosi del passato ed avere bilanci attivi e ringraziando tutti gli enti e le personalità che hanno partecipato all’incontro.
*tutti i dati riportati sono stati presi direttamente dalle slides dell’Anas presentate al convegno.
Antonio Mollica
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