Uno slogan anti Halloween. L’obiettivo è quello di dedicare alle tradizioni maggiori attenzioni i giorni precedenti alla commemorazione dei defunti alla “Festa dei Morti”. Per questo si impegnano trentaquattro dirigenti scolastici della provincia di Messina. Nessuna voglia di far polemiche. La recente “crociata” apre il dibattito, al di la del folklore di una Festa, sui ruoli che ognuno dovrebbe avere per e nella difesa della Sicilianità. E la scuola potrebbe far molto, senza soffermarsi a battaglie che rischiano di divenire ghettizzanti, se si fermano solo ad una circolare. Rimodulare programmi, scelta dei libri di testo, effettuare lezioni di contro-storia e documentazione sui fatti che hanno interessato l’Isola. E poi la Lingua. Ovviamente senza stravolge programmi ministeriali ma in alcuni casi riscrivendo quanto si legge nei libri di testo. Multi-religiosità, Feste, Tradizioni. Conoscerle e lasciarsi contaminare non vuol dire “perdere” ma aprirsi senza aver paura di perdere qualche cosa. Confrontarsi senza alzare muri. La cultura siciliana affonda le sue radici in epoche anche precristiane e non è patrimonio di questa Fede.
Come lo scorso anno, si avvicina la festa di Tutti i Santi ed è iniziata- su piu’ fronti – la crociata anti halloween.
E’ ri-partita anche quella di numerosi istituti scolastici che hanno lanciato ufficialmente la sfida alla festa popolare di origine celtica, tipica degli Stati Uniti, all’insegna di scherzi, travestimenti e zucche illuminate.
I dirigenti scolastici, che hanno firmato questo particolare avviso, si sono detti convinti come non sia possibile accettare in modo passivo usi e costumi imposti da una cultura estranea alle proprie radici, nella consapevolezza che il rispetto delle diversità debba poggiare innanzitutto sulla valorizzazione delle proprie tradizioni.
Hanno comunicato di voler dedicare i giorni precedenti alla commemorazione dei defunti alla riscoperta delle tradizioni locali, con iniziative che avranno tutte come comune bandiera lo slogan “In difesa delle tradizioni siciliane –Halloween non è la nostra festa”.
I docenti di lettere, educazione artistica e di religione, – si legge nel documento sottoscritto dai dirigenti scolastici – nel rispetto della libertà d’insegnamento, sono stati inviati a riscoprire le tradizioni storiche, culturali, religiose e sociali del territorio.
A sottoscrivere il documento sono stati i Dirigenti Scolastici:
Rosario Abbate (IIS “Maurolico”- Messina), Rinaldo Anastasi (I.C. Tortorici- I.C. n.1 Capo d’Orlando), Maria Grazia Antinoro (“I.C. Aversa” – Mistretta), Maria Larissa Bollaci (I.S. “Sciascia-Fermi” Sant’Agata di Militello”- I.C. Longi), Francesca Buta (I.I.S. “Borghese – Faranda” Patti ), Francesca Canale (I. C. Novara di Sicilia), Caterina Celesti (I.C. “Giovanni XXIII – Messina), Laura Calabrò (ITT-LSSA “Copernico” -Barcellona), Rina Maria Ceraolo (I.C. Castell’Umberto), Eleonora Corrado (I. C. “B. Genovese”- Barcellona), Giovanna de Francesco (I.C. “Villa Lina-Ritiro”- Messina), Maria Ausilia di Benedetto (I.C. “Giuseppe Catalfamo”- Messina), Antonietta Emanuele (ITET “G. Tomasi di Lampedusa- Sant’Agata di Militello), Bianca Fachile (I.C. Torrenova- I.C. Acquedolci), Cettina Ginebri (I.S. “Enzo Ferrari – Barcellona), Clotilde Graziano (I. C. San Piero Patti), Grazia Gullotti Scalisi (Liceo“V. Emanuele III” – Patti, I.C. Capizzi ), Mirella Guta (I.C. Roccalumera), Alma Legrottaglie (I.C. 2-Milazzo), Maria Carmela Lipari (I.I.S. “Caminiti Trimarchi”- Santa Teresa di Riva), Marinella Lollo (I. C. “L. Pirandello”- Patti), Enrica