Sabato 31luglio il Villaggio Gesso riapre ancora i battenti per condurre gli ormai tanti affezionati visitatori e paesani, soprattutto i più giovani, alla scoperta della vendemmia, un altro momento fondamentale della vita agro-pastorale dei nonni. La scopo che anima l’iniziativa è lo stesso che ha portato all’evento dedicato alla panificazione, svelare alle nuove generazioni, tramite le foto donate dalle famiglie del villaggio, i costumi degli avi. Un obiettivo, questo, che sta molto a cuore all’Associazione “Gesso- la Perla dei Peloritani, organizzatrice della mostra con la compartecipazione della Provincia Regionale di Messina, e che costituisce la base per dare vita ad una pianificazione di più ampie vedute. Infatti, l’approdo, ma anche la nuova rampa di lancio, di questo progetto inaugurato con la conferenza sulla “Caserma ritrovata”, è la musealizzazione delle antiche tradizioni negli spazi, appunto, dell’ex caserma dei carabinieri, già teatro di varie iniziative. Questa volta saranno i locali dell’ex Chiesa del Carmine, concessi dalla parrocchia Sant’Antonio Abate, che ha mostrato disponibilità ed assenso nei confronti delle prospettive dell’Associazione, ad ospitare la mostra, che sarà inaugurata alle ore 19, e la fotografia è il mezzo, rievocativo e nostalgico, scelto come tramite tra il vecchio e il nuovo.
Gli scatti amatoriali presenteranno al pubblico la storia del vino, il momento in cui dall’acino si ottiene il liquido ammaliatore tra le risa e gli improperi dei contadini che si ritrovano al lavoro festosi. Non poteva mancare la tappa dedicata al vino, tassello fondamentale per ricostruire il grande puzzle delle tradizioni dei Peloritani, la bevanda che si muove tra mito e magia, di cui oggi sembra essersi persa la vera concezione, che è perfettamente racchiusa nella vendemmia. Ogni foto documenta un attimo di questa festa, cela una storia che merita di essere scoperta e l’Associazione offre allo spettatore, affascinato da un mondo lontano eppur così importante, l’opportunità di immaginare il passato e trarre da esso consapevolezza del presente.