Un percorso esperienziale all’interno del Parco che ha sorpreso il pubblico
Lunedì 1 agosto, presso il Parco di Villa Piccolo, a Capo d’Orlando, si è svolta la performance finale del workshop di TeatroSofia, ideato e diretto da Patrizia Ferraro, con il sostegno della Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella.
Un percorso esperienziale all’interno del Parco, che ha sorpreso il pubblico sin dall’inizio per la sua originalità. Ad aprire la performance il cuntu in siciliano del mito della Biga Alata di Platone, scritto dalla stessa Patrizia Ferraro e interpretato da uno degli allievi con il tamburo a cornice. Molto suggestiva la lotta tra gli allievi, vestiti di bianco e di nero, che rappresentavano rispettivamente il cavallo nero e il cavallo bianco della Biga alata, coinvolgente la preparazione ritmica del banchetto, creata con l’uso delle tovaglie e delle voci, a cui è seguito l’invito inaspettato al pubblico di avvicinarsi e prendere parte al banchetto di dolci, preparati dagli stessi allievi, a voler rappresentare il vizio della gola.
Dopo il banchetto ha avuto inizio il percorso in salita all’internodella villa con diverse tappe, dall’incontro con l’amore sotto un balcone, che ha rimandato, in modo del tutto nuovo, alla famosa scena di “Romeo e Giulietta”, alle passioni che prendono il sopravvento resa con una tarantella che ha coinvolto il pubblico, all’unione tra virtù e vizi ovvero tra neri e bianchi, fino a giungere al punto più alto della villa. La scena finale, accompagnata da una musica e una scenografia particolarmente poetici e suggestivi, hanno creato un’atmosfera emozionante, che si è conclusa con un’azione simbolica di particolare impatto. Così come all’inizio sono stati offerti dei dolci, alla fine, dopo un percorso di elevazione, i performers hanno donato al pubblico, su dei piatti bianchi, delle poesie, come nutrimento dell’anima.
D’impatto anche la conclusione, prende improvvisamente corpo la parola con la poesia di Ungaretti “M’illumino d’immenso” e contemporaneamente lo spegnimento delle luci, un’azione simbolica che si presta a diverse interpretazioni, tra cui quella “di essere portatori di luce anche in mezzo al buio delle tenebre” secondo quanto suggerito dalla stessa regista.
Uno spettacolo che si è distinto per l’originalità, la creatività e il coraggio. Nulla è stato scontato, tutto è stato sorprendente e a questo punto non ci si può che augurare una seconda edizione del Workshop di TeatroSofia per la prossima estate.
Ph: Maria Grazia Terranova