Marano (I. C. Terme Vigliatore), Angelo Messinese (I.C. “Cesareo” Sant’Agata di Militello ), Venera Munafò (I.C. Mazzini Gallo – Messina), Giovanna Messina (CPIA – Messina; I.T.E.S. “A. M. Jaci”- Mesina), Felicia Oliveri (I.C “Foscolo”- Barcellona), Maria Ricciardello (I. C. Brolo), Maria Schirò (ITN “Caio Duilio”, Messina), Venera Maria Simeone (ITIS “E. Torricelli”- Sant’Agata di Militello), Giusy Scolaro (IC “E. Drago”- Messina), Stefana Scolaro (ITET “Leonardo Da Vinci”- Milazzo), Laura Tringali (I. C. “S. Margherita”- Messina- Vice Presidente ANP Sicilia), Stellario Vadalà (ITIS “E. Majorana”-Milazzo) e Leon Zingales (I. C. “Anna Rita Sidoti”- Gioiosa Marea) dirigente dal quale è partita, di fatto, l’iniziativa.
Ma questa da solo non è certamente sufficiente.
Rimane comunque un bel punto di partenza per alzare il tiro e andare oltre e studiare far conoscere, durante tutto l’anno scolastico, e non solo nei giorni intorno a quello di “Ognissanti” le peculiarità di quell’insularità che diventa cultura, storia, tradizioni, che rappresenta la Sicilia.
I Piani di Studio Personalizzati, nel rispetto dell’autonomia delle Istituzioni scolastiche, contengono un nucleo fondamentale omogeneo su base nazionale e prevedono una quota riservata alle Regioni, relativa agli aspetti di interesse specifico delle stesse,anche collegata con la realtà locale.
In ottemperanza a questo comma, possono partire progetti globali per dare spessore alla consapevolezza del valore della propria identità culturale a rischio di massificazione ed omologazione.
La conoscenza del territorio, dei problemi del passato e del presente, delle tradizioni, dei caratteri peculiari della gente, delle condizioni di vita: in altri termini, della cultura di appartenenza, è un modo per conoscere noi stessi e la realtà che ci circonda.
Si tratta di segni, codici, segnali che per essere correttamente interpretati richiedono una decodificazione che nelle varie istituzioni, compresa la scuola, può essere operata con strumenti e tecniche adeguati.
Promuovere la consapevolezza del valore della propria identità culturale, e non certo solo in una Festa.
Quindi prendendo spunto di questa iniziativa, che giunge da certamente attenti dirigenti scolastici nebroidei e non, sarebbe opportuno dare vita ad un articolato percorso di iniziative culturali concernenti gli aspetti e la storia culturale della Sicilia nelle diverse epoche che hanno indotto nei secoli le diverse variazioni ed evoluzioni del patrimonio linguistico e legato agli usi e costumi siciliani e che possono rappresentare un valido e obiettivo mezzo per caratterizzare e divulgare le trasformazioni sociali e politico-
A volte passaggi semplici.
Raccontarsi la storia.
Guardare con gli occhi da siciliani Garibaldi, l’Unità d’Italia, e poi i Borboni per arrivare ai greci a studiare – per esempio – la comunanza di un Soltizium – quello d’inverno, con Santa Lucia unendo la tradizione siciliana a quella svedese nel miracolo del grano, o i riti magici dell’Argimusco, la Befana che sembra tanto nell’iconografica classica, una strega sulla sua magica scopa.
Facendo scoprire autori siciliani agli studenti, incentivandone lo studio dei loro testi.
Parlar loro dei moti rivoluzioni, delle stragi di Brolo, della rivolta del pane a Palermo, ma anche di “eroi maledetti” come i martiri dell’indipendestimo isolano, sconosciuti sui libri di testo, sulle “marocchinate” avvenute anche qui da noi.
Un riappropriasi in maniera globale di un “mondo” e non solo di una festa.
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