VITTORIO BALLATO – “Un poeta di altri tempi”
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VITTORIO BALLATO – “Un poeta di altri tempi”

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Nella villa comunale, splendida location per accogliere eventi cultuali, tantissima gente, ha fatto da cornice alla presentazione della seconda raccolta di poesie dialettali di Vittorio Ballato “I colori dell’anima”.

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A corredo della presentazione del libro di Vittorio Ballato, introdotto da Salvo Messina, il sindaco, e Maria Ricciardello, delegata alla “cultura” e presidente del consiglio comunale di Brolo,  anche il concerto del “trio” Favano -Salemi – Bruno a cura  dell’associazione Eufonia.

Ha presentato il libro Ornella Fanzone, che ne ha curato la prefazione,  e che avviando il suo intervento con un “non si può parlare di Poesia senza parlare del valore della Bellezza” ha dato grande dignità e spessore a chi sa essere poeta “nell’anima e dell’anima”.

“L’esperienza del bello autentico – ha infatti sottolineato la Fanzone – che percorre il poeta, non è affatto qualcosa di accessorio o di secondario nella ricerca del senso della vita: essa non è evasione, puro momento contemplativo, estatico, (che se anche solo questo fosse, sarebbe già esperienza pregevole), non allontana dalla realtà, ma, al contrario, porta ad un confronto serrato con il vissuto quotidiano, per liberarlo dall’oscurità e trasfigurarlo, per renderlo luminoso”.

Ornella Fanzone ha anche sottolineato come “Il poeta è un attento: vede dove tutti gli altri guardano. Vede le verità profonde delle cose, la bellezza intrinseca, essenziale. Vede anche l’ingiustizia, dove altri non la vedono. Il poeta dà parola all’indicibile: capace di  penetrare perfino il mistero della vita. Fornirci risposte Altre, condurci in territori dove il linguaggio logico e razionale è privo di parole” – aggiungendo “Il poeta è un puro, un adulto che non mortifica il suo Bambino interiore, anzi lo potenzia, gli permette di esprimersi sempre, non avendo mai dimenticato del bambino la splendida capacità di meravigliarsi. Il poeta, come il bambino è un saggio, perché sa cogliere la bellezza nella semplicità delle cose.Vittorio Ballato simpatizza con tutto ciò che lo emoziona. Perchè il poeta si stupisce, si commuove, altrimenti non è un poeta vero“.

E la commozione che Vittorio Ballato ha avuto, non celandola, umanissima e sincera è stata accolta da grandi applausi e comprensione dal pubblico che, attento ha seguito la manifestazione.

Da sottolineare, nei passaggi dell’intervento di Ornella Fanzone  quello che riguarda l’importanza del dialetto (argomento poi trattatto anche da Li Voti): “Pasolini era grande sostenitore del dialetto. Con la sua ricchezza espressiva ed energia plastica, la lingua dialettale infatti, tocca un numero maggiore di corde liriche rispetto alla fissità del lessico nazionale. Era convinto che rappresentasse l’ultima sopravvivenza di tutto ciò che è ancora puro e incontaminato. Del resto, il dialetto rafforza il senso di appartenenza e connota un popolo nelle sue peculiari caratteristiche culturali”.

Alla fine, dopo l’intervento dell’autore-poeta da notare la lettura di alcune poesie scelte, accompagnante dai canti “dotti” siciliani del Maestro Eugenio Favano.

Ecco l’introduzione del professore Li Voti.

Signori tutti buona sera — siamo qui in questo incantevole sito per rendere omaggio al vostro concittadino e mio carissimo amico e collega Vittorio Ballato, che presenta il suo secondo libro di poesie in dialetto siciliano, dal titolo “I colori dell’anima”.

Avendole lette con la dovuta attenzione come  ogni poesia richiede, e dovendo esprimere naturalmente un giudizio in merito, vengo a dire alcune cose, rifuggendo da parole di circostanza……..alle quale siamo spesso abituati, e da incensamento alcuno .

Inizio quindi col dire  che se avessi letto queste poesie senza aver conosciuto il simpatico amico Vittorio Ballato, credetemi avrei detto che si trattava di poesie di un poeta estemporaneo, cioè di quei poeti di altri tempi che pur non sapendo né leggere e né  scrivere avevano innato il senso della poesia, e decantavano in versi la qualsiasi tirando fuori dall’intimo uno dopo l’altro quei versi all’istante, e in qualsiasi luogo, come se li tirassero fuori dalla propria tasca  all’occasione.

Versi semplici, pieni di calore e di colore, versi improvvisati ad ogni occasione  … e come  dice il De Santis i migliori poeti sono quelli che scrivono senza guardare all’effetto e senza pretenzione o diletto, così come viene. A quanto detto aggiungo che avendo sentito così per caso declamare qualche poesia all’amico Vittorio- tengo a dire che è uno di quei pochi poeti, e ve lo dico per l’esperienza che ho, che appartiene al passato e non ai poeti d’oggi, per il suo modo oltre che di recitare anche di comunicare attraverso la poesia sentimenti, ricordi, fatti della vita quotidiana del passato, come anche di oggi — con naturalezza, semplicità ed espressione dell’animo…. motivo per cui  la gente  lo ascolta compiaciuta e con interesse e con diletto nello steso tempo, perché come dice il grande poeta e critico statunitense Thomas Steanrns Eliot “La vera poesia può comunicare prima di essere capita”.

