E ancora: «Nell’attimo in cui la spada viene sguainata sta l’essenza della bellezza maschile». Il 25 novembre del 1970 lo scrittore-samurai si tolse la vita.
Yukio Mishima, per tutto il corso della sua breve vita, ha fortemente voluto che l’opera venisse declinata alla luce dell’azione, del gesto muscolare, addirittura della postura. Era ossessionato dalla purezza, dalla cura del corpo, – scrive su Il Manifesto Enzo Di Mauro qualche settimana fa – dal rapporto tra erotismo e morte (nel 1955 aveva conosciuto a Parigi Georges Bataille, e si trattò di un incontro per lui cruciale), dal culto del «sole della morte», dalla ricerca di un’ascesi possibile nel secolo che aveva abiurato all’assoluto. Dall’odio per la democrazia e per il materialismo.
Volle indossare i panni di un antico samurai e di un San Sebastiano. Già a vent’anni il suo motto era questo: «Vivere e morire per l’imperatore». Il valore intrinseco della lettera non poteva bastargli, era semmai la parte certo non secondaria di un insieme convulso, tempestoso, nevrotico.
«Il mio stile», affermava Mishima, «teneva il petto in fuori come un guerriero» oppure, ancora, in un testo finito di scrivere proprio nell’agosto del 1970, a circa tre mesi dalla morte, ricordava come «nell’attimo in cui la spada viene sguainata si concentra l’essenza della bellezza maschile. La mano sinistra preme con forza sulla guaina, la destra estrae la spada e il petto si protende mentre il braccio con un movimento ampio e possente vibra il colpo mortale all’avversario: quando questi movimenti fluiscono armoniosi come acqua, nello “iai” si manifesta la bellezza degli antichi guerrieri».
Che una simile «filosofia dell’azione» abbia rappresentato il dato aggiuntivo e forse preminente nella storia e nella fortuna in specie postuma di Mishima, pare indiscutibile.
Il 25 novembre 1970 moriva, tramite seppuku e dopo il suo ultimo discorso, consegnandosi alla Storia, diventando Mito di se stesso, un Simbolo non solo per la gioventù giapponese.
Gli ultimi minuto dello scrittore, drammaturgo, poeta e nazionalista giapponese possono così riassumersi, senza enfasi del gesto, nè il vociare degli spiker televisivi. Ha 45 anni, occupa l’ufficio del generale dell’esercito di autodifesa e dal balcone, di fronte a un migliaio di uomini del reggimento di fanteria, oltre che a giornali e televisioni, tiene il suo ultimo discorso: «Dobbiamo morire per restituire al Giappone il suo vero volto! È bene avere così cara la vita da lasciare morire lo spirito? Che esercito è mai questo che non ha valori più nobili della vita? Ora testimonieremo l’esistenza di un valore superiore all’attaccamento alla vita.
Questo valore non è la libertà!
Non è la democrazia!
È il Giappone!
È il Giappone, il Paese della storia e delle tradizioni che amiamo.»
Poi si toglie la vita facendo harakiri insieme al camerata e amante Morita diventando fin da subito l’icona perfetta del sacrificio supremo gettato in faccia all’abominevole modernità in nome dei valori spirituali chiusi nel cuore di una tradizione umiliata e vilipesa.
Quel mito della bella morte, che fa amare i giovani di Salò. Gli sconfitti, che andavano in una guerra già perduta pronti ad urlare contro il vento la loro rivolta ideale cavalcando la tigre dell’eroismo.
La morte diventa dramma e estetica, Mishima, con indosso la divisa da lui stesso disegnata per la Società dello Scudo, il suo esercito privato composto da un centinaio di giovani adepti, che legge un proclama in un clima di generale dileggio, il braccio piegato verso il volto, il pugno serrato, una fascia bianca a bendargli la fronte ed il sangue che lo unge.
