– di Corrado Speziale –
In vista delle due attesissime giornate siciliane del Giro d’Italia del centenario, a Messina cresce la “febbre” per l’arrivo del grande campione. Per l’occasione a villa Mazzini è stata allestita “L’Isola di Nibali Shark village”, dedicata allo “Squalo dello stretto”. L’assessore Pino: “Quest’evento è un atto d’amore dell’organizzazione verso Nibali e la sua città natale. Ci auguriamo che Messina risponda con altrettanto amore e che sia una festa per tutti”. Ad attendere Vincenzo Nibali, a Messina, insieme a tante decine di migliaia di tifosi e ammiratori, i giovani ciclisti della sua squadra, la ASD Nibali, i genitori, la signora Giovanna, papà Salvatore, la sorella Carmen e il fratello Antonio, adesso anch’egli professionista nella Bahrein Merida. Ma sopra tutti “spicca” nonno Vincenzo, suo omonimo, oggi simpaticissimo novantunenne che lasciò Castell’Umberto all’età di 24 anni per andare ad abitare a Messina. Quella di Vincenzo Nibali è la storia entusiasmante di un ragazzo semplice che iniziando da una “Viner”, superleggera assemblatagli dal padre a nove anni, quando frequentava la scuola elementare “Cannizzaro”, con “furore e lealtà” ha scalato la vetta del mondo, vincendo tra l’altro due giri d’Italia, un Tour e una Vuelta. Tra le curiosità e i ricordi più cari del campione, il rapporto col suo insegnante di educazione fisica alla scuola media “Galatti”, che lo fece gareggiare nella corsa campestre. Si trattava di un certo “prof” Antonio Mazzeo…
Solo per una manciata di metri, Vincenzo Nibali, mercoledì pomeriggio, in testa alla carovana del centesimo Giro d’Italia, indossando il numero 1, quello del primo di tutti, del campione, non passerà davanti al negozio dei suoi genitori, al civico 139 di via Cesare Battisti. Ma si tratta di dettagli, perché quel “percorso” è costruito sulle strade in cui “Enzuccio” da ragazzino ha pedalato, corso, giocato e soprattutto, sognato. Anche le sue scuole elementari e medie, unite dentro un unico Istituto, il “Cannizzaro – Galatti”, sono lì, a pochissimi metri dal tracciato compreso tra via Battisti, Cannizzaro e Corso Cavour, dove sfreccerà da protagonista indiscusso quel ragazzo semplice e vivace, che ha coltivato e realizzato il sogno di diventare un campione e che adesso si affaccia sulla leggenda.
Martedì e mercoledì saranno due giornate speciali per la Sicilia e Messina: arriva il Giro numero 100, la cui prima edizione fu nel 1909. Diciassette anni dopo, a Castell’Umberto, comune dei Nebrodi, sarebbe nato Vincenzo Nibali, il nonno più famoso dello sport italiano, che all’età di 24 anni andò ad abitare a Messina, dove mise su famiglia. Suo nipote, omonimo, è il più grande ciclista in circolazione e lui, neanche a dirlo, ne va fiero.
Messina “impazzisce” per il suo campione di ciclismo, e a qualche giorno dall’evento più atteso dell’anno, in città sono state avviate le iniziative parallele all’arrivo della tappa. Ieri pomeriggio, a villa Mazzini, a cura della squadra ciclistica ASD Nibali, è stata inaugurata “L’Isola di Nibali Shark village”, lo spazio in onore allo “Squalo dello Stretto”, dove fino a mercoledì si susseguiranno eventi legati all’intrattenimento e alla promozione di sport e attività ludiche e didattico – culturali che vedranno impegnati anche il Coni e le scuole.
Nella villa è stato allestito uno stand con i gadget del campione messinese a cura della ASD Nibali e un altro a cura della CEA – Centro educazione ambientale, sulla tematica “Macchia mediterranea e ciclismo per un futuro sostenibile” nella quale viene distribuita una cartolina postale realizzata ad hoc, con lo “squalo” in evidenza.
All’inaugurazione erano presenti, tra gli altri, il sindaco Accorinti, l’assessore allo Sport Sebastiano Pino, il delegato dell’Assessorato regionale allo Sport Pippo Leone e Lillo La Rosa, team manager dell’ASD Nibali. Nell’occasione sono stati presentati i manifesti illustrati per l’evento da Lelio Bonaccorso: “Amo Messina, Messina saluta il giro”.