Questa mia modesta considerazione trova conferma nell’espressione della dott.ssa Ornella Fanzone quando dice tra l’altro all’inizio nella sua prefazione……..  recita con un incidere gaio e al contempo garbato, in mezzo alla strada, in un bar, mentre si fa la fila ad uno sportello, e dal barbiere io aggiungerei. E’  questa, la figura del poeta di un tempo!

Ora ditemi voi, ove sono questi  poeti oggi ? Avete avuto modo di sentirne alcuni declamare dei versi  nei luoghi pocanzi citati?

Ecco perché Vittorio Ballato è un poeta estemporaneo, un poeta di altri tempi.

Oggi non pochi scrivono delle poesie su facebook ed il giudizio che gli amici danno ascoltatemi è questo:  Bravo – complimenti – ci hai commosso – sei grande. Ma io mi chiedo: bravo perché – complimenti – perché – ci hai commosso perché – sei grande perché. Il perché — la cosa più interessante è rimasto nella penna. Queste sono espressioni di circostanza di chi non è in grado di esprimere un giudizio com’è giusto che sia, per dimostrare che la poesia è degna di nota.  Comunque detto ciò è interessante ricordare l’importanza della poesia dialettale perché è uno dei mezzi per tramandare ai posteri, usi, costumi, tradizioni, luoghi caratteristici, aneddoti e quant’altro di cui parla Vittorio Ballato nelle sue poesie. —-

Avviandomi alla conclusione non posso astenermi dal ricordare che il dialetto siciliano non si scrive così come si parla. Quindi come per la lingua italiana, quando  scriviamo, facciamo in modo di non commettere degli errori, anche scrivendo in dialetto dobbiamo prestare la dovuta attenzione perché la terminologia e la grammatica devono andare, come si suol dire, d’amore e d’accordo.

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Parlando in dialetto, molti errori non si notano, ma scrivendo non solo si notano, ma a volte rovinano l’armonia dei versi. La poesia si coglie nel suo assieme, cioè nell’argomento cui si è ispirato il poeta, nella rima, nell’armonia dei versi, nella metrica, e anche nel modo come viene recitata. Ma anche la grammatica in una poesia ha la sua importanza.  

Di conseguenza l’unica cosa a cui dobbiamo prestare maggiore attenzione caro Vittorio e la grammatica perché purtroppo non tutti abbiamo una conoscenza approfondita e spesso guardando il modo di scrivere   delle note grammaticali, di questo o quel poeta, essendo convinti  che ne sappiano più di noi, incorriamo in certi errori, in quanto prima di applicarle non riflettiamo in maniera tale di essere pienamente convinti che ciò che abbiamo letto è giusto,  cioè lo abbiamo interiorizzato, condiviso. Prova ne sia che c’è chi adopera il pronome al posto dell’aggettivo, il plurale al posto del singolare e viceversa, i verbi al futuro e al condizionale che in siciliano non vanno coniugati., e poi l’uso dell’aferesi e dell’apocope, molto – ma molto interessanti in poesia, vanno da molti adoperati, come si suol dire, ad muzzum.

DSC_0341Ecco perché occorre passare ai raggi x tutto ciò che leggiamo, prima di scriverlo, di farlo nostro, altrimenti non si cresce non si va avanti.  

In qualsiasi modo scriviamo o in dialetto, o in lingua siciliana o in vernacolo la grammatica va sempre rispettata, perché senza l’uso della grammatica non possiamo scrivere, in maniera corretta.

In quanto al vernacolo ci tengo a chiarire il significato di questo termine, perché non solo dal nord, ma anche da parte di associazioni siciliane arrivano bandi di concorso in vernacolo, che per loro sarebbe il dialetto. Ora è semplice capire caro Vittorio, cari signori del pubblico, che se i termini sono diversi, diverso è anche il significato. Infatti mentre molti termini dialettali, sono comuni a molti paesi anche di province diverse. il vernacolo dal latino vernaculus cioè servo, familiare, si riferisce a quel linguaggio che viene parlato da una cerchia ristretta di persone o di un piccolo centro.

Come ad esempio i pastori che vivano un tempo in montagna, isolati dal contesto sociale, come  anche i carbonai,  i contadini, un linguaggio non conosciuto da chi no fa parte dello loro cerchia. Avrei altre cose interessanti da aggiungere ma il tempo è tiranno e non posso dilungarmi, ringrazio, quindi, Vittorio per avermi invitato e voi tutti per avermi ascoltato.

25 Agosto 2012

Autore:

admin


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