I migliori libri di Yukio Mishima
Vita in vendita
È la storia di Hanio, un giovane copywriter che, colto da un improvviso disgusto per la vita, tenta il suicidio. Suo malgrado viene salvato, ma continua a desiderare di farla finita. Nella speranza di farsi uccidere pubblica allora su un giornale un’inserzione per mettere in vendita la sua vita, che…
La via del samurai
“Ho scoperto che la Via del Samurai è la morte. Per essere un perfetto samurai bisogna prepararsi alla morte da mane a sera, giorno dopo giorno.” La Via del Samurai è stato scritto tre anni prima del plateale seppuku di Mishima eseguito da un balcone delle forze armate giapponesi. E’…
La foresta in fiore
“La foresta in fiore” è la prima traduzione mondiale dell’opera d’esordio di Mishima, pubblicata in Giappone nel 1944. I racconti, scritti durante la guerra tra i sedici e i diciotto anni dell’autore, scaturiscono dall’abbandono della mente a uno stato fluttuante, ed evidenziano il rapporto libero e ludico di un adolescente…
La coppa di Apollo
La coppa di Apollo è un libro di Yukio Mishima pubblicato per la prima volta nel 1967 e uscito in Italia nel 1993 a cura di Maria Chiara Migliore. Si tratta di una serie di articoli pubblicati su diversi giornali nipponici dal 1951 al 1967, nella quale Mishima mette in…
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Atti di adorazione
L’opera contiene sette racconti inediti di Yukio Mishima.
Ali
“Ali (1951), Il pino della Hama Rikyu (1951) e Cruciverba (1952) sono opere che presentai in occasioni diverse, mentre tentavo di perfezionare il mètier del racconto. Ali ha come sottotitolo ” Una storia alla Gautier” , e racconta favolisticamente l’esperienza dolorosa di un giovane che sopravvisse suo malgrado, durante e…
Una stanza chiusa a chiave
Lacerare, possedere la tenera carne di una bambina di nove anni in una camera chiusa a chiave, silenziosa e segreta come la tomba in cui si estenuavano nelle voluttà gli incestuosi fratelli di “Le mille e una notte”: è l’estrema trasgressione che il caotico, edonistico Giappone del dopoguerra pareva consentire…
A briglia sciolta
Giappone, anni trenta: è tempo di attentati e complotti da parte di gruppi estremisti. In questo contesto ritroviamo Honda Shigekuni, già protagonista di Neve di primavera, nel secondo episodio della tetralogia di Mishima, Il mare della fertilità. È ora giudice della Corte di appello di Osaka, ha compiuto trentotto anni,…
Il sapore della gloria
Naboru Kuroda ha tredici anni, vive solo con la madre Fusako da quando il padre è morto. È un ragazzo duro e orgoglioso della propria insensibilità, che ama però spiare la madre quando si spoglia nuda per coricarsi. Una sera viene ospite da loro un ufficiale di marina, Tsukazaki Ryuji,…
Abito da sera
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La dimora delle bambole
Cinque racconti tra i più belli del celebre scrittore giapponese; tra «sogno e realtà», nobili passioni e atti eroici.
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Nella totale dedizione di sé e delle proprie ricchezze agli ideali politici radicali del vecchio ministro Noguchi, intellettuale aristocratico, la vitalissima Kazu tenta di versare l’intera carica emotiva e femminile che possiede, il suo senso corposo e violento dell’esistenza, la sua abitudine a sollecitazioni sensuali e informi; e quando il…
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Senza mai chetarsi, ora infuriata ora implacabile, la voce delle onde ci accompagna durante tutta la lettura di questo romanzo. Si tratta di una storia d’amore che sulla sponda del mare nasce e si sviluppa, raggiungendo apici di toccante e poetica spontaneità e semplicità. La vita, fatta di coraggio e…
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Un giovane cui “difetta in via assoluta qualsiasi forma di voglia carnale per l’altro sesso” deve imparare a vivere celando la propria autentica identità. In pagine in cui risultano indissolubilmente commisti sessualità e candore, esultanza e disperazione, il protagonista di questo romanzo, confessa le esperienze cruciali attraverso le quali è…
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Colori proibiti
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