Giornate FAI di Primavera 2016. 24° edizione in corso (ieri, sabato 19 e oggi domenica 20 marzo). 380 città italiane coinvolte nella storica manifestazione del FAI. Una grande festa di piazza dedicata ai beni culturali. Un’occasione unica per scoprire luoghi solitamente chiusi al pubblico e sentirsi parte di un’Italia diversa creata dagli 8,5 milioni di persone che in questi anni hanno dimostrato di amare e di riconoscersi nell’immenso patrimonio culturale custodito nel nostro Paese. Ed è anche iniziato il tam tam mediatico per “aiutare” il FAI che è una Fondazione non profit e “non potrebbe vivere senza i suoi volontari e i suoi sostenitori”. Ma è giusto porsi una domanda-.. ma lo Stato che fa? Troppo comodo per lo Stato delegare su quello che è un bene primario, la Cultura, designare ad altri la tutela del “nostro” patrimonio storico, artistico, ambientale, paesaggistico. Facile invece difendere banche e banchieri indifendibili.
Che tutti facciano la propria parte.
E tornando alla manifestazione in corso.
Chiese, ville, borghi, palazzi, aree archeologiche, castelli, giardini, archivi storici: sono oltre 900 i luoghi aperti con visite a contributo libero in tutte le Regioni grazie all’impegno e all’entusiasmo delle Delegazioni e dei volontari del FAI.
Il tripudio di oro e blu pavone nel lusso supremo dei decori rinascimentali di Palazzo Turati, a Milano.
O la spiritualità austera e profondissima della chiesa rupestre di Santa Maria della Vaglia, a Matera.
La grande storia, con gli aerei e le mongolfiere della Prima Guerra Mondiale a Roma, nelle sale dell’istituto storico e di cultura dell’Arma del Genio.
O la grande arte, a Venezia, dove apre le porte il cinquecentesco Palazzo Corner Mocenico.
Le Giornate Fai di Primavera e le occasioni sono tantissime, con oltre 900 visite straordinarie, da Nord al Sud in 380 luoghi d’Italia.
“Sarà un successone, preparatevi alle folle”, incalza fiducioso il ministro della cultura Franceschini, che oggi ad Alessandria ha salutato i volontari Fai della Cittadella, prima di partecipare al Forum di Cernobbio.
Lui oggi è a Roma con il presidente del Fai Andrea Carandini all’Istituto dell’Arma del Genio di Roma, che riapre le porte dopo un lungo periodo di restauri, con una miriade di testimonianze storiche e di curiosità di ingegneria e di architettura militare, dai plastici delle grandi battaglie al monoplano Bleriot XI, che volò in Libia nel 1911, persino una mongolfiera e un particolarissimo macchinario dotato di ‘grandi orecchie’ che veniva usato al fronte per avvertire in anticipo l’arrivo dell’aviazione nemica.
Ma le occasioni sono tante un po’ dappertutto, per ogni gusto e disposizione d’animo.
Si può optare per una discesa da brivido nelle Catacombe di San Gaudioso, a Napoli, proprio sotto la Basilica di Santa Maria della Sanità, con i teschi dei nobili defunti a fare capoccella sopra gli affreschi dei loro corpi riccamente vestiti, e quella scritta, “Mihi heri tibi hodie” (‘Ieri a me, oggi a te’) che non lascia spazio a illusioni.
O preferire lo sfarzo mondano della Villa del Cardinale, vicino a Perugia, con i suoi soffitti affrescati e il grande parco, cosi’ ricco da essere ancora oggi oggetto di studi.
Oppure offrirsi un salto all’indietro nel tempo con l’area megalitica di Saint- Martin-de-Corle’ans e i resti monumentali di una civiltà del III millennio a.C. scoperta nel 1969 e mai aperta al pubblico. Dal Fai, Marco Magnifico rilancia la campagna di abbonamenti, partita già da una settimana: “Ogni iscrizione verra’ trasformata in tegole in piu’ e restauri necessari”, assicura il vicepresidente esecutivo. Iscriversi al Fondo Ambiente Italiano, del resto, garantirà anche nelle due Giornate di Primavera qualche diritto in più, come le aperture riservate della Biblioteca dei Girolamini a Napoli, sotto sequestro dal 2012 dopo il saccheggio che la devastò depredando i suoi scaffali di oltre 4mila preziosissimi volumi.
