Ma l’inquinamento non ha confini, ed i nefasti effetti dell’incenerimento nella centrale di Archi di oltre 500.000 tonnellate di CSS di bassa qualità (non del più pregiato CSS-combustibile), che verosimilmente proverrà da tutta l’Italia (la Sicilia non riuscirà a produrne abbastanza), non è un problema dei soli cittadini dell’AERCA. L’aria la respiriamo tutti, l’acqua la beviamo tutti e tutti ci nutriamo con i prodotti del suolo. A buon diritto i cittadini devono pretendere la salubrità di queste fonti di vita. Pertanto anche tutti gli altri comuni della Valle de Mela ed oltre devono poter esercitare la propria sovranità e dire la loro sul modello di sviluppo economico ed industriale del territorio in cui vivono. È questo un motivo per cui Zero Waste Sicilia si augura che tutti comuni della fascia tirrenica, che sono toccati più o meno direttamente dall’opera, possano essere inclusi in questo processo di democrazia diretta, e si prodigherà in tal senso.
La pratica della trasformazione dei materiali scartati in combustibile è scellerata e costosa per le tasche di tutti. Quelle materie prime seconde, che tramite il CSS vengono trasformate irreversibilmente in scorie, emissioni e veleni, se fossero recuperate sarebbero posti di lavoro e moneta sonante nelle casse dei comuni. Che potrebbero così ridurre la TARI e/o indirizzare queste RISORSE PUBBLICHE per altri servizi per i cittadini. Pertanto bruciare il CSS è un intollerabile spreco a fronte del saccheggio continuo delle risorse terrestri, che diminuiscono sempre più velocemente e drammaticamente. Ma è anche una scellerata maniera di trasformare risorse di tutti nel lucro di pochi. Tramite questa larga, il più possibile larga, consultazione popolare i cittadini avranno la possibilità di dire la loro e provare ad arrestare questo scempio, ad invertire i processi democratici da top-down in bottom up.
Ci teniamo anche ad aggiungere che la valenza di questa consultazione travalica di molto i confini della Valle del Mela. Infatti, dobbiamo registrare con sconcerto che la Regione Sicilia sta pianificando la realizzazione di ben 6 inceneritori (Palermo, Catania, Messina, Enna-Caltanissetta, Agrigento-Trapani, Ragusa-Siracusa) all’interno o in prossimità di discariche esistenti. La politica siciliana si dimostra ancora una volta succube dei potenti padroni delle discariche, che già oggi ingrassano con le quote di conferimento (100 euro a tonnellata per circa 250 milioni/anno), e domani anche con gli incentivi per la combustione del CSS. Allora si capisce come una larga consultazione popolare nella fascia tirrenica possa diventare un forte segnale di presa di coscienza dei cittadini e segnare, così, l’inizio di una inversione di tendenza per la politica, che veda al centro la persona, l’ambiente ed i Beni Comuni invece che gli interessi dei poteri forti. Diceva Nelson Mandela: “Un sogno sembra impossibile, ma solo fino a quando non viene realizzato”.
Beniamino Ginatempo ed Egidio Maio,Zero Waste Sicilia
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