“Non capita tutti i giorni d’avere il Giro d’Italia in Sicilia e a Messina. Nibali, ultima maglia rosa, è qualcosa di esemplare. Siamo fortunati ad avere un atleta come lui”, ha detto La Rosa. “Il Giro deve servire a dare una spinta a tutti per fare sport, andate in bicicletta”, ha esortato il sindaco Accorinti. Poi una metafora collegata ad una sua recente esperienza: “Dalla bici si cade, ma la forza sta nel rialzarsi e ripartire meglio di prima…”. Sebastiano Pino: “Quest’evento è un atto d’amore dell’organizzazione di Rcs Gazzetta dello Sport verso Nibali e la sua città natale. Ci auguriamo che Messina risponda con altrettanto amore e che sia una festa per tutta la città. Auspichiamo che i messinesi vivano l’evento con quello spirito e quei valori più sani dello sport e che tollerino i disagi di quella giornata”. Pippo Leone: “Sono sicuro che Messina risponderà alla grande. La tappa del Giro doveva semplicemente arrivare, è stato poi, per volontà dell’Amministrazione comunale, che abbiamo creato questa straordinaria passerella in città”.
E sarà la passerella di Vincenzo Nibali, campione e per l’occasione “profeta in patria”. La sua è la storia entusiasmante di un ragazzo semplice che iniziando da una “Viner”, bici superleggera assemblatagli dal padre a nove anni, quando frequentava la scuola elementare “Cannizzaro”, con “furore e lealtà” ha scalato la vetta del mondo, vincendo tra l’altro due giri d’Italia, un Tour e una Vuelta, entrando così nello straordinario ed esclusivo “club della tripla corona”.
Tra le curiosità e i ricordi più cari del campione, il rapporto col suo insegnante di educazione fisica alla scuola media “Galatti”, che lo fece gareggiare nella corsa campestre. Si tratta di Antonio Mazzeo, un “prof”, noto in città e altrove per la sua vita di attivista ecopacifista e peace-researcher, giornalista e scrittore. Come insegnante, ha avuto una menzione speciale da parte del suo famoso ex allievo.
“Quello col quale legai di più, e non c’è da stupirsi vista la mia passione per le attività all’aria aperta – (…) tentava di sviluppare in noi doti di agilità e coordinazione attraverso la pratica della pallamano, mentre curava la resistenza imponendoci lunghe sessioni di corsa. ‘Imparate a dosare lo sforzo’ ci ammoniva. ‘E’ inutile partire a razzo se dopo due giri avete il fiatone!’. Una volta capito che ero fra i più in gamba della classe, il professor Mazzeo mi propose di entrare nel gruppo ristretto dei podisti che si sarebbero misurati coi ragazzi delle altre scuole nella corsa campestre. Ne fui orgoglioso e, per tutti e tre anni delle medie, avrei partecipato ai Giochi della Gioventù in quella specialità”. Tanto si legge nella sua autobiografia: “Di furore e lealtà” – La mia vita raccontata a Enrico Brizzi (ed. Mondadori 2014).
A tal proposito mamma Giovanna tempo addietro ci disse: “Un giorno rientrò a casa felice, da vincitore, con una piccola coppa in mano….”. Segni del destino cui sono legati i talenti.
Il campione messinese, sabato, in Sardegna, sul finale di gara della seconda tappa, in vista di Tortolì, ha lanciato la squadra all’attacco imprimendo un forte ritmo alla tappa nella fase finale. Anche domenica ha tenuto la situazione sotto controllo, come sanno fare i leader. Così si è preparato alle tappe siciliane senza alcun rischio per la sua classifica. Nell’Isola sarà molto atteso in entrambe le tappe: la prima, Cefalù – Etna, con percorso duro, con le sue asperità e due gran premi della montagna, tra cui quello finale del Rifugio Sapienza, si addice molto alle sue caratteristiche; mentre la successiva, Pedara – Messina, con arrivo dentro un circuito cittadino, sarà per velocisti. L’ideale per lui sarebbe la conquista della maglia rosa in cima all’Etna, senza troppi sforzi – considerato che si tratterebbe soltanto della quarta tappa – da rindossare a Messina, davanti al suo pubblico, visto che si tratterà, salvo imprevisti, di un arrivo in volata e quindi senza distacchi di tempo al di là degli abbuoni.
“Per me la bicicletta non è mai stata una costrizione, ma un privilegio. Non un mezzo per fuggire, ma un veicolo per spingermi in esplorazione lontano dalla porzione familiare di mondo all’incrocio fra via Battisti e via Cannizzaro”, racconta ancora il campione nella sua autobiografia. Era quello il suo incrocio, da ragazzino. E lo sarà anche mercoledì in mezzo a una marea di messinesi che accorreranno ad applaudirlo ed incitarlo ad alta voce.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.