O quella dei depositi Sing Sing del Museo Archeologico Nazionale, sempre a Napoli, con le sue ‘celle’ zeppe di bronzi, vetri e porcellane provenienti dagli scavi delle aree vesuviane. Riservata agli iscritti Fai (ma ci si può iscrivere anche sul posto) anche la visita del neorinascimentale Palazzo Turati di Milano con la sua stupefacente Sala di Flora, tappezzata di velluto di seta e affrescata da Mose’ Bianchi. Ma anche per chi non si iscrive c’e’ l’imbarazzo della scelta, oltre all’archeologia, alle chiese, i palazzi nobiliari, le catacombe, anche interi itinerari da percorrere a piedi o in bicicletta attraverso, parchi, borghi, villaggi industriali.
A La Spezia, per esempio, nel deposito della Fondazione Ferrovie, ci si potrà anche sedere al tavolo di un’antica carrozza ristorante e gustare lo stesso menù offerto ai viaggiatori degli anni Venti. Tra le curiosità vale una visita la Stazione ferroviaria di Milano: nella sala Reale c’e’ un parquet con le svastiche che Mussolini aveva fatto montare in vista di uno storico incontro con Hitler.
Tra un tesoro e una meraviglia, qualche apertura serve anche per aiutare i restauri: è il caso della raffinatissima Villa Zanelli di Savona, gioiello liberty a picco sul mare.
L’elenco completo e aggiornato dei siti aperti, con i relativi orari è disponibile sulla pagina ufficiale del FAI.
In Sicilia
16 palazzi aristocratici, 34 chiese, 10 oratori, 5 castelli, 7 musei, 3 ville storiche e poi case d’artista, torri, biblioteche, teatri, archivi storici e itinerari naturalistici, oltre a diversi siti archeologici.
Le principali novità di questa edizione si trovano nel Catanese: nel capoluogo etneo, in via Bronte 38, si apre per la prima volta la casa atelier dello scultore Carmelo Mendola , autore della celebre fontana dedicata ai Malavoglia, in piazza Verga. La casa conserva diverse opere inedite.
A Palermo, l’antropologa e capo delegazione Rita Cedrini ha costruito un itinerario “Da Porta a Porta”, che abbraccia l’intero corso Vittorio Emanuele e apre al pubblico Porta Nuova e Porta Felice , solitamente chiuse. Un percorso costellato di presidi, baluardi, chiese semisconosciute, come San Paolo degli Spadai , San Giacomo dei Militari e Santa Maria Maddalena , ma anche Palazzo Carminello , ex sede del Tribunale militare in piazza Bologni, il Seminario dei chierici , il Palazzo Arcivescovile , la Banca d’Italia in via Cavour. E tante chicche si possono scoprire in provincia, come il “percorso gattopardiano” di Ciminna o i sette Oratori delle Compagnie bianche del Venerdì santo di Corleone.
Ad Agrigento si aprono il tempio di Demetra e il Baluardo a tenaglia , esempio di ingegneria militare a difesa dell’antica Akragas. Nel Nisseno meritano una visita il sito archeologico di Sabucina e il Castello Manfredonico di Mussomeli, mentre a Calascibetta, in provincia di Enna il villaggio bizantino del vallone Canalotto ospita chiese rupestri, tombe a grotticella e ad arcosolio; Ragusa propone una passeggiata naturalistica sull’ altipiano ibleo e a Scicli si visita il Convento di Santa Maria della Croce . Siracusa propone un itinerario nello storico quartiere della Graziella a Ortigia e a Trapani porte aperte nelle sedi storiche dei licei mentre Marsala si può andare alla zona archeologica di capo Boeo .
Alcune visite sono riservate agli iscritti Fai, ma in ogni luogo è sempre possibile iscriversi il giorno stesso: tutte le info sul sito www.giornatefai.it.
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